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Una meditazione in un giorno di digiuno

DiPeppe Sini

Feb 23, 2018
Peppe Sini

Pressoche’ ovunque un modo di produzione e riproduzione sociale – e i connessi sistemi di organizzazione e comando dei rapporti sociali e tra esseri umani e natura – impongono relazioni di asservimento e alienazione, di avida brutale rapina e vorace insensato consumo, ed aggrediscono e avvelenano e devastano e distruggono irreversibilmente fino all’annichilimento parti crescenti di quest’unico mondo vivente casa comune dell’umanita’ intera.
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Non sono un credente di alcuna fede, ma condivido pienamente le parole e le azioni del papa in difesa della pace, dei diritti umani di tutti gli esseri umani, del mondo vivente tutto; condivido la sua denuncia delle armi assassine e di ogni forma di oppressione che offende e strazia e denega la vita, la dignita’ e i diritti di innumerevoli persone innocenti; condivido la sua esplicita scelta della nonviolenza come unica forma di lotta adeguata a contrastare tutti i poteri violenti, tutti i rapporti sociali iniqui, tutte le forme di sfruttamento e consumo e dominio che in quanto tali negano l’eguaglianza di dignita’ e diritti di ogni essere umano, il valore di ogni esistenza cosi’ come, ed a maggior ragione, dell’intera biosfera, un unicum la preservazione dei cui delicatissimi equilibri – la cui rottura puo’ portare a conseguenze apocalittiche – richiede riconoscimento, rispetto e cura, richiede conoscenza, coscienza e riconoscenza.
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In questa giornata mi sembra si possa e si debba, da parte di ogni persona di ragionevole sentire e di volonta’ buona, esprimere un impegno persuaso e concreto a recare aiuto a chi soffre, ad opporsi a tutte le violenze, nella consapevolezza che la regola aurea della convivenza umana ti chiede di agire nei confronti delle altre persone cosi’ come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Agire quindi contro la guerra e tutte le uccisioni: poiche’ il primo fondamentale diritto di ogni essere umano e’ il diritto di vivere, quindi il diritto di non essere ucciso, quindi il diritto di essere aiutato nell’ora del dolore, del pericolo, del bisogno.
Agire quindi contro il razzismo e tutte le persecuzioni: poiche’ tutti gli esseri umani fanno parte dell’unica umanita’, tutti sono eguali in diritti, ed ogni essere umano essendo diverso da ogni altro e’ unico, prezioso ed insostituibile, ed ogni sofferenza inferta ad una persona colpisce e strazia l’umanita’ tutta.
Agire quindi contro il maschilismo e tutte le oppressioni: il maschilismo essendo la prima radice e il primo paradigma di ogni violenza.
Ricordare sempre che il primo dovere e’ salvare le vite: e quindi soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Di Peppe Sini

Direttore responsabile del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo. Cura i "Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino", una newsletter quotidiana sui temi legati alla nonviolenza. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it , centropacevt@gmail.com

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