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Opal: il nuovo Annuario “Commerci di armi, proposte di pace”

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Nov 11, 2014

L’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL) celebra il decimo anniversario della sua costituzione con un nuovo volume di analisi, ricerche, proposte e recensioni dal titolo “Commerci di armi, proposte di pace” (Editrice GAM).

«Oggi come dieci anni fa, crediamo – ha affermato il presidente di OPAL, Piergiulio Biatta – che un Osservatorio bresciano sulle armi leggere rappresenti un vanto e insieme un impegno per la società civile della città e della sua provincia: un vanto, perché ha saputo dar vita a un’iniziativa non estemporanea, ma di costante ricerca e riflessione intorno a una delle attività produttive più delicate di quest’area e del paese; e anche un dovere, affinché questo tema scottante e decisivo per ogni vera democrazia non venga lasciato agli “addetti ai lavori”, alle associazioni degli armieri e agli uffici stampa dei ministeri, ma continui a stimolare domande difficili e ad esigere risposte serie».

La produzione e soprattutto l’esportazione di “armi leggere” della provincia di Brescia è oggetto dell’esame di un approfondito studio di Giorgio Beretta dal titolo “Le esportazioni di armi del distretto armiero bresciano nel contesto italiano e internazionale”.

«Il numero e la distribuzione geografica dei paesi forniti dalle aziende bresciane che esportano armi leggere – commenta Giorgio Beretta, analista di OPAL – segnala la rilevanza anche politica del ruolo del nostro paese, e della provincia di Brescia in particolare, nel commercio di armi. Qualunque sia la categoria statistica di riferimento, i dati confermano che nell’ultimo decennio l’Italia ha mantenuto il ruolo di leader mondiale nell’export di “armi comuni” e di “armi non militari” con un trend in costante crescita. Lo stesso vale per la provincia di Brescia che negli ultimi anni ha conseguito risultati mai raggiunti. Se è vero che gran parte dell’export italiano è diretto verso gli Stati Uniti, sono però in aumento soprattutto le esportazioni verso talune aree del mondo – in primo luogo il Medio Oriente e il Nord Africa – che sono dilaniate da guerre e conflitti sociali».

«Non va dimenticato, in ogni modo – nota Roberto Cucchini, storico e ricercatore di OPAL – che Brescia e la sua provincia possono vantare una lunga tradizione non solo nella produzione di armi leggere ma anche in fatto di lotte popolari per la pace, in particolare quelle che nell’ultimo dopoguerra hanno visto come protagonisti i “partigiani della pace”. Se in anni più recenti questa “tradizione” è stata tenuta viva solo da piccoli gruppi di “obiettori” e di pacifisti operanti all’interno del movimento operaio, lo si deve soprattutto a un generale declino delle lotte di massa e a una concentrazione in pochissime aziende di un tessuto produttivo che in precedenza era ben più fitto e diversificato».

«In questo volume abbiamo anche voluto toccare – aggiunge Mimmo Cortese, ricercatore e membro fondatore di OPAL – il tema sensibile dell’educazione alla pace, uno dei settori dell’attività che OPAL rivolge in particolare alla cittadinanza bresciana: tema che abbiamo declinato ripercorrendo le certo non nuove ma sempre attuali considerazioni dello psicanalista Bruno Bettelheim a proposito delle armi-giocattolo e del loro ruolo nell’educazione infantile».

Nell’Annuario trovano spazio, inoltre, i testi dei comunicati pubblicati da OPAL negli ultimi due anni; il saggio di Gabriele Mombelli sui complessi meccanismi messi a punto per dotare di armi leggere l’Autorità Nazionale Palestinese; l’articolo di Carlo Tombola sulla Fiocchi Munizioni di Lecco, azienda leader nel settore delle munizioni leggere; l’esame compiuto da Adriano Iaria della legislazione italiana sulle armi leggere alla luce del nuovo trattato sul commercio delle armi convenzionali; le recensioni di Manuela Fabbro e Fulvio Salimbeni.

«Questo è un momento cruciale – aggiunge Carlo Tombola, coordinatore scientifico di OPAL – per riportare al centro dell’attenzione dei media e del dibattito pubblico il tema degli armamenti e della sua complementarietà rispetto al tema della guerra: un collegamento che sembrerebbe ovvio, ma che viene continuamente rimosso. Qui, sul territorio bresciano, quasi si nega che l’azienda Beretta sia uno dei massimi esportatori mondiali di armi da guerra, anche quando i suoi magazzini straboccano di fucili per sniper, lanciagranate, visori notturni e persino di vecchie armi sottoposte a retrofit prima di scomparire nel “mercato grigio” globalizzato. A Roma, invece, il governo Renzi è giunto dove nessun precedente governo osava sperare: ricicla vecchi kalashnikov insieme a ben più moderni sistemi d’arma per sostenere le milizie curde in Siria, “annuncia” la riduzione degli F-35, spedisce droni e soldati italiani nei teatri di guerra: tutto ciò senza un’adeguata informazione e a fronte di un sempre più labile controllo parlamentare».

E proprio sul controllo delle esportazioni di armi leggere e di sistemi militari, la Rete italiana per il disarmo – di cui l’Osservatorio OPAL è membro – nei giorni scorsi ha inviato una lettera a tutti i parlamentari e ai presidenti delle Commissioni competenti per chiedere che venga prontamente presa in esame la Relazione governativa annuale. Dal 2008, infatti, il parlamento non sta esaminando queste relazioni venendo meno ad uno dei suoi compiti specifici in una materia, come quella dell’export di armi, che ha implicazioni dirette sulla politica estera e di difesa del nostro paese.

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