Di fronte ai conflitti che infiammano gran parte del nord Africa e del medio oriente, la risposta non può essere l’intervento armato. La storia degli ultimi 25 anni lo dimostra: gli interventi in Afganistan, in Iraq, in Libia, in Siria – solo per citarne alcuni – hanno prodotto ulteriori tragedie e aggravato i conflitti, portando alla destabilizzazione dell’intera regione.
Ma le guerre hanno anche costretto migliaia e migliaia di persone a fuggire dal proprio paese per sfuggire alle bombe, alla violenza, alla devastazione. L’Unione europea contro queste persone sta conducendo un’altra guerra, non meno drammatica, nei suoi effetti, di quella combattuta in armi.
Da Calais a Idomeni, dalla Turchia all’Austria i nuovi nemici sono migranti e profughi, che anziché accoglienza trovano muri e barriere di filo spinato.
Tutto ciò deve finire. Le armi devono tacere e i muri essere abbattuti. L’Unione europea deve ritrovare quei valori di civiltà, pace e solidarietà che stavano alla base della sua costruzione e che si sono perduti.
A Roma e in tutta Italia il 9 marzo sarà una giornata di mobilitazione per dire No alle guerre, No ai muri alle frontiere.
A seguire l’appello che convoca il sit in con l’elenco degli aderenti.
Roma, 7 marzo 2016
No alle guerre e ai muri
La cultura di guerra sembra aver preso il sopravvento ancora una volta in Europa. Dalle frontiere interne ed esterne, alla Libia, il linguaggio che unifica le scelte dei governi dell’UE, nonostante le tragedie del novecento e quelle più recenti, dentro e fuori il vecchio continente, è ancora una volta quello delle armi.
Mercoledì il governo riferirà alla Camera sulla crisi internazionale, con particolare riferimento a quella libica.
Negli ultimi 25 anni l’intervento armato, giustificato in tanti modi, quasi sempre dettato da interessi economici, ha prodotto ulteriori tragedie e aggravato i conflitti.
In Libia e’ già in corso una guerra, con una presenza europea e internazionale che punta a raccogliere eventuali quanto illusori dividendi post bellici. In Iraq e Kuwait saranno presto presenti circa 1300 soldati italiani.
L’invio di soldati italiani, così come quelli di altri Paesi, produrrebbe solo altre tragedie e non consentirebbe alcuna soluzione dei conflitti sul campo. Ma nessuno sforzo è stato fatto per ricomporre con mezzi politici e pressione diplomatica i conflitti sottostanti che dilaniano Iraq, Siria e Libia, o per sostenere le proposte di pace della società civile locale.
Intanto l’Unione Europea sta conducendo una guerra ai migranti e ai profughi alle nostre frontiere.
Da Calais a Idomeni, dalla Turchia all’Austria, i nemici contro cui schierare l’esercito sono le persone e le famiglie in fuga dalle bombe e dalle persecuzioni.
Fermiamo subito le armi e la violenza.
Basta guerre e muri !
È arrivato il momento di costruire politiche di pace e di accoglienza.
Roma, mercoledì 9 marzo, ore 15.30, Piazza Montecitorio, per fermare le guerre e abbattere i muri.
Prime adesioni
ACT
Action Diritti in Movimento
ADIF
ANSPS
AOI
Archivio delle memorie migranti
ARCI
Articolo 21
Associazione per la Pace
Casa dei Diritti Sociali
Casa Internazionale delle Donne
CIES Onlus
CIPAX
CIPSI
Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos
DIP -Dichiariamo Illegale la Povertà
EISS onlus
Habeisha
IPRI-ReteCCP
Emergenzy
FairWatch
Fiom-Cgil
FOCSIV
LasciateCIEntrare
Legambiente
Libera
Link – Coordinamento Universitario
Lunaria
Movimento Nonviolento
Pax Christi
Reorient Onlus
Rete della Conoscenza
Rete della pace
Rete Italiana per il Disarmo
Rete Primo Marzo
Tavola della Pace
Udu
Unione degli Studenti
Un Ponte Per . .
US Acli
Hanno inoltre aderito
L’Altra Europa con Tsipras
PRC-Sinistra Europea
Sinistra Italiana