• 22 Novembre 2024 16:01

Giorno 5 (e ultimo)

Diadmin

Apr 4, 2022

Il camper e il pulmino che erano partiti giovedì dalla Casa per la Nonviolenza, sono rientrati alla base, dopo più di 2.800 chilometri percorsi tra pioggia, neve e sole. A bordo, oltre a Fabio Salandini e Daniele Sartori al volante, sono arrivate tre mamme con tre minori. Sei persone provenienti da Dnipro (città dell’Ucraina orientale), per fuggire alla guerra. Hanno trovato ospitalità presso la Comunità di Emmaus e una famiglia. Per loro da oggi incomincia una nuova vita, piena di incertezza sul futuro. Domani ci saranno tutte le formalità burocratiche da espletare in Questura, e poi si vedrà …

Il senso profondo della Carovana “Stop the war”, era proprio questo: portare aiuti alle vittime, e portare in salvo persone. Una operazione umanitaria, per la pace. Niente di più e niente di meno.

Non è stata una “interposizione nonviolenta” (cerchiamo di dare sempre il vero significato alle parole) poiché non siamo stati in zone di guerra aperta, e non ci siamo frapposti tra i due eserciti. Non abbiamo sostenuto la “resistenza ucraina” ma semplicemente offerto aiuto e solidarietà a chi ha subìto l’aggressione russa.

Andare in Ucraina (come andammo in Iraq, in Serbia, in altri luoghi di guerra) è una delle possibilità per costruire percorsi di pace. Un percorso incerto, che non sappiamo dove ci porterà. Non è facile. Ci scontriamo soprattutto con le nostre insufficienze e debolezze. La Carovana a Leopoli, che abbiamo realizzato in questi giorni, è insieme una piccolissima cosa, ma anche una impresa eroica se confrontata con le nostre deboli forze: 67 mezzi e 221 persone: questo è quello che siamo riusciti a fare: portare aiuti e riportare in salvo 300 persone profughe. È tanto? È poco? È quello che abbiamo saputo fare. Certo, ci vorrebbe di più. Questo è solo un primo passo.

Qualcuno dice che bisognerebbe organizzare una carovana di milioni di persone per essere efficaci e fermare gli aggressori. Forse. Noi, grazie all’Associazione Papa Giovanni XXIII e le altre associazioni tra cui il Movimento Nonviolento, siamo riusciti a fare questo. È una goccia nell’oceano. Ma questa goccia ora c’è, prima non c’era.

Nei prossimi giorni conosceremo meglio le storie delle tre mamme con i loro figli, ora nostre ospiti, e le racconteremo, perché la brutta storia della guerra è fatta anche di belle storie di vita.

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