A cura di Zaira Zafarana
Il Peace Event è iniziato con una marcia della pace tra le vie del centro storico di Sarajevo visitando i luoghi simbolo delle principali religioni presenti in città; dopo un breve benvenuto ai partecipanti alla carovana della pace, tutti insieme abbiamo camminato con cuore grato per l’accoglienza in una città che tanto ha sofferto a causa della guerra e del perpetrarsi di una cultura di violenza.
L’Evento di Pace Sarajevo 2014 non ha avuto una prerogativa decisionale e per questo non è stata formulata una dichiarazione ufficiale che impegnasse tutti i partecipanti; si è trattato bensì di un’occasione unica per approfondire il tema della cultura di pace e nonviolenza, rafforzare reti internazionali, pianificare nuove campagne e iniziative e creare nuove collaborazioni tra organizzazioni già impegnate per il disarmo, la partecipazione democratica, l’educazione alla pace e alla nonviolenza, la riconciliazione ecc…
Un’occasione per parlare di 100 anni di azioni per costruire la pace, prendendo spunto dal centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, per dar risalto alle diverse alternative nonviolente e iniziative di riconciliazione e giustizia sociale che sono state create e sperimentate in Europa, e non solo, negli ultimi decenni.
Oltre 190 workshop hanno offerto l’occasione per approfondire in piccoli consessi temi specifici legati alla cultura di pace e nonviolenza e approfondire la riflessione su alcuni dei conflitti armati in corso in Siria, Ucraina, Iraq, Africa centrale ecc… I diversi incontri e dibattiti si sono svolti in prevalenza presso il Bosanski Kulturni Centar, l’Hotel Grand e l’Historijski Muzej Bosne i Hercegovine.
Resoconti e materiali di approfondimento e sintesi sui diversi incontri e dibattiti e sulle organizzazioni partecipanti sono reperibili sul sito ufficiale dell’evento, www.peace-event.eu, che sta diventando ora un archivio pubblico post-evento accessibile per tutti.
Molte iniziative culturali -film, musica, danza, mostre, ecc…- hanno arricchito il programma dell’evento senza tralasciare un momento plenario di solidarietà per le vittime delle inondazioni che hanno devastato anche parte della Bosnia-Erzegovina nel mese di maggio.
Il locale coro interreligioso Pontanima ha aperto la cerimonia inaugurale dell’Evento condividendo un messaggio di inclusione e rispetto multiculturale; nel corso della stessa cerimonia la premio Nobel per la Pace Mairead Maguire assieme a Hildegard Goss-Mayr ha ricordato la necessità di riconoscere nel prossimo un essere umano da rispettare e verso il quale sviluppare amore. La prof. Verdiana Grossi, dell’International Peace Bureau, ha invece sottolineato come i manuali di storia riportino sempre il punto di vista del vincitore e costituiscano di per sé un ostacolo al processo di riconciliazione.
Le diverse iniziative culturali che si sono svolte in diversi luoghi della città hanno permesso un approccio alternativo alle tematiche della pace e della nonviolenza, coinvolgendo istituzioni ed organizzazioni culturali della città, quali ad esempio la Muzička Akademija, il Sarajevski Ratni Teatar e il Kino Meeting Point.
Tra le diverse proposte vi è stato un concerto pomeridiano dedicato alle composizioni di Pete Seeger che hanno entusiasmato attivisti di ogni dove.
Oltre 250 giovani volontari locali sono stati impegnati per tutte le quattro giornate dell’Evento nell’accogliere i partecipanti, i numerosi giornalisti, contribuendo al buon andamento delle diverse attività.
I giovani sono stati il fulcro dell’evento che ha visto anche l’organizzazione di un campo internazionale a Ildža, a pochi chilometri dal centro di Sarajevo. Così come enfatizzato nel corso della cerimonia di chiusura dal vescovo del Sudafrica e presidente di Pax Christi International, Kevin Dowling, ”i giovani non sono il futuro ma il presente, il nostro presente e non devono mai rinunciare ai propri sogni, mai”.
