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Tutelare la legge 185/90 e le norme internazionali sull’export di armi: vita e diritti umani vengono prima del profitto armato

Diadmin

Mag 15, 2021

Una presa di posizione forte contro l’azione concentrica in corso che punta a smantellare le norme nazionali e le procedure che regolamentano le esportazioni di armi e di sistemi militari. E’ quella diffusa oggi dalle principali Organizzazioni italiane da impegnate nella promozione della pace, del disarmo, della protezione umanitaria e del rispetto dei diritti umani a difesa in particolare della Legge 185/90 e del Trattato ATT sul commercio di armi.

Una scelta divenuta ormai necessaria di fronte a numerose pressioni avvenute nelle ultime settimane (coincise con la diffusione dei nuovi dati sull’export militare italiano) per rivedere le norme in vigore allo scopo di facilitare le esportazioni di armamenti e la competitività dell’industria militare, la cui funzione viene enfatizzata come “strategica” per il “rilancio” dell’economia nazionale.

Secondo le organizzazioni della società civile si tratta di “argomentazioni pretestuose che non trovano fondamento nella realtà dei fatti: i dati ufficiali, diffusi proprio dal settore industriale, evidenziano come il comparto armiero valga meno dell’1 per cento sia del prodotto interno lordo (Pil) sia delle esportazioni nazionali così come per tasso occupazionale”. Ciò dimostra come ci si trovi di fronte ad un “settore marginale per l’economia italiana che invece assorbe tuttora un flusso sovradimensionato di fondi pubblici grazie ad un diffuso e acritico sostegno politico”.

Eppure anche alcuni esponenti delle Istituzioni si stanno facendo promotori di istanze per modificare le leggi e ridurre i controlli invece di valutare in modo accurato il rispetto delle norme (nazionali ed internazionali) nelle esportazioni militari e il loro impatto, spesso devastante, sulle popolazioni e nelle zone di maggior tensione del mondo.

Nel ricordare le recenti sentenze della magistratura che pongono le norme di legge e i loro criteri di protezione umanitaria e limitazione della vendita di armial di sopra di qualsiasi ipotesi di profitto o ritorno economico i sottoscrittori della presa di posizione chiedono dunque al Governo di adoperarsi per un “pieno rispetto delle norme stabilite dalla Legge 185/90 e dai Trattati internazionali (tra cui soprattutto il Trattato sul commercio delle armi)”. Il Parlamento viene invece invitato “ad analizzare con attenzione le Relazioni governative sulle esportazioni di sistemi militari aprendo un confronto ampio ed approfondito con tutte le parti, comprese le associazioni della società civile, sulla Legge e sui suoi possibili miglioramenti” ricordando l’urgenza di implementare “misure idonee ad assecondare la graduale differenziazione produttiva e la conversione a fini civili delle industrie del settore della difesa” come richiesto dalla normativa vigente.

questo link il testo integrale del Documento “La legge 185/90 sulle esportazioni di armamenti va tutelata, insieme alle norme internazionali che la rafforzano” al momento sottoscritto dalle seguenti organizzazioni:
Amnesty International Italia

ARCI

Associazione per la Pace

AssoPace Palestina

Beati i costruttori di Pace

Campagna di pressione alle “banche armate”

Centro Studi Sereno Regis

CGIL

CIPAX

Comitato Riconversione RWM per la pace ed il lavoro sostenibile

Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della FCEI

Emmaus Italia Onlus

Fondazione Finanza Etica

Greenpeace Italia

Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo

Lega diritti dei popoli

Movimento dei Focolari

Movimento Internazionale della Riconciliazione

Movimento Nonviolento

Noi Siamo Chiesa

Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa

Oxfam Italia

Pax Christi Italia

Rete Italiana Pace e Disarmo

Save the Children Italia

Un Ponte Per

US Acli

Accademia Apuana della Pace

Associazione per la Pace Modena

Assopace per la Pace Padova

CGIL Padova

Tam-Tam di Pace Modena

Casa per la Pace di Modena


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