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Filastrocca ribelle, dal gusto amaro

DiElena Buccoliero

Mag 3, 2017

Se un membro della famiglia – ad esempio una adolescente, e perciò due volte ribelle e due volte fragile: per età e per sesso – non lo tollera, la sua reazione può, raramente, essere trasformativa e di crescita per tutti. Molto più spesso è, per la ragazza, l’ingresso in una solitudine sconfinata. Occorre molta forza e un pizzico di fortuna per non tornare sui propri passi e continuare a credere di avere fatto la scelta giusta, perché deve esserci un’altra possibilità. A scapito dell’appartenenza, certo, ma a vantaggio della propria crescita, della propria libertà.

Sorrido senza luce.

L’ho pagata cara:

ribellarmi al duce

e a una vita amara.

 

Le botte con le ortiche

non me le sono inventate.

Proibite le amiche

buie le mie giornate

 

tra panni da stirare

cucinare per tutti

un fratellino da badare…

Troppi ricordi brutti.

 

Finché ne ho avuto abbastanza

e in un attimo, voilà,

esco dalla mia stanza

entro in comunità.

 

Certo non mi consola

sapere che mia madre

mi ha lasciata sola

e difende mio padre.

 

Lo so che in tribunale

m’hanno detto bugiarda.

Anche per questo sto male.

La vita è beffarda.

 

Sono stata sincera

però ho perso tutto.

La mia vita è più vera

ma è oscurata dal lutto.

Di Elena Buccoliero

Faccio parte del Movimento Nonviolento dalla fine degli anni Novanta e collaboro con la rivista Azione nonviolenta. La mia formazione sta tra la sociologia e la psicologia. Mi occupo da molti anni di bullismo scolastico, di violenza intrafamiliare e più in generale di diritti e tutela dei minori. Su questi temi svolgo attività di formazione, ricerca, divulgazione. Passione e professione sono strettamente intrecciate nell'ascoltare e raccontare storie. Sui temi che frequento maggiormente preparo racconti, fumetti o video didattici per i ragazzi, laboratori narrativi e letture teatrali per gli adulti. Ho prestato servizio come giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna dal 2008 al 2019 e come direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati dal 2014 al 2021. Svolgo una borsa di ricerca presso l’Università di Ferrara sulla storia del Movimento Nonviolento e collaboro come docente a contratto con l’Università di Parma, sulla violenza di genere e sulla gestione nonviolenta dei conflitti.

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