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i nostri morti

DiEnrico Peyretti

Apr 14, 2016

Ma ci lasciano soli?
Essi si aggiungono a tanti promotori ed esploratori del nostro cammino, che li hanno preceduti.

Nanni amava che in gennaio, nell’anniversario di Domenico Sereno Regis, li ricordassimo tutti, co

nanni salio verona gennaio 2012 festa MN
nanni salio verona gennaio 2012 festa MN

nsapevoli della loro compresenza nel nostro lavoro, nello spirito che anima la nostra speranza attiva, nella nostra amicizia impegnata.

Continuiamo a ricordarli, perché sono doni vivi dati a noi, ed è nostro debito trasmetterne lo spirito e il lavoro.
Davanti alla morte ognuno di noi ha i suoi interrogativi e le sue piccole o grandi luci.
Tutti insieme abbiamo la decisione di non rassegnarci alla morte data dalla violenza delle armi, delle ingiustizie, delle culture inumane.

Se l’umanità arriverà a non aggiungere morte alla morte, arriveremo forse a imparare che la morte naturale non ci fa perdere nessuna vita che sia viva, che viva per gli altri, per ciò che è giusto.

Fulvio Cesare Manara
Fulvio Cesare Manara

Ci abbracciamo tra noi con forza, con i nostri amici “andati avanti”.

Enrico

Di Enrico Peyretti

Enrico Peyretti (1935). Ha insegnato nei licei storia e filosofia. Membro del Centro Studi per la pace e la nonviolenza "Sereno Regis" di Torino, del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Università piemontesi, dell'IPRI (Italian Peace Research Institute). Fondatore de il foglio, mensile di “alcuni cristiani torinesi” (www.ilfoglio.info). Collabora a diverse riviste di cultura. Gli ultimi di vari libri (di spiritualità, riflessione politica, storia della pace) sono: Dialoghi con Norberto Bobbio su politica, fede, nonviolenza, (Claudiana, 2011); Il bene della pace. La via della nonviolenza (Cittadella, 2012). (peacelink.it/peyretti)

1 commento su “i nostri morti”
  1. Ottimo, come sempre, il tuo ricordo di Pietro (per tutti noi Piero) Pinna, perchè leggo sempre i tuoi articoli sulla rivista “Rocca” (edita da la Cittadella Cristiana di Assisi: http://www.rocca.cvittadella.org) che è la piu bella espressione del cattolicesimo militante, anche di quella “teologia della liberazione “sviluppata sopratutto in Sud-America da grandi studiosi ,mai solo filosofi o pedagogisti, attivi nelle rivendicazioni sociali, proprio come era Piero Pinna. Ricordo sempre con gioia la testimonianza che diede una volta, a Firenze della vita e opera di Padre Balducci e Turoldo” sacerdoti e poeti concreti nel duro cammino della vita” ( detto da Piero ,me lo ero appuntato perchè era la prima volta che sentivo parlare di detti grandi teologi-filosofi-politici). Poi tornai, sopratutto negli anni tra il 1980 e 1996, alla Cittadella Cristiana di Assisi dove, lo sai bene Enrico, si respira l’aria gioiosa di Francesco, l’umile santo nonviolento che si recò anche in Terrasanta per tentare una mediazione tra mussulmani e cristiani occidentali. Era la stessa aria che io ho provato tante volte nelle marce da Perugia ad Assisi; una volta mi ricordo Pietro Pinna, che si era affaticato con gioia per la riuscta della marcia, subi nella rocca di Assisi,agli interventi finali della marcia, un duro attacco da parte di alcuni militanti comunisti che dicevano: “ma chi sei tu… nonviolento, chi rappresenti, vai a ca…” Piero Pinna concluse il suo intervento dicendo : “io sono nulla, un umile servitore della nonviolenza e amo tutti quelli ,come i militanti comunisti, che si battono per la giustizia sociale indipendentemente dalle loro idee, grazie cari compagni fratelli, arrivvederci e considerate la nonviolenza come la leva che cambia questo mondo che non ci piace, ma si può cambiare con l’apporto di tutti” così quei militanti del PCI si zittirono e se ne andarono lontano dal palco dove c’era la postazione per gli interventi finali della marcia per la pace Perugia-Assisi (ricordiamo, promossa per la prima volta, nel 1961 da Aldo Capitini e..nel sottopalco, lavorando umilmente per la riusct, Piero Pinna, un grande nonviolento che rimarrà sempre nel mio cuore anche perchè era sardo come me. Guido, del Movimento Nonviolento, da Nuoro.

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