In Ucraina gli stessi crimini che, negli ultimi vent’anni, sono state compiuti – e con effetti ancora più orribili e devastanti – dalla Nato, dagli Stati Uniti e da altri Paesi, Italia compresa.
Le responsabilità dell’Onu e dell’Unione Europea. Fermare i combattimenti e proseguire coi negoziati per realizzare un accordo che garantisca, a entrambe le parti, condizioni di reciproca sicurezza e rispetto della sovranità. Fermare la folle corsa al riarmo e sostenere le proposte di pace.
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La bella e partecipata manifestazione di sabato scorso in piazza Sordello a Mantova ci dice molto della solidarietà, dell’affetto e della vicinanza dei mantovani nei confronti popolo ucraino, pesantemente colpito dall’invasione russa.
COSA POSSIAMO FARE?
Quanto sta succedendo in Ucraina ci angoscia e ci trasmette un senso di impotenza. Ma cosa possiamo fare, noi, persone amanti della pace e della nonviolenza, di fronte a questa immane tragedia? Possiamo fare molto, innanzitutto con l’accoglienza dei profughi. Poi con donazioni che si possono fare, da casa, alle organizzazioni riconosciute che sono in grado di intervenire, sul posto, per aiutare la popolazione ad attutire il pesante impatto della guerra sulla loro vita. Possiamo, e dobbiamo, far sentire la nostra voce per esprimere, con grande forza, la condanna dell’aggressione militare e il ripudio della guerra, di ogni guerra, come dice la nostra Costituzione, chiedendo la cessazione immediata degli scontri armati e sollecitando la comunità internazionale ad agire con politiche di pace. Dobbiamo “essere”, come diceva Gandhi, il cambiamento che vorremmo vedere avvenire nel mondo.
IL DIALOGO E L’AZIONE DIPLOMATICA
Ora è positivo che siano iniziati i colloqui tra le delegazioni di Russia e Ucraina e che, nonostante le grandi difficoltà, la trattativa sia cominciata. Bisogna proseguire col dialogo, coi negoziati e con l’azione diplomatica, per realizzare un accordo che garantisca, a entrambe le parti, condizioni di reciproca sicurezza e rispetto della sovranità. Questo, a nostro parere, deve essere l’obiettivo primario da perseguire, il punto di riferimento essenziale e irrinunciabile per arrivare a una pace duratura. Per fare questo si dovrà ripartire da quanto previsto dagli accordi di Minsk, e in particolare, da un lato, dal riconoscimento dell’autonomia delle due auto-proclamate Repubbliche del Donbass e, dall’altro, dal ritiro di tutte le formazioni armate straniere, prevedendo inoltre la realizzazione di iniziative di smilitarizzazione e disarmo, soprattutto per quanto riguarda gli armamenti nucleari.
LA FOLLE CORSA AL RIARMO
Prende corpo invece una nuova, folle e pericolosissima corsa al riarmo e alla fornitura di armamenti all’Ucraina: benzina buttata sul fuoco. Il movimento pacifista ucraino l’ha detto chiaramente: “non inviate armi”, altrimenti sarà una carneficina. Le armi non sono la soluzione. Le armi non fermano le armi. Così si rischia l’allargamento e l’inasprimento del conflitto, vanificando le azioni di pace. Senza dimenticare che le sanzioni sono più efficaci delle armi. In Ucraina non bisogna mandare armi, ma i Caschi blu dell’Onu.
ONU E UNIONE EUROPEA
«Oggi l’unico intervento possibile – ha detto Francesco Vignarca, della Rete italiana Pace e disarmo – è il peace keeping». «Che effetto farebbe – ha aggiunto – l’arrivo in Ucraina di 50 mila Caschi blu per l’interposizione?». Le Nazioni Unite e l’Unione Europea sono finora rimaste colpevolmente in ombra. La crisi ucraina è sfociata nella guerra dopo otto anni di tensioni, scontri e violenza, nella pressoché totale indifferenza di chi avrebbe dovuto e potuto intervenire per evitare il disastro. Ora è il momento di recuperare errori e ritardi. È necessario che Onu e Unione Europea si decidano ad assolvere al loro ruolo dichiarato di costruttori di pace, realizzando un’azione concreta di neutralità attiva per porre fine alla guerra e alle violenze in Ucraina.
PROPOSTE DI PACE
La pace si costruisce con azioni di pace. Sempre e ovunque, con coerenza. Occorre unire l’impegno di ciascuno per sollecitare le forze politiche, il Governo e il Parlamento affinché si facciano carico di sostenere l’approvazione di alcuni dei più importanti provvedimenti che il movimento pacifista e nonviolento ha proposto da tempo e che sono fondamentali per contribuire alla costruzione di una pace duratura in Ucraina, in Europa e nel mondo. Essi sono:
1) la riduzione delle spese militari;
2) la rinuncia all’acquisto dei missili a testata nucleare F35;
3) la ratifica del trattato di messa al bando delle armi nucleari approvato nel 2017 dalle Nazioni Unite;
4) la dismissione delle bombe atomiche di Aviano e Ghedi;
5) la riconversione delle fabbriche di produzione delle armi;
6) L’approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare sulla difesa civile, non armata e nonviolenta.
STA SUCCEDENDO DI NUOVO
Con l’invasione dell’Ucraina ancora una volta la pace è violentata, il diritto internazionale calpestato, così come sono calpestati i diritti umani ed infranta la legalità internazionale. Ma è d’obbligo una riflessione sul fatto che ciò sta succedendo, ancora una volta, dopo che negli ultimi vent’anni gli stessi crimini sono state compiuti – e con effetti ancora più orribili e devastanti – dalla Nato, dagli Stati Uniti e da altri Paesi, Italia compresa. Ex Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria: guerre atroci provocate impunemente, sconvolgendo il mondo. Per non parlare delle responsabilità internazionali per il protrarsi del lunghissimo conflitto israelo-palestinese, che rappresenta una vergogna planetaria, e dei tanti conflitti per procura messi in atto, soprattutto nel continente africano. È bene ricordarlo, affinché la pace non sia offuscata da retorica, ambiguità e ipocrisia.
Claudio Morselli
Movimento Nonviolento
Mantova per la Pace
Mantova, 2 marzo 2022