La presenza italiana all’evento è stata ragguardevole sia a livello organizzativo in cui il Comitato Italiano per una Cultura di Pace e Nonviolenza e il Comitato Danilo Dolci hanno avuto parte attiva nel comitato di coordinamento internazionale, sia nell’offerta di workshop e iniziative culturali che nella semplice partecipazione all’Evento.
Tra i volti noti, quello di Don Renato Sacco e del Prof. Alberto L’Abate, dell’Università di Firenze, che è intervenuto nell’incontro tenutosi sugli interventi civili di pace, testimoniando anche tutto il lavoro di ricerca-azione svolto in Italia e sperimentato in occasione di diversi progetti anche internazionali.
Una delegazione italiana di rappresentanti di diverse organizzazioni per la pace -tra i quali Carla Biavati per IPRI-Rete CCP, insieme con Alberto e Anna Luisa L’Abate, Alessandro Capuzzo per il Comitato Danilo Dolci di Trieste, insieme alla consigliera comunale Annamaria Mozzi, Zaira Zafarana per il Comitato Italiano per una cultura di Pace e Nonviolenza e per il MIR Italia, insieme a Paolo Candelari- ha partecipato ad un incontro presso l’Ambasciata Italiana a Sarajevo dove l’Ambasciatore Ruggero Corrias si è intrattenuto con i presenti informandosi sull’andamento dell’Evento e i suoi contenuti. Nel corso dell’incontro, i rappresentanti delle diverse organizzazioni hanno avuto l’opportunità di presentare all’ambasciatore alcune proposte per collaborazioni Italia-Bosnia Erzegovina sul tema della pace, come ad esempio degli scambi tra studenti (a questo proposito l’insegnante Mirca Leccese dell’istituto Grassi di Torino ha donato all’ambasciatore una copia di un documentario sull’ultima guerra in Bosnia realizzato dai propri studenti e presentato presso il Prva Gimnazija di Sarajevo in un incontro informale durante l’Evento di Pace), un gemellaggio con la città di Trieste ed un incontro nell’ambito del nuovo Istituto Europeo per la Pace, diretto da Staffan de Mistura.
L’incontro in ambasciata si è concluso con il dono di una bandiera arcobaleno della pace all’ambasciatore e con una foto di gruppo a ricordo di un incontro amichevole, all’insegna di diverse prospettive di collaborazioni nell’ambito di una cultura di pace e nonviolenza.
L’Evento di Pace di Sarajevo ha fornito innumerevoli spunti per attività future, oltre ad aver permesso di, ancora una volta, testimoniare l’importanza di uno sforzo globale per la pace.
L’opportunità di incontrare amici di omologhe organizzazioni internazionali, come ad esempio War Resisters’ International, Pax Christi, International Peace Bureau, Federation for Social Defence, Women’s International League for Peace & freedom, Mayors for Peace, Le Mouvement de la Paix, Mouvement pour une Alternative Non-violente e tante altre… ha accentuato l’entusiasmo e rinvigorito la determinazione nel perseguire la strada della nonviolenza, per la pace. È stato, ad esempio, molto incoraggiante per noi italiani vedere il grande sostegno di attivisti canadesi che alla vista dello striscione ”NO F-35”, esposto dal MIR durante la Fiera di Pace svoltasi nella giornata di sabato 7 giugno, hanno espresso tutto il loro sostegno testimoniando l’importanza di una campagna simile, già svoltasi nel proprio paese.
