• 2 Luglio 2024 22:02

Tempi di Recupero e il valore della coerenza

DiGiorgio Gatta

Nov 3, 2022
“Saresti dovuto venire anche domenica!”
Così mi dice stamattina Carlo Catani al telefono.
Si riferisce al Festival di Tempi di Recupero di sabato e domenica scorsa (8 e 9 ottobre 2022, n.d.r.) che ha avuto 2000 presenze di pubblico e a cui avevo partecipato sabato.
Tempi di Recupero è rete e condivisione fra protagonisti che hanno dato vita al Festival di Pianetto, una due giorni di cultura, storie, persone e buon cibo e buon vino. Ci sono state degustazioni di vino del recupero e storie di vignaioli e assaggi dedicati al gelato artigianale e sostenibile, il mercato dei produttori, cucine del recupero e cene a più mani; oltre a spettacoli teatrali, concerti e dj set accompagnati da cocktail del recupero.
Recupero della tradizione. Recupero delle materie prime nella loro integrità. Recupero degli avanzi del giorno prima. Tutto questo, e molto di più, è Tempi di Recupero: una rete di artigiani, cuochi, osti, produttori e appassionati il cui fine è la valorizzazione del territorio, delle produzioni sostenibili e di un uso integrale delle materie prime in cucina, lab diffusione di una cultura alimentare etica, la sensibilizzazione verso i temi del recupero in ambito enogastronomico, il mantenimento della tradizione e della conservazione della memoria, il tutto tramite azioni ed eventi conviviali
Parlando con Carlo Catani ti accorgi subito che non è uno che si vanta dei suoi successi, ma che sa quello che dice!
Nel piccolo borgo di Pianetto di Galeata – nell’entroterra romagnolo verso l’Appennino, in provincia di Forlì-Cesena – fa sicuramente impressione la registrazione di oltre 100 persone per ciascun chef (7 erano credo!) per il pranzo della domenica.
Insomma, numeri da capogiro che ha messo a dura prova l’organizzazione.
Una grande responsabilità e un gran lavoro di tutto il gruppo di “Tempi di Recupero” perché come dice Carlo: il successo non è mai opera di un solo uomo, ma di un gruppo di persone!
È già preoccupato per l’edizione del prossimo anno – si fa per dire -, al settimo cielo per come sono andate le cose in questa prima edizione.
Lo rincuoro preveggendo che il prossimo anno “esploderà” il Festival, perché la gente si è accorta del suo valore.
Ci sarà un effetto domino: le persone si sono trovate bene e ritorneranno a visitare Pianetto, come Galeata, portando altre persone.
Si sa che tutti i Festival in Italia hanno successo per definizione!
È sufficiente sapere invece che in questo caso c’è stata uno scambio di relazione interattiva fra i vignaioli, i gelatai, gli chef e il pubblico.
Al Festival di Tempi di Recupero credo sia stato apprezzato il collegamento inscindibile fra quello che si dice e quello che si pratica attraverso le azioni del festival.
Il valore della coerenza.
Molto spesso i festival sono fine a sé stessi oppure sono la cassa di risonanza di aziende ed organizzazioni navigate.
Qui si è fatto l’opposto: una Rete del Recupero che si è voluta incontrare e che tramite quest’incontro si è aperta al pubblico per fare vedere e toccare con mano come un concetto filosofico si può tramutare in uno stile di vita concreto.
La coerenza paga sempre.
Sono persuaso che le persone siano alla ricerca di relazioni vere con persone che fanno quello che dicono ed è per questo che quando incontri Carlo Catani non puoi altro che rimanere affascinato.
In conclusione vi posso dire: come fate a non associarvi all’Associazione Tempi di Recupero?
Io sono “Socio POP”!

Di Giorgio Gatta

Giorgio Gatta ha maturato una lunga esperienza nell’associazionismo e nel volontariato per la promozione della cultura della pace. In questo ambito, ha esercitato professionalmente l’attività di formatore per la gestione e la trasformazione dei conflitti con le tecniche della nonviolenza, giungendo a sviluppare progetti nell’ambito dell’Economia Civile. Dal 2004 al 2009, è stato tra gli organizzatori del “Corso per Mediatori Internazionali di Pace” a Bertinoro, facendo parte del suo comitato scientifico. L’iniziativa è stata realizzata nel 2010 nella sede di Santa Sofia (FC) del Centro Residenziale Universitario. Dalla seconda metà degli anni '80 ha sviluppato una lunga serie di esperienze di studio e di relazioni, fino ai giorni nostri, in ambito interculturale e verso la metà degli anni '90 inizia a intraprendere delle esperienze di dialogo interreligioso sia come dialogo ecumenico con le altre confessioni cristiane che dagli anni 2000 come dialogo cristiano-islamico. Attualmente è presidente dell’Associazione T-ERRE Turismo Responsabile di Faenza www.t-erre.org che nasce all’inizio del 2007, con lo scopo di sviluppare iniziative e progetti promozionali, di viaggio, culturali e formativi nel campo del turismo responsabile.

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