Da tre mesi, a causa della criminale invasione russa dell’Ucraina, siamo di fronte ad una grave escalation militare con conseguenze imprevedibili. La macchina della guerra, violando tutti i diritti umani, continua ad uccidere e provocare distruzioni senza pietà per le popolazioni civili, dilagando di nuovo anche in Europa.
Di fronte a questa tragica realtà e al legittimo diritto alla difesa degli ucraini e alle loro richieste di aiuto, molti governanti sembrano essersi arresi allo schema della guerra continuando a fornire armi, come unica strategia, senza assumere alcuna seria iniziativa di mediazione tra le parti. Siamo immersi nell’esaltazione dell’ideale bellico della lotta armata che non vede alternative tra la “vittoria” e la “sconfitta”, tra l’aggiunta di armi alle armi e l’essere inermi.
Invece -come scrivevano nel loro appello Albert Einstein e Bertrand Russell, citato recentemente anche da Papa Francesco- “dobbiamo imparare a pensare in modo nuovo”. Dobbiamo essere consapevoli che, di fronte ad un mondo a rischio di guerra nucleare, attraversato da centinaia di guerre diffuse ovunque sul pianeta, alimentate dalla folle corsa al riarmo globale, la via della costruzione della pace con mezzi pacifici non rientra più solo tra le opzioni etiche, bensì rappresenta -per il presente e per il futuro- l’unica opzione realistica contro l’autodistruzione: “metteremo fine al genere umano, o l’umanità saprà rinunciare alla guerra?” (Einstein-Russell).
Quindi ora è il momento che le Istituzioni internazionali si assumano la responsabilità di lavorare per fermare la guerra, per proteggere veramente le popolazioni civili e creare le condizioni per costruire la pace. Non è vero che l’unica opzione possibile sia quella militare. L’alternativa alla guerra esiste nella misura in cui c’è la volontà politica internazionale di costruirla e darle una chance.
A tal riguardo, innanzi tutto, è indispensabile rafforzare il ruolo dell’ONU liberandolo dai condizionamenti degli Stati più potenti e richiamandolo alla coerenza con il proprio mandato istituzionale, ossia “liberare l’umanità dal flagello della guerra” (Carta della Nazioni Unite). L’ONU e l’Unione Europea -senza subalternità alle logiche di potenza- devono moltiplicare gli sforzi per avviare un negoziato per la pace in cui tutti, a cominciare dalle grandi potenze, siano chiamati ad affrontare e sciogliere i nodi del conflitto in corso in Ucraina.
L’obiettivo primario per un percorso di pace deve riguardare, nell’immediato, il CESSATE IL FUOCO, la definizione di una tregua delle operazioni militari, con la diretta collaborazione delle organizzazioni umanitarie internazionali. A partire dalla quale avviare la mediazione possibile, in cui vince il sangue risparmiato.
Questo accadrà davvero nella misura in cui noi tutti sollecitiamo e pretendiamo ovunque – in Italia, in Europa, nel mondo – che si realizzino politiche attive di pace. Per questo il 2 giugno vogliamo che sia la Festa della Repubblica che ripudia la guerra, in ottemperanza alla Costituzione italiana. Una Repubblica che ripudia la guerra e la sua preparazione e -anziché aumentare le spese militari- imposti coerenti politiche attive di pace come perno della politica nazionale e internazionale.
Disarmo, riconversione sociale delle spese militari, riconversione civile dell’industria bellica, proibizione delle armi nucleari, costruzione della difesa civile non armata e nonviolenta e dei corpi civili di Pace, sono alcuni dei progetti -ragionevoli e realistici- che i movimenti per la pace, il disarmo e la nonviolenza hanno già messo sui tavoli della politica e delle Istituzioni.
Non è difficile realizzarli, sarebbe sufficiente ricordare l’insegnamento del padre del pacifismo europeo e mondiale, il maestro russo Lev Tolstoj, che scriveva: “Come non si può spegnere il fuoco con il fuoco, né asciugare l’acqua con l’acqua, così non si può eliminare la violenza con la violenza”.
AOI Cooperazione e solidarietà internazionale – ARCI – BANCA ETICA – CNESC – COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII – FOCSIV – IL MANIFESTO IN RETE – LIBERA Bologna – MEDITERRANEA SAVING HUMANS – MOVIMENTO FOCOLARI ITALIA – MOVIMENTO NONVIOLENTO – RETE ITALIANA PACE E DISARMO – #STOPTHEWARNOW
UN’INIZIATIVA DEL PORTICO DELLA PACE DI BOLOGNA