La Fiera della Pace è stata un’occasione interessante per conoscere l’operato di altre organizzazioni attive in altri paesi. Il Comitato Italiano per una cultura di Pace e Nonviolenza ha utilizzato il proprio spazio espositivo per presentare alcuni materiali concernenti l’educazione alla pace e a diverse iniziative delle proprie associazioni aderenti, come ad esempio l’”Arena di Pace e Disarmo”, dello scorso aprile, la campagna NO F35 e il progetto internazionale Discover Peace in Europe che sta impegnando il MIR già da due anni; in questo e altri momenti dell’Evento –durante la tavola rotonda sulla Cultura di pace e Nonviolenza e durante il workshop promosso dall’International Network for a culture of nonviolence and peace- è stato possibile affrontare il tema dell’educazione alla pace e alla nonviolenza, promossi dal Comitato, e partecipare ad un confronto attivo, ad esempio con l’omologa francese Coordination pour l’éducation à la non-violence et à la paix che lo scorso anno, a seguito di una lunga campagna nazionale ha ottenuto la promulgazione di una legge sull’educazione alla pace e alla nonviolenza.
L’Evento di Pace di Sarajevo non è stato soltanto un appuntamento internazionale; molte, infatti, sono le organizzazioni locali della città e più in generale dell’area dei Balcani, principalmente Bosnia e Erzegovina, Serbia, Croazia e Macedonia, che hanno preso parte attiva nell’organizzazione delle attività, partecipando ai vari dibattiti, offrendo così la possibilità di esplorare e conoscere di persona le tante persone coinvolte quotidianamente nella promozione di una cultura diversa da quella della guerra. Sarajevo e i Balcani non possono restare sinonimo di guerra e violenza; grazie anche a questo evento e alla possibilità di incontro e reciproca conoscenza offerta, è emerso con ancor maggior vigore la forza, il lavoro e la vitalità per la pace ben presente in quest’area.
In contemporanea con il Peace Event, si sono svolte altre iniziative di pace collaterali. Pax Christi International, ad esempio, ha organizzato una cerimonia per la consegna del proprio annuale Premio per la Pace ad un’organizzazione di padri gesuiti che si occupa di rifugiati in Siria; l’International Network for a culture of nonviolence and peace ha svolto la propria assemblea generale alla presenza di nuove organizzazioni che hanno dato il proprio contributo nella redazione della Carta Etica dell’organizzazione internazionale; Women in War ha realizzato una conferenza internazionale sul tema della donna e il suo ruolo nella guerra.
Per poter stilare un bilancio effettivo di questo Evento di Pace internazionale occorrerà gettare uno sguardo anche nel prossimo futuro dove ulteriore impegno per la pace sarà richiesto in altrettanti appuntamenti internazionali, ad esempio:
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il Summit NATO in Galles a settembre 2014 dove è in programma una manifestazione di protesta “No to NATO. No to War. No to Austerity!” (No alla Nato. No alla guerra. No all’austerità)
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il World Social Forum di Tunisi 2 in programma per marzo 2015 dove si ipotizza di organizzare un “Peace Village”
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il World Summit on Enviroment a Parigi a fine 2015
Per non parlare delle numerose campagne che sono state rilanciate a Sarajevo, tra le quali:
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“Move the money out of militaries” (Spostare i soldi via dalle forze armate), lanciata dall’International Peace Bureau
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“No to War- No to NATO” (No alla guerra- no alla Nato), lanciata dalla rete No to War-No to Nato
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“Nonviolent education and education to peace and nonviolence” (Educazione priva di violenza ed educazione alla pace e alla nonviolenza), lanciata dall’International Network for a Culture of Peace and Nonviolence e sostenuta dal Comitato Italiano per una cultura di Pace e Nonviolenza.
Molti di questi appuntamenti e impegni internazionali per il prossimo futuro sono stati al centro della discussione pubblica svoltati durante la Peace Assembly, l’ultimo giorno dell’evento; un momento plenario in cui tutti coloro che lo desideravano hanno potuto prender la parola e rivolgersi ai partecipanti.
A conclusione della cerimonia di chiusura è stato offerto un momento musicale con canzoni della tradizione di diversi paesi, in cui tutti si son potuti riconoscere; l’inclusione e la partecipazione sono stati due cardini dell’intero evento.
…e magari di un prossimo nuovo Evento di Pace!
[…] un primo articolo scritto da Zaira Zafarana (qui) riportiamo ora questo scritto di Alberto […]