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Azione nonviolenta, Settembre-Ottobre 2015 (Anno 52, n. 611)

Diadmin

Ott 30, 2015

Elogio dei disertori

Sono loro i veri eroi

Per un secolo la storia ufficiale ci ha raccontato degli eventi accaduti in Italia tra il 1915 e il 1918, come di un’epopea vittoriosa per l’unificazione del Paese. Una storia di eroi, di gloriose battaglie, di amor patrio, di riconquista delle nostre terre, di cacciata dell’invasor … La retorica fascista è entrata nei libri scolastici, nei documentari, nelle canzoni patriottiche, nelle raffigurazioni, nei monumenti, nell’immaginario collettivo. Nel 1921 l’Altare della Patria ospita le spoglie del “milite ignoto” e la prima guerra mondiale diventa definitivamente una celebrazione dell’Italia unita e della sua libertà.

Ma questa enorme mistificazione, questa grande menzogna, ha i suoi oppositori, instancabili ricercatori della verità storica: dal Papa Benedetto XV che ha il coraggio di definirla “inutile strage”, al romanzo di Emilio Lussu “Un anno sull’altipiano”, alle canzoni popolari come “O Gorizia tu sia maledetta”, ai film come “Uomini contro” di Francesco Rosi. Ora, finalmente, in occasione del centenario di quegli anni, stanno emergendo libri, ricostruzioni storiche, documenti, che raccontano la verità, le sofferenze, i massacri, le aberrazioni di quella guerra, come di tutte le guerre.

In ogni città abbiamo ancora vie o piazze dedicate ad un assassino come fu il generale Luigi Cadorna: una vergogna che deve essere cancellata, per ridare onore e dignità ai tanti soldati che furono mandati al massacro, fucilati, e sprezzantemente definiti “vigliacchi disertori”. Erano invece la meglio gioventù che aveva ben capito che “il nemico era alle spalle” e cercava di salvare la vita.

Vogliamo dedicare a tutti i “disertori” questo numero di Azione nonviolenta, e lo facciamo raccontando una piccola ma significativa storia avvenuta il primo luglio del 1916 nel paesino di montagna Cercivento, in Carnia, dove c’è un cippo che onora un disertore. L’alpino Silvio Gaetano Ortis, venne fucilato proprio lì, dietro al piccolo cimitero.

Era un ragazzo dell’ 8° Reggimento, 109.ma Compagnia. Condannato a morte per rivolta e diserzione. Quando al plotone giunse l’ordine di attaccare le postazioni austriache sul monte Cellon in pieno giorno, uscendo allo scoperto per un lento e difficile tragitto sotto il tiro delle mitragliatrici, Ortis si fece portavoce dei suoi ragazzi e disse: “Signornò, sarebbe un suicidio”. Ortis lo ripetè al capitano: bastava attendere la notte, spiegò, e le nebbie che si formavano in quelle sere avrebbero protetto gli attaccanti. Ma il capitano Cioffi, il cui mito era il generale Cadorna, il grande macellaio, decise di passare subito alla fucilazione «per dare l’esempio». La cima del Cellon fu espugnata da un’altra compagnia, ma l’attacco avvenne di notte, protetti dalle nebbie, proprio come suggerivano i disertori fucilati. Con il giovane Ortis morirono altri tre alpini.

Ma in paese questa storia non viene dimenticata. Il giornalista Alvise Fontanella, sul Gazzettino di qualche settimana fa, ci racconta il seguito: “Quando la famiglia chiede di poter seppellire degnamente i resti di Silvio, le autorità militari proibiscono che suonino le campane e vietano la cerimonia ai non familiari (…) Nel marzo 1990 il pronipote dell’alpino Ortis inoltrò alla Corte militare d’appello istanza di riabilitazione del suo parente, fucilato 74 anni prima, allegando documenti raccolti in un lavoro ventennale. La risposta, da Roma, fu sublime: «Istanza inammissibile, manca la firma dell’interessato». Ci riprovò il ministro della Difesa nel 2010, ma la giustizia militare, 94 anni dopo i fatti, bastonò anche il ministro: «Le testimonianze non sono verbalizzate dall’autorità giudiziaria». I protagonisti devono risorgere dai morti per firmare il verbale.
Oggi a Cercivento si è costituito un comitato per la riabilitazione di Ortis e degli altri alpini. La Provincia di Udine ha indirizzato un appello direttamente al presidente della Repubblica. Noi ci uniamo affinché un secolo dopo si riconosca chi era davvero un eroe che salvò l'intera Compagnia da un massacro certo. E ci auguriamo che le autorità militari si inginocchino a quel cippo per chiedere perdono a nome di tutta Italia.

Mao Valpiana
Direttore

Azione nonviolenta, Settembre-Ottobre 2015

(Anno 52, n. 611)

In questo numero:

Editoriale: Elogio del disertore, di Mao Valpiana

Numero monografico sulla prima guerra mondiale: Bisogna disertare ancora, come e più di cent’anni fa, di Pasquale Pugliese; La vasta opposizione popolare alla grande guerra dei potenti, di Ercole Ongaro; La meglio gioventù del 1915: Mario e Fermo due giovani martiri, di Marco Marzi; La follia della guerra ha fatto impazzire i soldati, di Francesca Campani; Il Servizio Civile Internazionale come concreta alternativa alla guerra, di Daniele Lugli; I treni della fratellanza che salvarono i bambini di Vienna, di Roberto “Nik” Albanese; Tregua di Natale del 1914 tra soldati tedeschi e inglesi, di Giorgio Giannini; Obiettori all’inutile strage furono considerati pazzi, di Sergio Albesano; Maestri di pace, hanno detto … sulla guerra, a cura del Centro redazionale del Litorale romano; Ci hanno raccontato menzogne, ora raccontiamo la vera storia, a cura di Luca Kocci.

Documentazione. 2 ottobre, Nonviolenza o barbarie; 4 novembre, 100 anni dopo: basta guerre! Un’altra difesa è possibile; Violenze in Turchia, Medio Oriente e nord Africa.

Rubriche: Educazione e stili di vita, a cura di Gabriella Falcicchio. Raccontare la guerra senza retorica né nozionismo; La nonviolenza nel mondo, a cura di Caterina Bianciardi e Ilaria Nannetti. La Piccola Pace nella Grande Guerra; Attivissimamente, a cura di Daniele Taurino. Scrivere storie ripensando la Grande Guerra.

In copertina: La grande menzogna

In seconda di copertina: Indice

In settima: Biani alla 7°

In terza di copertina: L’Asino

In quarta di copertina: 4 novembre 2015

Direzione e amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803

(da lunedì a venerdì: ore 9-13 e 15-19).

an@nonviolenti.org – www.azionenonviolenta.it

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Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona (Iban: IT 35 U 07601 11700 000018745455).

E’ possibile chiedere una copia omaggio, inviando una email all’indirizzo an@nonviolenti.org scrivendo nell’oggetto “copia di ‘Azione nonviolenta’”.


 

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