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MANIFESTO per un percorso verso un’Europa di Pace

Diadmin

Mag 23, 2014

PREMESSA

Quel che succede in Serbia dimostra la necessità degli Stati Uniti d’Europa. Che i governi facciano posto ai popoli uniti. Finiamola con gli imperi assassini. Mai più guerre, mai più massacri, mai più carneficine: libero pensiero, libero scambio, fratellanza. E’ dunque così difficile la pace? La Repubblica d’Europa, la Federazione continentale, non vi è altra realtà politica diversa da essa. Su questa realtà, che è una necessità, tutti i filosofi sono d’accordo e oggi i boia uniscono la loro dimostrazione alla dimostrazione dei filosofi. Ciò che le atrocità della Serbia mostrano senz’ombra di dubbio è la necessità di una nazionalità europea, un governo uno, un immenso arbitrato fraterno, la democrazia in pace con se stessa: in una parola, gli Stati Uniti d’Europa” (Victor Hugo, agosto 1876)

Dal 1876 a oggi ci sono state nel mondo centoquaranta guerre con centinaia di milioni di morti, città distrutte e devastanti effetti economici, sociali e culturali che si sono protratti per decenni.

Nel 2014 sessanta Stati nel mondo sono coinvolti in conflitti armati.

Ciò avviene sotto forma apparente di guerre civili o di lotta contro gruppi di terroristi o di azioni militari contro militanti fondamentalisti e – solo in casi isolati – in scontri fra Stati confinanti, ma la presenza sotto varie forme di Stati terzi è prevalente, com’è dimostrato dalla guerra in Iraq, dalla partecipazione militare internazionale in Afghanistan, dall’intervento in Libia, dal conflitto in Mali, dalle cinque missioni militari e dalle dieci missioni civili dell’Unione europea.

Cresce il numero dei territori che lotta con azioni pacifiche o con atti di guerriglia per l’indipendenza dallo Stato centrale e dove si sviluppano movimenti indipendentisti o separatisti.

Come sappiamo la pace non è solo l’assenza di guerra ma è legata anche al rispetto della dignità umana, alla qualità della vita, alla sicurezza e alla garanzia di beni pubblici come il diritto all’acqua, all’educazione e alla salute.

Ogni giorno muoiono ventiquattromila persone al mondo per malnutrizione, un fenomeno che coinvolge ottocento milioni di persone mentre un miliardo di esseri umani vive attualmente con meno di trenta euro al mese.

In cinquantotto Stati vige ancora la pena di morte, che miete ogni giorno decine di vite umane.

La criminalità si è organizzata in tredici reti transnazionali con un fatturato in crescente aumento, connessioni con il traffico di armi e rischi per la pace e la sicurezza.

Infine, l’ultimo rapporto degli scienziati sul cambiamento climatico lancia un drammatico allarme su un cambiamento di paradigma perché il mondo, in vista del Vertice di Parigi nel prossimo dicembre 2015 rischia di passare dalla lotta al riscaldamento del pianeta e alle emissioni di gas a politiche di adattamento a un mondo super-riscaldato.

MANIFESTO per un percorso verso un’Europa di Pace

Noi siamo convinti che la vera sfida della prossima legislatura europea non starà nel completamento dell’Unione economica e monetaria ma in un cambiamento di rotta, affidando ai movimenti della società civile la missione di ri-appropriarsi del sogno di Ventotene di Altiero Spinelli e di promuovere un riordinamento costituzionale che parta dal nuovo Parlamento eletto con un ruolo democratico e

costituente e dia all’Unione i mezzi per lottare contro gli effetti perversi della sovranità assoluta nel mondo e contro l’involuzione rappresentata dal ritorno agli Stati-nazione in Europa.

