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Il Beoc a Cipro, tra filo spinato ed accoglienza mediterranea

DiMartina Lucia Lanza

Nov 7, 2017

In Europa esiste ancora una nazione divisa: Cipro.

Con la sua capitale murata, l’isola di Cipro ha due anime che oggi convivono pacificamente: la comunità greca e quella turca. Il conflitto non è più in essere, non ci sono azioni belliche né tensioni. Eppure un muro con tanto di filo spinato divide l’isola in due: la Repubblica di Cipro che ha l’euro, e l’auto-proclamatasi Repubblica turca di Cipro Nord, in cui si sente il canto dei muezzin che richiamano alla preghiera.

Ma la cosa più impressionante è la terra di nessuno, la buffer zone controllata dalle Nazioni Unite (UNFICYP). Edifici disabitati e lasciati in balia del tempo mostrano le loro facce tristi e butterate dai proiettili del 1974. Mentre annoiati soldati fanno avanti e indietro alla ricerca di nemici che non ci sono più.

Eppure, anche l’ultima conferenza su Cipro a Crans-Montana (Svizzera, giugno 2017) si è chiusa senza un accordo tra le parti. Del resto l’enorme cartello sopra uno dei check point turchi parla chiaro: Turkish Republic of Northern Cyprus forever.

Dal 2004 gli abitanti delle due comunità possono attraversare il confine ma la vita quotidiana rimane complessa e le coppie miste – come i nostri super accoglienti Gina e Murat – sono ancora rare. Diffidenza e barriere culturali sono più difficili da abbattere dei muri stessi.

Il Beoc (European Bureau for Conscientious objection) ha quindi appena tenuto la sua Assemblea Generale a Cipro (3-5 Novembre).

Simbolicamente si è desiderato che si svolgesse all’interno della buffer zone, in alcuni locali riportati in vita da giovani ciprioti antimilitaristi (pagina Facebook Anti-Militarist Barış Harekâtı / Αντιμιλιταριστική Ειρηνική Επιχείρηση).

Questa Assemblea ha riconfermato il board uscente ed incorporato due nuove nazionalità: Finlandia (Essa Noresvo) e Italia (mia elezione).

Ma il momento più interessato è stata la testimonianza di un giovanissimo ragazzo (che preferisce rimanere anonimo) in servizio civile alternativo a quello militare ancora obbligatorio nella Repubblica di Cipro. Una vera e propria rarità: i ragazzi non sanno neanche l’esistenza di questa possibilità e le autorità se ne guardano bene dal darne pubblicità. Lui è uno dei primi che ha scelto questa strada non per motivi religiosi ma bensì perché l’unico modo per raggiungere la pace è attraverso la pace (cit.).

Quando – per la milionesima volta – sei lì in coda ad un check point, può capitare di vedere uno dei tantissimi gatti passare la frontiera, incurante delle questioni geopolitiche dell’umanità.

Ed un po’ te lo chiedi, chi tra i due animali è più intelligente.

 

 

 

Di Martina Lucia Lanza

Esperta in diritto internazionale dei diritti umani. Rappresentante del Movimento nonviolento presso l’European Bureau for Conscientious Objection (Ebco) e board member di quest'ultimo.

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