• 17 Novembre 2024 7:15

21 settembre 2024: l’appello di Rete italiana Pace e Disarmo per la Giornata internazionale per la Pace

DiRedazione

Set 21, 2024

21 settembre: la Giornata Internazionale per la Pace è anche l’anniversario della nascita della Rete Italiana Pace Disarmo, la “casa” collettiva della società civile per una mobilitazione continua e forte verso la costruzione della Pace Positiva. Anche il Movimento Nonviolento che ne fa parte dalla gestazione riafferma la volontà e l’impegno  in questa Giornata internazionale, in questo nostro compleanno, e per il futuro.

Come ogni anno, la Giornata internazionale per la Pace promossa dalle Nazioni Unite è un momento importante di riflessione e rilancio di impegno per la nostra Rete Italiana Pace Disarmo. Non solo perché vogliamo unirci a tutte le persone e organizzazioni che nel mondo utilizzano questa ricorrenza per rinnovare il proprio impegno di pace, ma anche perché in questo giorno celebriamo l’anniversario della fondazione della nostra Rete.

Questa Giornata internazionale ci permette di riflettere sulla necessità di una pace positiva, cioè su percorsi che portino ad una società giusta, rispettosa, in cui siano garantiti i diritti umani di tutte e di tutti. Una convivenza tra popoli fondata sul principio della sicurezza comune e condivisa e non sulla deterrenza nucleare e sui blocchi militari contrapposti. Un obiettivo grande e complesso, che si può ottenere solo con percorso che prenda avvio anche dall’assenza di guerre e di violenza ma che si deve poi completare con sforzi ulteriori e più ampi. Questa visione può essere realizzata solo con un grande sforzo collettivo e multilaterale, perché qualsiasi imposizione di ordine mondiale basata sulla forza, sul riarmo e sulla presunzione di egemonia culturale, politica ed economica di una parte  non potrà mai realizzare l’ideale  di pace.

Abbiamo dunque bisogno di investire sul sistema ONU, renderlo compiutamente democratico, senza più diritto di veto da parte dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza e con maggiori poteri dell’Assemblea Generale. Gli Stati membri debbono essere maggiormente impegnati e vincolati al rispetto e nell’applicazione delle norme e delle convenzioni internazionali, unica strada per prevenire e per risolvere i conflitti tra stati e costruire pace e sicurezza comune. Servono momenti internazionali di dibattito e confronto, come il Summit per il futuro che si svolge in questi giorni a New York, perché si ritornino a scrivere parole di Pace su cui chiedere impegno vero. Ma dobbiamo andare oltre: chiediamo ai Governi di tutto il mondo impegnarsi a realizzare una grande conferenza di Pace e di convocare nuovamente – a oltre trenta anni dalla precedente – una conferenza internazionale per il Disarmo. 

Abbiamo bisogno di spostare risorse dalle spese per le armi e la violenza ad un nuovo modello di sviluppo, di economia di pace, di libertà di circolazione, di accesso universale a sanità, educazione, lavoro dignitoso, sicurezza sociale, abitazione, e ad investimenti per la messa in sicurezza del territorio e del pianeta.
Abbiamo bisogno di risolvere i conflitti armati decennali che devastano interi continenti e regioni, in particolare le più povere. Dobbiamo trovare il modo di portare la pace in Congo, in Sudan, in Libano, in Yemen, in Libia, in Siria, nelle regioni sotto la morsa di dittature e autocrazie, nei Paesi devastati dalla violenza strutturale in Asia e in America Latina, ma anche in quelle parti dei Paesi più progrediti in cui si fanno largo criminalità e ingiustizie.

Dobbiamo pensare ad una via d’uscita per il conflitto armato in Ucraina che porti a una pace giusta e allontani il rischio di una guerra globale in Europa, e non solo. Dobbiamo costruire percorsi di rispetto reciproco fra popoli e costruzione positiva di un futuro condiviso, risolvendo finalmente il lacerante conflitto in Palestina ed Israele affinché il Medio Oriente cessi di essere una polveriera esplosiva, come già successo nel recente passato anche a causa delle scelte di guerra dei Paesi Occidentali.

Abbiamo bisogno di ribadire la centralità delle norme internazionali, del diritto umanitario, dei diritti umani! Non possiamo accettare che qualsiasi cosa possa essere usata per fare la guerra ed esercitare violenza, anche oggetti di uso quotidiano che vengono trasformati in armi. Non accettiamo che si possa pensare di fondare il futuro del mondo su azioni di violenza e uccisioni, in particolare quelle dei civili che ai nostri occhi non sono mai degli “effetti collaterali” secondari. Solo rispettando la vita e la dignità di ciascuno si potrà avere una Pace positiva. E solo una società in cui cooperare e rispettarsi, lontana dalla militarizzazione delle scelte politiche ma anche delle menti, la potrà garantire. Scegliendo una politica di Nonviolenza e non di prevaricazione.

Per cercare di realizzare tutto questo cammineremo insieme alle organizzazioni e alle persone che vogliono davvero sognare – e poi costruire – un futuro di Pace positiva. Lo facciamo da anni nell’ambito di tutte le campagne internazionali di disarmo umanitario a cui partecipiamo, rilanciando le iniziative contro gli investimenti armati e per gli investimenti di vita. Lo ribadiamo nelle iniziative che si oppongono alla minaccia esistenziale delle armi nucleari, alla creazione di sistemi d’arma che decidono della vita delle persone senza controllo umano, all’asservimento delle decisioni politiche ed economiche agli interessi del complesso militare-industriale-finanziario.

Cerchiamo e cercheremo di costruire questo obiettivo negli incontri, negli eventi, nelle Marce (a partire da Assisi proprio in questo 21 settembre) proseguendo sul percorso di pace e disarmo che sappiamo essere il desiderio della grande maggioranza delle persone in Italia, e non solo. Perché la voce dei popoli che chiedono la Pace va ascoltata se vogliamo davvero ritenerci delle società democratiche.

Ringraziamo tutti coloro che aiutano a rilanciare le nostre iniziative e proprio in questo giorno lanciamo una grande campagna di “crowdfunding” per un sostegno dal basso alle mobilitazioni della Rete, in particolare per quanto riguarda la a riduzione delle spese militari (con spostamento di risorse verso investimenti sociali che sono in grado di difendere davvero la vita di tutti noi…) e la creazione di una struttura istituzionale che realizzi la Difesa civile non armata e noviolenta.