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L’impatto dell’emergenza sanitaria sull’infanzia. La comunità internazionale a confronto

DiElena Buccoliero

Apr 16, 2020

End Violence Against Children (Basta violenza contro i bambini) è una partnership mondiale unica nel suo genere che include agenzie dell’ONU, governi, industrie, amministrazioni regionali, associazioni e rappresentati della società civile, giovani, avvocati e persone di rilievo, tutti impegnati a rendere il mondo più sicuro per i bambini. Sul suo sito è possibile leggere – in inglese – utili indicazioni su come proteggere i bambini durante l’emergenza ed una lettera indirizzata ai governanti affinché, nelle loro decisioni, tengano conto delle vulnerabilità dell’infanzia e dell’adolescenza. Il testo si può leggere in italiano sul sito del Cismai, il Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e abuso all’infanzia.

Un terzo della popolazione mondiale è in stato di blocco COVID-19 e le chiusure delle scuole hanno avuto un impatto su oltre 1,5 miliardi di bambini”, scrivono i leader mondiali. “Restrizioni al movimento, perdita di reddito, isolamento, sovraffollamento e alti livelli di stress e ansia stanno aumentando la probabilità che i bambini sperimentino e osservino abusi fisici, psicologici e sessuali a casa – in particolare quei bambini che vivono già in situazioni familiari violente o disfunzionali. E mentre le comunità online sono diventate centrali per mantenere l’apprendimento, il supporto e il gioco di molti bambini, sta anche aumentando la loro esposizione al cyberbullismo, al comportamento rischioso online e allo sfruttamento sessuale. La situazione è aggravata dalla mancanza di accesso dei bambini agli amici della scuola, agli insegnanti, agli assistenti sociali e allo spazio e ai servizi sicuri offerti dalle scuole. I bambini più vulnerabili – compresi rifugiati, migranti e bambini sfollati, privati della libertà, con disabilità, che vivono senza cure parentali, vivono in strada e nei quartieri poveri, o in zone colpite da conflitti – rappresentano una preoccupazione particolare. Per molti, la crescente vulnerabilità economica aumenterà la minaccia del lavoro minorile, del matrimonio e della tratta di minori”.

Segue la richiesta urgente ai governi, ai gestori della rete web e a tutte le organizzazioni politiche e sociali di esprimere uno sforzo condiviso, lo stesso di cui parla anche l’ENOC, il Bureau europeo dei Garanti dell’Infanzia. I diritti dei minorenni nel contesto dell’epidemia di COVID-19 è stato tradotto dall’inglese dall’ufficio della Garante nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza e, riprendendo alcuni temi – l’informazione, la protezione, il sostegno alle famiglie, la riduzione delle diseguaglianze, l’accesso all’istruzione – sottolinea aspetti peculiari tra cui la necessità di sensibilizzare contro le punizioni fisiche, che possono diffondersi in periodi di impoverimento, isolamento e fatica anche per gli adulti. Viene chiesta perciò un’assistenza sia economica sia educativa e psicologica per le famiglie vulnerabili.

Lo stesso Enoc ha firmato una Lettera aperta sulla situazione emergenziale dei minorenni migranti intrappolati nei campi al confine tra Grecia e Turchia e sulle isole greche. “Siamo estremamente allarmati dalla privazione dei diritti fondamentali dei minorenni come riparo, acqua, cibo, accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione”, scrivono i Garanti. “Un numero crescente di bambini e adolescenti sta lottando con gravi problemi di salute mentale aggravati dal deterioramento della situazione. I minorenni sono intrappolati in condizioni di vita insalubri, deplorevoli e in luoghi sovraffollati, tra la pandemia di COVID-19. In queste condizioni e data la mancanza di adeguati servizi igienicosanitari e cure mediche, è estremamente difficile seguire le linee guida e i consigli delle autorità sanitarie”. Ribadiscono che “i minorenni migranti sono innanzitutto persone di minore età. Questi bambini e adolescenti, indipendentemente dallo status di immigrazione delle loro famiglie, hanno diritto alla massima protezione, sicurezza e cura mentre i Paesi europei non rispondono ai loro bisogni fondamentali” e chiedono il ricollocamento in sicurezza di questi ragazzi, coinvolgendoli nel progettare alternative.

