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4 novembre 2020 non festa ma lutto

Diadmin

Nov 3, 2020

In tempi di emergenza sanitaria non si possono tenere manifestazioni pubbliche. Per rispetto di tutti e a tutela dei più fragili, ci adeguiamo a tali prescrizioni. Oggi, 4 novembre, anniversario della fine dell’inutile strage che fu il primo tragico conflitto mondiale, vogliamo comunque commemorare in modo nonviolento le vittime di tutte le guerre, e lo facciamo a distanza, ma idealmente davanti ad ogni monumento, targa, cippo che in tutta Italia ricordano quell’evento storico.

Ancora una volta diciamo che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa, diffondendo questo testo.

Una delle drammatiche conseguenze della guerra 1915-18 fu la prima pandemia del XX secolo, la cosiddetta “spagnola”, la grande influenza che uccise 50 milioni di persone nel mondo (su una popolazione di 2 miliardi). Milioni di militari vivevano ammassati in trincee sui vari fronti favorendo così la diffusione del virus: malnutrizione, campi medici e ospedali sovraffollati, scarsa igiene, fecero il resto. La malattia fu negata e sottovalutata, poiché la censura militare non voleva che se ne desse notizia. Si chiama “spagnola” proprio perché ne parlarono per primi i giornali spagnoli in quanto la Spagna non era coinvolta nel conflitto. La propaganda bellica uccide la verità.4 novembre soldato

Pandemia, informazione, guerra: tre parole che ci richiamano all’attualità dell’impegno per la pace.

Solo la nonviolenza può salvare l’umanità

  • Per questo chiediamo una drastica riduzione delle spese militari che gravano sul bilancio dello stato italiano per l’enorme importo di 26 miliardi di euro all’anno.

  • Per questo chiediamo che i fondi pubblici oggi destinati a strutture e strumenti di morte siano invece utilizzati in difesa della salute, dell’educazione, del lavoro, della cultura.

  • Per questo chiediamo una politica di disarmo: le armi sempre e solo uccidono gli esseri umani e distruggono la nostra casa comune. Gli F35 non possono bombardare il virus; gli studenti non possono andare a scuola con i carri armati: bisogna avere più ospedali e più scuole, meno bombe e meno eserciti.

Non è però solo un problema di fondi ma di impostazione generale ed è ora quindi che il nostro Paese, con una scelta coraggiosa ed innovativa, si doti di strumenti migliori per affrontare le problematiche mondiali del nostro tempo. La difesa civile non armata e nonviolenta è una pratica già in atto. Per questo abbiamo dato vita e sosteniamo la Campagna “Un’altra difesa è possibile”.

È l’ora di una svolta, in nome dell’umanità e della pace.

Solo la pace salva le vite. Salvare le vite è il primo dovere.

logo mn webMovimento Nonviolento

via Spagna 8

37123 Verona

tel. 0458009803

azionenonviolenta.it

nonviolenti.org

CONFERENZA STAMPA – Dalle ore 12 del 4 novembre in diretta sulla pagina Facebook del Movimento Nonviolento Mao Valpiana e Daniele Taurino, dialogano con Franco Corleone (già eurodeputato e sottosegretario alla Giustizia) sul disegno di legge per la restituzione dell’onore ai soldati della prima guerra mondiale fucilati senza le garanzie del giusto processo con sentenze emesse dai tribunali di guerra. La Legge è ferma in Commissione difesa del Senato, e Corleone ha attuato un digiuno per sollecitarne la discussione. L’evento è organizzato nella cornice della Maratona Pace e Disarmo 2020 promossa da Rete Italiana Pace e Disarmo

Di admin

1 commento su “4 novembre 2020 non festa ma lutto”
  1. Lo so e sono d’accordissimo su questo scritto, io medesimo mi raccolgo ad ogni monumento ai caduti di quei giovani morti per niente, mi commuovo moltissimo, nel leggere i loro nomi ad uno ad uno pure fossero 50 oppure 100 e la loro età…
    Ma qui in questa dimensione, su questo piano, la condizione attuale che è quella di sempre, cioè schiavi, non possiamo minimamente far fronte alla super potenza di pochi, quei pochi hanno e hanno sempre avuto le redini in mano e lo dico non per disfattismo o pessimismo, ma ce lo possiamo togliere dalla testa, la pace, è la più grande paradossale utopia, qui su questo pianeta il nostro passaggio prevede l’esperienza con questa realtà, con questo scenario cupo, tetro di dittatura globale….in tutti gli ambiti. Io voglio cercare il più possibile di curare il mio spirito, qui, prima o poi non ci sarò più e dove andrò ci voglio arrivare non come martire, o come pietra indurita da una ingiustizia stabilita e affermata di questo mondo, ma come una piccolissima luce come quella riflessa da un granello di sabbia.

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