di Filippo Thiery (tratto da Facebook)
Oggi la foto del profilo con il nastro arcobaleno per la terrificante carneficina di Orlando, esattamente 7 mesi fa quella con i colori della bandiera francese per la strage di Parigi, poi di quella belga per le bombe di Bruxelles, a seguire quella pakistana per gli attentati a Lahore, quella nigeriana per lo sterminio nel villaggio di Dalori e ancora quella irachena per il massacro di ragazzini allo stadio di Iskanderiyah, in precedenza quella kenyota per la mattanza all’università di Garissa, quella libanese per gli attentati nel quartiere sciita di Beirut, quella curda per l’eccidio siriano ad Aleppo, quella afghana per le bombe statunitensi sugli ospedali di Medici Senza Frontiere…
… purtroppo ci sarebbe da metterne una diversa per ogni giorno dell’anno, maledizione.
C’è però un simbolo che da solo le comprende tutte, senza dimenticarne nessuna, comprese le tantissime che non ho elencato. E’ sempre quello sì, per questo lo porto tutti i giorni, per questo è fisso anche nella mia foto del profilo, il fucile spezzato.
Per esprimere il rifiuto ed il ripudio delle armi, senza condizionali, senza periodi ipotetici e senza eccezioni. Chiunque le utilizzi, per affermare qualsiasi “causa” e contro qualsiasi “nemico”, in qualunque luogo del mondo, in nome di qualsiasi principio, vessillo o idea.
Un modo per esprimere il ripudio più fermo, profondo ed assoluto verso la logica di chi, in qualsiasi parte del mondo, per qualsiasi motivo e sotto qualsiasi bandiera, possa raggiungere l’aberrazione di catalogare nel campo delle possibilità l’azione di sterminare altri esseri umani.
(Filippo Thiery)