Dal Movimento degli Obiettori russi, riceviamo questa comunicazione, che testimonia una storia vera, accaduta recentemente. Per motivi di sicurezza omettiamo cognomi e luoghi.
Misha (poco più che ventenne) è stato chiamato per la mobilitazione russa. Sua moglie Nastya (in contatto con il movimento degli obiettori russi) si è documentata leggendo il materiale riservato e clandestino del movimento su come proteggere un uomo dalla mobilitazione.
Nastya, seguendo le istruzioni, ha dunque cercato di convincere Misha a non presentarsi all’ufficio di arruolamento militare, a non andare all’unità, ma iniziare a resistere.
È accaduto però ciò che succede troppo spesso tra i giovani russi: i ragazzi, sopraffatti dalla paura e dallo stress alla fine decidono di accettare e andare. Succede.
Ma Nastya non voleva vedere partire il suo giovane marito e ha agito.
È riuscita a contattare Misha, quando era già nell’unità militare, a convincerlo a resistere per non andare a uccidere le persone: se lui non parte per il fronte, non ucciderà nessuno e nessuno ucciderà lui, e con il suo esempio – rifiutandosi di uccidere le persone – ispirerà anche altre persone a rifiutarsi di prendere le armi per la guerra.
Uno spiraglio di possibilità infatti esiste.
Nastya ha redatto un rapporto per conto di Misha (è infatti difficile leggere e scrivere qualcosa mentre si è nell’unità) e poi ha scritto una breve istruzione per lui su come comportarsi se gli avessero fatto pressione).
Si è recata all’unità militare, ha parlato con Misha, incontrandolo nella sala visite: gli ha raccontato del movimento degli obiettori, gli ha consegnato il rapporto con il testo di dichiarazione di obiezione di coscienza e le istruzioni. Misha ha firmato e presentato il suo rapporto all’ufficiale di turno. Non ha accettato di uscire a scavare trincee, non ha accettato di mettersi in marcia con gli altri commilitoni. Ha atteso di essere inviato dal comandante della sua unità per il suo rapporto.
Nastya ha anche inviato a tutti gli uffici della procura militare un appello da parte sua, in cui informava che il marito aveva presentato tale rapporto e chiedeva di adottare tutte le misure necessarie per prevenire la violazione dei diritti del marito alla libertà di coscienza. Poi, per sicurezza (nel caso in cui l’ufficiale non avesse consegnato ai superiori il rapporto), ha inviato una raccomandata dall’ufficio postale più vicino al comando dell’unità con un’altra copia del rapporto di Misha. Quindi Nastya è tornata a casa.
La sera Nastya ha chiamato i responsabili del Movimento degli Obiettori russi: Misha e alcuni altri erano stati rilasciati (tutti per motivi di salute, e Misha per il suo rapporto e la sua presa di posizione di rifiuto).
Ecco un esempio di lotta e vittoria.
Grazie Nastya e Misha, grazie per aver salvato tante vite con la vostra azione.
L’amore è più forte della guerra.
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