• 18 Dicembre 2024 18:30

Yurii Sheliazhenko: “Dobbiamo sfidare con la nonviolenza lo stereotipo della vittoria militare”

DiRedazione

Giu 7, 2022

Traduciamo e pubblichiamo la versione scritta del discorso che Yurii Sheliazhenko del Movimento Pacifista Ucraino ha tenuto durante la conferenza di pace di Bruxelles del 19 maggio scorso.

Cari amici, grazie per aver dato, in questa conferenza, una possibilità alla pace.

Il Movimento pacifista ucraino che rappresento fa lo stesso, nonostante la legge marziale. Aiutiamo i civili a sopravvivere, rimanendo civili. Continuiamo a sostenere la gestione nonviolenta dei conflitti e l’abolizione del servizio militare obbligatorio, portiamo avanti studi sulla pace e cooperiamo con il movimento internazionale per la pace. Quando ci siamo riuniti online il 15 maggio per celebrare la Giornata internazionale degli obiettori di coscienza, abbiamo adottato una dichiarazione in cui abbiamo condannato ancora una volta la prosecuzione della guerra, chiedendo la cessazione delle ostilità e chiedendo di negoziare una soluzione, denunciando le violazioni dei diritti umani durante la mobilitazione militare in Ucraina ed esprimendo solidarietà con la Russia e gli obiettori bielorussi al servizio militare, chiedendo l’immediata cessazione di tutte le repressioni contro di loro.

La pace e la solidarietà in Europa e nel mondo è un sogno potente, ma si è trasformato nella selvaggia illusione di schiacciare il nemico comune ad ogni costo, trascurando il fatto che esso già convive con la paura ed è costretto ad affrontare quotidianamente orribili spargimenti di sangue, carenza di cibo, iperinflazione, crisi economica ed ecologica e l’incubo di una concreta guerra nucleare seriamente pianificata.

Penso che le persone qui riunite capiscano che pace e solidarietà comportano la necessità di un cessate il fuoco immediato e di colloqui di pace globali per trovare un terreno comune tra l’Ucraina e la Russia, tra l’Est e l’Ovest. Viviamo tutti sullo stesso pianeta e quindi dobbiamo trovare un terreno comune. Ma alcune persone apparentemente vivono su un pianeta diverso, dove – sembrerebbe – armi letali e rifiuto di negoziare in qualche modo portano la pace, mentre la sfiducia e l’odio creano in qualche modo solidarietà.

Le differenze tra questi pianeti sono differenze tra la cultura progressista della pace e della nonviolenza e la cultura arcaica della guerra e della violenza. Sul pianeta della pace le persone parlano, sul pianeta della guerra le folle combattono. Ma vi assicuro che in realtà ci troviamo tutti sullo stesso pianeta, la guerra ne è solo un lato oscuro, insieme alla propaganda della guerra con le sue immagini irrealistiche di nemici esistenziali ed eroici assassini che difendono il loro paese.

Nel lato oscuro si fanno molti sforzi per trasformare tutte le persone in eserciti attraverso la propaganda della guerra nei media e nell’istruzione, il reclutamento militare e le campagne di mobilitazione, la corruzione e le pressioni che moltiplicano i falchi e le colombe moleste.

Abbiamo bisogno di sviluppare il lato positivo del nostro pianeta, rafforzare il movimento per la pace per trasformare le folle bellicose in persone amanti della pace. Abbiamo bisogno di costruire una società non violenta senza nemici e senza frontiere che dividano le persone, una società basata sull’obiezione di coscienza al servizio militare, sul rifiuto di uccidere o commettere qualsiasi altro crimine, sulla giustizia riparativa, sulle capacità universali di auto-organizzazione del soft-power e sulla gestione dei conflitti. Abbiamo bisogno della scienza della pace e dell’educazione per apprendere metodi pratici ed efficaci di vita non violenta. Abbiamo bisogno della pace nei media, una cyber-pace per portare avanti un discorso non violento, per far emergere delle luci nell’oscurità violenta invece di trascinare l’umanità nell’oscurità unilaterale. Abbiamo bisogno di un’economia di pace per investire nella costruzione della pace invece che nell’autodistruzione.

L’educazione patriottica militare e la coscrizione sono un male comune di Russia e Ucraina che hanno intensificato il conflitto e portato alla guerra e dovrebbero essere condannati e vietati dal diritto internazionale; anche la repressione contro il movimento per la pace in Russia è una pratica immorale così come la totale mobilitazione militare della popolazione Ucraina, senza rispetto dell’obiezione di coscienza o di altre scelte personali di chi vuole evitare la propria partecipazione diretta o indiretta alla guerra.

Dovremmo sfidare con la nonviolenza lo stereotipo della vittoria militare insistendo sulla verità storica che tutti gli sforzi per conquistare il potere assoluto sono sempre dolorosamente falliti, non importa quanto ipocriti siano stati i conquistatori; dovremmo ammettere che nessuno può vincere tutto nonostante il pretesto di una buona causa, che tutto il potere dovrebbe essere ragionevole e il più possibile condiviso .

Mi auguro che tutta l’Europa dichiari con una sola voce che la guerra è un problema, non una soluzione. Rifiutiamoci di uccidere e costruiamo insieme la pace sulla Terra.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.