• 18 Dicembre 2024 18:34

Aggiornamenti dalla Sardegna: tutto rimandato al processo RWM a Cagliari

Diadmin

Ott 11, 2022

Lunedì 10 ottobre si è svolta, presso il tribunale di Cagliari, una nuova udienza preliminare per il rinvio a giudizio dei vertici di RWM Italia e di alcuni funzionari dei Comuni di Iglesias e Domusnovas, in merito ai lavori di ampliamento della fabbrica, che si ipotizza svolti in mancanza del necessario iter autorizzativo e in spregio delle misure di rispetto ambientale ed idrogeologico del territorio.

Il GIP Manuela Anzani, ha ascoltato i legali degli imputati in merito alle richieste di costituzione a parte civile da parte di alcune associazioni ambientaliste e pacifiste, tra cui il Movimento Nonviolento, rappresentato dal coordinatore del gruppo territoriale sardo, Carlo Bellisai, per tramite dell’avvocato Filippo Viola (in gratuito patrocinio). Data l’importanza dell’udienza, era stato convocato per la mattina del 10, a partire dalle ore 9,30, un sit-in davanti all’ingresso del Palazzo di Giustizia, cui ha partecipato una ventina di attivisti. L’avvocato Massimo Ledda, difensore dell’A.D. di RWM Italia, Fabio Sgarzi e del suo vice, ha chiesto al giudice di rigettare la richiesta di costituzione a parte civile di tutte le associazioni firmatarie, in quanto per loro Statuto non avrebbero i requisiti per farlo. Secondo la sua tesi, visto che nel procedimento “non si discute la legittimità del fabbricare armamenti”, ma solo specifiche accuse d’ordine procedurale ed ambientale, i richiedenti (Movimento Nonviolento, il Centro Sperimentale Autosviluppo, il Comitato Riconversione RWM, Italia nostra, Assotziu Consumadoris Sardigna, CSS, USB, Cagliari Social Forum e Sardegna Pulita) non avrebbero diritto specifico.

C’è pero da segnalare l’intervento del P.M. Rossella Spano, che ha ricordato al giudice alcuni casi in cui associazioni presenti e attive sul territorio sono state accolte come parte civile in procedimenti simili.

Il giudice comunicherà la propria decisione in merito, nella prossima udienza, fissata per lunedì 28 novembre.

Lo scrivente pensa che le norme di rispetto ambientale valgano per tutti. A maggior ragione per le fabbriche di armamenti, che già contribuiscono ad inquinare, sia materialmente che eticamente, il territorio della nostra isola. Abbiamo diritto ad essere ammessi fra le parti civili, per l’offesa subita, in quanto nonviolenti anche con la natura. Perché la violenza strutturale, ma anche culturale della fabbrica di morte è evidente: i potenti possono fregarsene delle leggi. Come rappresentanti della più vasta società civile nonviolenta, ne siamo lesi.

Ci auguriamo che alla prossima udienza questo principio venga riconosciuto.

 

Carlo Bellisai

 

 

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