Geries Khoury, anch’egli amico di Pax Christi, teologo e appassionato difensore dei diritti del suo popolo e della sua terra, la Palestina.
Nanni Salio, amico e studioso di nonviolenza sociale e politica.
Giulio Regeni, giovane barbaramente ucciso in Egitto; attento ai movimenti sociali, culturali e sindacali di quel Paese; esempio di impegno per la costruzione di ponti di umanità in un contesto lontanissimo dalle condizioni di uno stato di diritto.
Anche in loro memoria esprime sdegno e preoccupazione per le possibili imminenti ‘operazioni militari’ italiane in Libia e in Iraq, ribadendo quanto più volte espresso: non si può nutrire il male che si dice di combattere. Non si spegne il fuoco gettandovi benzina in continuazione. Non si possono ripetere gli errori del passato alimentando i conflitti e il terrorismo.
Abbiamo assistito troppe volte all’ipocrisia di interventi militari che vengono indicati come necessari per salvaguardare i diritti dei popoli, abbattere dittatori se non addirittura per esportate la democrazia. E sempre fuori da qualsiasi regola: non più l’intervento dell’ONU, ma quello della NATO – organismo ormai non difensivo ma che mira a garantire l’accesso alle risorse – o di qualche coalizione di volonterosi. E sempre con l’intervento più i meno diretto degli USA. Non si può continuare a rimediare ai nostri disastri con altri disastri.
Occorre dire basta agli interventi armati italiani. Occorre opporsi alla chiamata permanente alle armi ridando all’ONU un ruolo centrale nel processo di pace in Siria, in Iraq e in Libia. Opporsi ad una politica basata su continui interventi militari (sollecitati o promossi dalla Nato) che spegne le piccole luci accese con negoziati faticosamente avviati.
In tale ambito, chiediamo il rispetto della legge 185/90 sul commercio delle armi, di bloccare l’invio di armi italiane nei luoghi di guerra, di impedire l’invio di armi verso il Medio Oriente, in particolare verso l’Arabia Saudita che sta bombardando da un anno lo Yemen.
Chiediamo di porre fine all’investimento continuo in armamenti nel nostro Paese, a partire dai costosissimi e pericolosissimi aerei da guerra F35, promuovendo viceversa corpi civili di pace per una difesa civile non armata e nonviolenta, come proposto da tante associazioni con una legge di iniziativa popolare depositata in Parlamento .
Firenze, 9 febbraio 2016