Prima ancora dei documenti internazionali si era espressa la Garante nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza, Filomena Albano, con una nota indirizzata al governo italiano nella quale richiedeva una particolare attenzione ai bambini vulnerabili. Venivano messe in rilievo alcune condizioni specifiche: disabilità, povertà economica e educativa e marginalità sociale, la condizione dei bambini con genitori detenuti, o che vivono in famiglie problematiche, o fuori famiglia, o con genitori separati e divorziati in conflitti anche accesi, i minorenni detenuti e, infine, quelli colpiti dall’epidemia, direttamente o nei loro affetti familiari. Per ognuna di queste fasce di piccoli cittadini la Garante ha espresso raccomandazioni specifiche. Sul tema è ritornata pochi giorni con una nota alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nella quale ha chiesto di inserire un esperto di infanzia e adolescenza nel comitato di esperti che sta curando l’avvio della cosiddetta “fase 2”. Sul sito dell’Autorità Garante si può trovare anche una mini guida per la didattica a distanza con l’invito a mandare esperienze e proposte.

Sulle diseguaglianze nella fruizione della scuola in rete si concentra in particolare il Tavolo Saltamuri, di cui anche il Movimento Nonviolento, con la Rete della Pace, fa parte. Nato principalmente per contrastare discriminazioni e razzismo, in questa fase il Tavolo lavora per una scuola inclusiva tenendo conto delle trasformazioni sociali indotte dalla pandemia. Ha elaborato il documento La scuola di tutti nell’emergenza, Saltare i muri del COVID 19 che affronta le diseguaglianze accentuate dalla didattica a distanza e offre possibili soluzioni sia per l’emergenza, sia per la ripresa dell’anno scolastico nel prossimo autunno, quando si raccomandano l’apertura anche pomeridiana delle scuole, percorsi individualizzati o di piccolo gruppo per colmare le lacune accumulate, sostegno educativo ed altro ancora.

Tutti i temi citati, dal supporto alle famiglie alla protezione dei bambini vulnerabili o vittime di violenza, sono presenti nella petizione online coordinata da Agevolando. L’associazione dei care leavers, “Che impatto avrà l’isolamento sui bambini invisibili?”, di cui già si è detto, e che può ancora essere firmata a questo link. L’ampio gruppo di coordinamenti, associazioni, esperti e operatori che l’ha elaborata, e di cui chi scrive fa parte, ha continuato a confrontarsi e ha elaborato un documento condiviso, indirizzato alle forze politiche, con proposte concrete per sostenere le famiglie, favorire la didattica a distanza, continuare a supportare genitori e bambini o ragazzi in difficoltà, continuare a proteggere le vittime di violenza.

Di Elena Buccoliero

Faccio parte del Movimento Nonviolento dalla fine degli anni Novanta e collaboro con la rivista Azione nonviolenta. La mia formazione sta tra la sociologia e la psicologia. Mi occupo da molti anni di bullismo scolastico, di violenza intrafamiliare e più in generale di diritti e tutela dei minori. Su questi temi svolgo attività di formazione, ricerca, divulgazione. Passione e professione sono strettamente intrecciate nell'ascoltare e raccontare storie. Sui temi che frequento maggiormente preparo racconti, fumetti o video didattici per i ragazzi, laboratori narrativi e letture teatrali per gli adulti. Ho prestato servizio come giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna dal 2008 al 2019 e come direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati dal 2014 al 2021. Svolgo una borsa di ricerca presso l’Università di Ferrara sulla storia del Movimento Nonviolento e collaboro come docente a contratto con l’Università di Parma, sulla violenza di genere e sulla gestione nonviolenta dei conflitti.

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