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La società nonviolenta dal basso – contributo di Claudio Morselli

Diadmin

Mar 20, 2017
Morselli Mantova

La società nonviolenta dal basso Riflessioni ed iniziative di un nuovo Centro

Il centro territoriale del Movimento Nonviolento di Mantova si è costituito nell’ottobre 2016, dopo alcuni mesi di confronto tra gli amici della nonviolenza che hanno condiviso l’appello lanciato dal MN nazionale per “un impegno quotidiano e costante – sui luoghi di studio, di lavoro, tra gli amici, tra le associazioni – per la nonviolenza e il disarmo. Non come aspirazione generica alla pace, ma come processo di costruzione della nonviolenza organizzata, che operi culturalmente e politicamente per realizzare i mezzi e i dividendi di pace”.

L’analisi delle disuguaglianze sociali che diventano sempre più dirompenti e della violenza del vero Potere – il capitale finanziario – che corrompe e smantella le istituzioni democratiche unita alla conclamata insufficienza di una politica partitiva che dimostra tutta la sua inadeguatezza a svolgere il proprio compito di governare la cosa pubblica per il bene comune, sono stati gli impulsi della nostra scelta di costruire una forte organizzazione territoriale che aiuti a sviluppare l’azione “politica e culturale” per la nonviolenza.

Le prime iniziative

Il primo impegno è stato quello di raccogliere le firme sulle cartoline della campagna “Un’altra difesa è possibile”. Abbiamo quindi approfondito la discussione sull’attualità e sull’estrema necessità della nonviolenza, in un mondo in cui sembra non si intravvedano strade percorribili per fermare l’atrocità delle guerre. La tragedia di Aleppo ci ha fatto riflettere sull’assurdità della guerra e sulla sofferenza umana; e per Aleppo abbiamo organizzato, il 26 dicembre 2016, un momento di raccoglimento e riflessione, molto partecipato, in piazza San Luigi a Castiglione delle Stiviere, con un messaggio semplice e chiaro: non siamo indifferenti, restiamo umani. Precedentemente, il 24 novembre, avevamo organizzato una serata musicale a tema – “Pace e Nonviolenza” – con Deborah Kooperman.

Educazione alla nonviolenza

Considerando fondamentale l’educazione alla nonviolenza e considerando prioritario, nell’attività del gruppo, il coinvolgimento dei giovani e della scuola, abbiamo predisposto un progetto di educazione alla gestione nonviolenta dei conflitti per le scuole secondarie di primo e secondo grado di Castiglione delle Stiviere. Il progetto, che ha avuto il consenso dei dirigenti scolastici, sarà realizzato nel prossimo anno scolastico 2017-2018 e verrà finanziato dalla locale sezione soci della Coop, con i punti messi a disposizione dai soci Coop. Sono previsti sei percorsi formativi in sei classi della scuola secondaria di primo grado e altrettanti nella scuola secondaria di secondo grado. I percorsi saranno effettuati in modo laboratoriale e dunque attraverso una metodica interattiva ed esperienziale: la teoria sarà ridotta al minimo e ci si avvarrà di giochi, role playing, attività espressive, esercitazioni, visione di filmati, condivisione di esperienze, confronto e analisi critica, in modo che i partecipanti e le partecipanti possano apprendere in modo attivo e divertendosi. Si lavorerà con una classe per volta proprio per consentire la miglior applicazione di questa metodologia. La scuola metterà a disposizione uno spazio adeguato e libero dai banchi, in modo da poter consentire la disposizione a cerchio e agio nei movimenti e nei lavori di gruppo; videoproiettore o LIM; lavagna, fogli grandi e colori. È previsto inoltre un altro modulo di tre incontri sulla violenza di genere, per un totale di nove incontri per ogni classe coinvolta. Obiettivo: aiutare i ragazzi e le ragazze a riflettere sulle dinamiche, le cause e gli effetti della violenza di genere, le distorsioni di stereotipi e pregiudizi, le insidie dei mass media, la natura invischiante delle relazioni violente in ambito affettivo (facile cadervi, difficile uscirne), i segnali d’allarme cui prestare attenzione, gli strumenti per fronteggiare queste situazioni. Il progetto si completerà con un percorso formativo per gli insegnanti (uno per ogni scuola), al fine di trasmettere alcune competenze e strategie su come consolidare nel tempo le acquisizioni dei laboratori effettuati con gli/le studenti/esse.

