• 25 Novembre 2024 5:18

Babbo Natale NON va alla guerra. Lettera aperta alla città di Modena

DiElena Buccoliero

Dic 14, 2023

Sapere che in una piazza della mia regione Babbo Natale arriva in cima a un carro armato mi ha scossa profondamente. È più che cattivo gusto. È irrisione delle vittime di guerra, e tra loro sono tanti i bambini.

Considero un carro armato uno scempio, un ossimoro accostato alla festa della pace.

Un carro armato di Natale è pornografia, più di una fata turchina senza veli.

Ecco quindi alcune domande.

All’Amministrazione Comunale di Modena che ha concesso la piazza e ha una responsabilità politica per ciò che decide di accogliere o di rifiutare, vorrei chiedere:

Un carro armato non è una slitta, non se ne va in giro portando doni. Questo, che ha in dono la pace, a quale prezzo l’ha acquistata, e in quale scontro? Da quale fronte di guerra sta tornando, o a quale fronte di guerra è diretto?

Ci sono bimbi tra le vittime e gli orfani di Israele e Palestina, Russia e Ucraina, e in ogni altra guerra di cui non veniamo informati nel TG della sera. Riuscite a scorgere, tra loro, un colpevole? Un bimbo o una bimba che meriti di essere vittima o orfano?

Ci sono bimbi o adolescenti che hanno visto la guerra, che ne sono fuggiti, e sono qui tra noi. Siano benvenuti e al sicuro. Ci sono uomini e donne che hanno perduto in guerra persone care, che sono stati feriti e ne sono fuggiti per venire tra noi. Lo stesso benvenuto è per tutti e tutte loro, in sicurezza. Modena è città tra le più accoglienti. E ora uomini e donne che avete concesso quella piazza, riuscite a immaginare che cosa sia per quelle famiglie, per quei ragazzi accompagnati da nessuno, per chi ha subito torture, attraversato deserti, lasciato indietro persone amate, camminato a fianco alla morte, riuscite a immaginare che cosa sia ai loro occhi un carro armato tra le vie della nuova, pacifica città?

Ai commercianti che hanno voluto e pagato quel carro armato pensando di vendere meglio la loro merce vorrei chiedere:

Lo zucchero filato è ancora invitante, quando un simbolo di guerra richiama alla vista il fumo delle esplosioni?

Lo scrocchiare delle mandorle caramellate resta allettante, se si pensa ai proiettili?

Le bambole e i bambolotti si possono donare allegramente ai bambini, quando un brutto arnese presentifica i corpi dei morti?

I gattini e i cagnolini di peluche si accarezzano con la stessa gioia, se si hanno in mente le bestie smagrite e sole che frugano fra le macerie?

Ai genitori che passeggeranno per il centro di Modena tenendo per mano i loro bambini vorrei far presente che un carro armato di tanti colori e addobbato a festa è meno credibile di Jack lo Squartatore con la stola da chierichetto. È più osceno di una pornostar in abiti da educanda.

Io però non consiglio di scansare quella piazza. Se è da lì che dovete passare, attraversatela. Di tante cose si può parlare con i bambini.

Se i vostri figli e le vostre figlie vedendo quel nuovo aggeggio di tanti colori lo indicheranno curiosi, dite loro che un carro armato è amico quanto la casetta di zucchero della strega. L’unica cosa giusta da fare sarebbe smontarlo pezzo per pezzo e portarselo via, ma l’aggeggio non è di candito e resterebbe indigesto.

Se poi vi chiederanno di scattare una fotografia insieme a quel Babbo Natale in armi, fate presente che cos’è veramente un carro armato. Spiegate che è uno strumento di morte, impiegato nelle guerre per fare del male senza farsi male, per uccidere persone standosene al riparo della propria corazza. Dite che ci sono bambini e bambine in tante parti del mondo che hanno perso la vita, o non hanno più una famiglia, non hanno una casa e non possono studiare perché un coso come quello e come tutti i suoi compagni di scuderia ha ridotto in briciole la loro vita e il loro paese.

A quel punto svoltate l’angolo e visitate un presepe, o gustatevi una cioccolata in tazza di un bar che non sia complice, perché credenti o no, nel giorno di Natale si festeggia una nascita, non una strage di innocenti.

(vedi la notizia qui)

Di Elena Buccoliero

Faccio parte del Movimento Nonviolento dalla fine degli anni Novanta e collaboro con la rivista Azione nonviolenta. La mia formazione sta tra la sociologia e la psicologia. Mi occupo da molti anni di bullismo scolastico, di violenza intrafamiliare e più in generale di diritti e tutela dei minori. Su questi temi svolgo attività di formazione, ricerca, divulgazione. Passione e professione sono strettamente intrecciate nell'ascoltare e raccontare storie. Sui temi che frequento maggiormente preparo racconti, fumetti o video didattici per i ragazzi, laboratori narrativi e letture teatrali per gli adulti. Ho prestato servizio come giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna dal 2008 al 2019 e come direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati dal 2014 al 2021. Svolgo una borsa di ricerca presso l’Università di Ferrara sulla storia del Movimento Nonviolento e collaboro come docente a contratto con l’Università di Parma, sulla violenza di genere e sulla gestione nonviolenta dei conflitti.