Non è soltanto papa di una chiesa e di una religione. Parla in termini di verità, di vera umanità. Ed è profeta: il profeta non è un indovino, né un mago: profeta è chi dice le parole dimenticate o soppresse, le parole che mancano, le parole dei poveri e delle vittime, le parole che, per bocca degli umili, vengono dall’alto. Ascoltare, accogliere, proseguire e vivere queste parole è opera rivoluzionaria di libertà, giustizia, umanità; è cultura e politica; è umanesimo; è vangelo.
Ha parlato il 28 ottobre, data infausta e fausta: infausta in Italia dove, nel 1922, si impose con la violenza il fascismo; fausta nella chiesa e nel mondo, nel 1958, quando fu eletto papa Giovanni. E’ lo spirito semplice e vivissimo di papa Giovanni, che, in linguaggio adeguato (“aggiornato”, direbbe lui), ritorna oggi a incoraggiare il mondo smarrito e confuso verso un cammino di vera umanità, di verità. Il discorso di ieri di Francesco mi ha commosso di esultanza e gratitudine proprio come la Pacem in terris nel 1963.
Lui stesso dice che sembrerà comunista. E’ infatti leader di un “beni-comunismo” giusto e nonviolento, atteso dai poveri – e da Dio che ispira tutte le spiritualità – nel crudele e spento mondo della dittatura del denaro sulla vita.
Francesco fa appello e dà riconoscimento ai movimenti umani dal basso. Alcuni di noi impegnati come possiamo in tali movimenti hanno auspicato un “movimento dei movimenti” nel mondo. Questo appello di Francesco aiuterà tale costruzione di vita, umanità, liberazione e giustizia-pace.
Ringraziamo e impegniamoci.
Enrico Peyretti, 29 ottobre 2014
Leggi qui il testo del discorso tenuto da papa Francesco