Nel frattempo abbiamo iniziato a collaborare con un gruppo di genitori che promuove percorsi di formazione, in collaborazione con la Scuola Montessori di Gavardo, e abbiamo attivato contatti con alcune scuole che hanno adottato il progetto “Senza Zaino” (http://www.senzazaino.it/), anch’esso legato alla pedagogia di Maria Montessori, per avviare una sperimentazione di tale progetto anche nei nostri territori.

Omnicrazia e autogoverno solidale delle comunità locali

Riflettendo sull’omnicrazia di Capitini e su come realizzare il potere di tutti, ci siamo riconosciuti nelle idee e nelle proposte della Carta di Arcevia 2 e nella sua concezione di “gestione comunitaria” di un territorio, una gestione realizzata dai cittadini di quel territorio, sotto la loro responsabilità, orientata al bene e all’interesse comune, sia della comunità locale che di quella nazionale, una gestione che viene affrancata dalla deregolamentazione del mercato e dal potere della finanza speculativa. Per la sua realizzazione c’è bisogno di poter agire su “beni comuni” ai componenti della comunità stessa, cioè su beni della comunità o affidati in responsabilità alla comunità. Nella Carta di Arcevia 2 si ricorda che l’economista Elinor Ostrom, premio Nobel per l’economia nel 2009, ha affermato e documentato che le comunità locali possono gestire meglio, sia dei privati che dello Stato, non solo i beni comuni e il territorio, ma anche tutta la vita sociale, politica, economica e culturale del territorio, senza che per questo debbano isolarsi.

Abbiamo quindi aderito all’Associazione verso il Des (Distretto di Economia Solidale) del Basso Garda per lavorare – insieme ai GAS (Gruppi di Acquisto Solidale), alle Botteghe del Commercio Equo e Solidale, ai gruppi, ai comitati, alle associazioni e ai movimenti che operano nel territorio – alla realizzazione di questa esperienza di democrazia partecipativa per la gestione comunitaria, solidale e sostenibile (e quindi nonviolenta) dell’economia locale.

La proposta di una grande movimento per la nonviolenza

Il cambiamento, nel segno della nonviolenza, può avvenire dunque attraverso la partecipazione dei cittadini alla costruzione dal basso dei processi di trasformazione, con l’obiettivo di realizzare la società di tutti e il potere di tutti mediante l’autogoverno delle comunità locali. Come dicono gli zapatisti, «ribellarsi facendo», cominciando da subito il cambiamento, con tante piccole azioni quotidiane, con la modifica degli stili di vita, intervenendo sulla struttura economica e sociale dei territori, selezionando gli acquisti con il consumo critico, il commercio equo-solidale, con azioni concrete di solidarietà, di mutuo soccorso e di economia sociale.

Ecco allora che si pone la necessità di creare una rete delle realtà associative e dei movimenti che, sia pure operando in modo diverso e su tematiche diverse, si riconoscono nei valori della nonviolenza. Una rete nella quale i cittadini, consapevoli delle grandi potenzialità e della grande forza della loro azione comune, possano superare la sfiducia e la rassegnazione, il senso di isolamento e di impotenza, per diventare i protagonisti della lotta nonviolenta e del cambiamento di cui il Paese ha bisogno.

È per questi motivi che ci impegniamo a fare la nostra parte per costruire un grande movimento nazionale della nonviolenza, un movimento radicato nei territori e che, nello stesso tempo, contribuisca alla creazione di una rete internazionale della nonviolenza, per contrastare con sempre maggiore efficacia, a livello globale, la politica delle armi e della guerra, lo strapotere delle multinazionali e della grande finanza mondiale, le disuguaglianze sociali e la devastazione ambientale del pianeta.

* Centro territoriale del Movimento Nonviolento di Mantova

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