• 21 Novembre 2024 17:19

Caso Mikita Sviryd: disertore bielorusso in Lituania

Diadmin

Lug 2, 2024

Mikita Sviryd, disertore bielorusso: Il Movimento Nonviolento sta seguendo da vicino il caso insieme ad Our House nell’ambito della Campagna di Obiezione alla Guerra.

Mikita Sviryd è un disertore bielorusso fuggito illegalmente in Lituania allo scoppio della guerra in Ucraina perché temeva che l’esercito bielorusso partecipasse attivamente alla guerra in sostegno della Russia. Oggi Mikita è un rifugiato illegale, la Lituania gli ha infatti negato asilo politico. In Bielorussia la diserzione può essere punita con la pena di morte. Mikita Sviryd  oggi è disperato e non si aspetta nulla di buono dal futuro. Quale sarà il destino di un ragazzo che a 19 anni aveva deciso di rinunciare al servizio militare? Se vogliamo influenzare i sentimenti dei giovani bielorussi affinché non si arruolino nell’esercito e non sostengano la guerra della Russia in Ucraina, dobbiamo aiutare persone come Mikita a iniziare una nuova vita pacifica, senza armi, con il diritto di non uccidere e di non essere punito per questo né dalla Lituania né dalla Bielorussia.

Il caso di Mikita:
MIKITA SVIRYD, nato il 22 settembre 2002, è cittadino della Bielorussia. Il 28 ottobre 2021 ha ricevuto una convocazione per il servizio militare obbligatorio e non ha avuto la possibilità di rifiutare il servizio nell’esercito bielorusso. Il 24 febbraio 2022, il suo periodo di servizio aveva raggiunto i quattro mesi, durante i quali Mikita aveva già prestato giuramento. Durante i quattro mesi trascorsi nell’esercito vennero provati compiti tattici, effettuate diverse esercitazioni di tiro, frequenti marce e schieramenti in varie unità militari. In quel periodo Mikita ha dovuto sopportato insulti e umiliazioni da parte degli ufficiali. Il nonnismo è dilagante nell’esercito bielorusso; gli ufficiali ne sono consapevoli, lo condannano verbalmente, ma non fanno nulla per fermarlo.
Il 24 febbraio 2022, Mikita e i suoi commilitoni hanno guardato dei video che mostravano attacchi alle unità e alle strutture militari ucraine. Erano convinti che la Bielorussia si sarebbe unita alla guerra, il che ha causato disordini tra i coscritti, soprattutto quando è stato annunciato l’ordine di “maggiore prontezza” (ordine dato in caso di guerra). Il comandante ha distribuito armi a tutti e alcuni hanno ricevuto vere munizioni. Il personale della compagnia di Mikita è aumentato di circa 500 unità e lui temeva di essere costretto ad andare in guerra in Ucraina dalla parte di Putin, una prospettiva a cui si opponeva fermamente. Di conseguenza, ha iniziato a considerare di disertare dall’esercito, consapevole però che disobbedire agli ordini poteva comportare una pena detentiva da 8 a 15 anni. In sostanza, un soldato si trovava di fronte alla scelta tra uccidere o affrontare la prigione, il che ha portato Mikita a pensare alla diserzione.
Nel maggio 2022, Mikita era impegnato in esercitazioni vicino al confine con la Lituania e decise di cogliere l’opportunità di fuggire nell’Unione Europea. Iniziò a prepararsi per la fuga con una settimana di anticipo, studiando il territorio sulle mappe, determinando il percorso da seguire e pianificando l’ora del giorno in cui scappare. Mikita sperava di poter chiedere asilo all’interno del territorio dell’UE, considerandolo una missione che doveva essere portata a termine poiché non riusciva più a sopportare moralmente la situazione.
La mattina presto del 26 maggio 2022, tolta l’uniforme, lasciata la sua arma con le munizioni per strada e abbandonato il suo cellulare, Mikita decide finalmente di scappare. Un camionista gli ha dato un passaggio fino al confine con la Lituania che Mikita è riuscito ad attraversare illegalmente, superando diverse recinzioni. Una volta arrivato in territorio UE si è arreso alle guardie di frontiera della Lituania. Le guardie di frontiera erano molto sorprese e scettiche riguardo all’affermazione di Mikita di essere fuggito dall’esercito bielorusso. Furono chiamati i servizi speciali e fu interrogato a lungo. Raccontò in modo veritiero l’attraversamento del confine, confermò il coinvolgimento indiretto della Bielorussia nella guerra e fornì informazioni sullo spiegamento e il movimento di equipaggiamento militare russo. Più tardi, arrivarono le autorità dell’immigrazione. Mikita non riusciva a credere di esserci riuscito e di essere al sicuro. Fu travolto da forti emozioni quando si rese conto che non sarebbe tornato a casa per molto tempo e non avrebbe rivisto la sua famiglia per molto tempo. Fu quindi portato in un campo profughi in Lituania. Dopo la fuga di Mikita, militari, polizia e il KGB visitarono la sua casa in Bielorussia. Dissero ai genitori di Mikita che non sarebbe stato punito se fosse tornato e che avrebbe potuto completare il suo servizio pacificamente. Sotto la loro pressione, i suoi parenti chiamarono Mikita e lo esortarono a tornare in Bielorussia. Ma lui capì che se fosse tornato, sarebbe stato arrestato. Mikita rischia fino a 20 anni di prigione in Bielorussia e forse anche la pena di morte. Oltre alla diserzione potrebbe essere accusato di terrorismo, estremismo e tradimento. Mikita era fuggito da una missione con le armi (che aveva però lasciato in Bielorussia) e informato le autorità lituane del movimento di equipaggiamento militare russo.
Il 20 novembre 2023, il Dipartimento per le migrazioni del Ministero degli Interni della Repubblica di Lituania ha negato a Mikita asilo sul territorio della Lituania. La ragione ufficiale del rifiuto di asilo politico in Lituania è che Mikita non corre alcun pericolo in Bielorussia, la Bielorussia è un paese sicuro per il suo ritorno. Mikita ha fatto ricorso contro la decisione del Migration Department presso una corte lituana. L’udienza si è tenuta il 6 marzo 2024. La corte ha deciso di respingere il ricorso di Mikita e ha confermato la decisione del Migration Department del 20 novembre 2023. Mikita ha quindi presentato ricorso contro la decisione del tribunale lituano presso la Corte amministrativa suprema della Repubblica di Lituania. Il 6 giugno 2024, la Corte Suprema ha respinto l’appello e ha confermato il diniego di asilo per Mikita. Né Mikita, né il suo avvocato sono stati invitati all’udienza e il caso è stato esaminato per iscritto. Mikita non ha avuto l’opportunità di spiegare alcunché alla corte.
La motivazione ufficiale del diniego di asilo è la stessa: il Dipartimento per le migrazioni ritiene che per Mikita sia sicuro nel tornare in Bielorussia e che lì non corra alcun pericolo.
Non è vero. Mikita è minacciato di prigione e persino di pena di morte in Bielorussia.
Al momento Mikita si trova illegalmente in Europea e deve nascondersi dalla deportazione forzata in Bielorussia. Mikita è in profonda depressione ed è incline al suicidio perché ha paura della tortura e della morte in una prigione bielorussa, oltre a temere di essere in guerra contro l’Ucraina.

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