Noi intendiamo proporre alle istituzioni ed alla politica europee da oggi in poi le seguenti azioni

AREA POLITICA

  • Promuovere la scrittura partecipata di una Costituzione democratica e federale a partire dall’articolo 1 “L’Europa ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

  • Rilanciare il dibattito sulla riforma delle Nazioni Unite sostenendo in particolare l’iniziativa per un’assemblea parlamentare delle Nazioni Unite (UNPA). Il tutto invertendo una rotta che oggi vede l’intero budget annuale delle Nazioni Unite essere equivalente a poco più di due giorni della spesa militare mondiale.

  • Promuovere azioni europee per una posizione comune a sostegno di un graduale disarmo internazionale. Tale azione dovrà inizialmente concentrarsi su regole europee comuni in materia di controllo nella produzione e vendita delle armi convenzionali eventualmente sotto forma di una cooperazione strutturata permanente.

  • Aprire un dibattito sul superamento progressivo del Trattato dell’Alleanza del Nord Atlantico (NATO) nella prospettiva di un’organizzazione del mondo in aree di integrazione regionale allo scopo di garantire la cooperazione, la distensione e la pace. L’Europa può e deve essere un modello in tal senso, sia per quanto riguarda la propria struttura istituzionale interna sia per le possibili azioni verso altre regioni.

  • In questo quadro, proponiamo una riflessione sul l’obiettivo di un’Alleanza per l’interdipendenza dei “Tre Mari” (Mediterraneo-Mare del Nord-Mar Nero) ivi compresa la cooperazione su un piano di pari dignità con potenze regionali come la Russia e la Turchia.

  • Promuovere una politica estera e di vicinato volta a costruire una regione Mediterranea di pace, di democrazia, di convivenza, di cooperazione e di libera circolazione delle persone. Applicando politiche ed accordi coerenti con la nostra Carta Europea dei Diritti Umani. Investendo risorse e generando nuove opportunità di sviluppo sostenibile per l’intera regione mediterranea.

  • Proporre la convocazione di una conferenza diplomatica per la creazione di una Comunità Mediterraneo-europea attraverso una cooperazione rafforzata fra i nove paesi europei mediterranei (Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Malta, Cipro, Grecia, Slovenia, Croazia) rivolta a tutti i paesi del Mediterraneo.

  • Impegnarsi attivamente a garantire una soluzione democratica e nonviolenta della questione Ucraina con l’obiettivo di favorire una trasformazione costituzionale secondo un modello di stato neutrale basato sul decentramento federale al fine di garantire la convivenza pacifica, l’interdipendenza fra le varie etnie ed il rispetto dei diritti delle minoranze, lo sviluppo della democrazia sulla base dei valori dell’uguaglianza e dello Stato di diritto. Il modello del decentramento federale può essere efficacemente applicato anche ad altre aree regionali

AREA ECONOMIA E DISARMO

  • Rilanciare con forza, in vista dell’assemblea delle Nazioni Unite sugli Obiettivi del Millennio che non saranno raggiunti nel 2015, l’elenco delle sfide di cooperazione internazionale che non hanno avuto ancora risposte adeguate: dalla tragedia della fame che può trovare una soluzione sapendo che il problema non è la scarsità del cibo ma la volontà e la capacità di distribuirlo equamente, all’educazione, alla qualità dell’ambiente, alla promozione degli investimenti, al commercio equo, alla lotta per i diritti fondamentali, al lavoro dignitoso, al ruolo della donna per ripensare la cooperazione fra l’Europa ed il continente africano e il sud del mondo assicurando l’avvio di un sostenibile sviluppo”.

  • Accelerare la creazione di un Corpo Volontario Europeo come previsto dall’art. 214 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea, e prevedere che svolga anche interventi civili di pace in zone di conflitto, coerentemente con le linee guida dell’OCSE secondo cui talune azioni di peacebuilding e disarmo rientrano nei criteri degli Aiuti allo Sviluppo. In tal caso il Corpo Volontario Europeo diverrebbe il primo nucleo di un sistema europeo diffuso di Difesa Civile.

  • Sostenere la proposta di iniziativa di cittadini europei per la trasformazione del Servizio Volontario Europeo in un Servizio Civile Europeo in sinergia e coordinamento con i servizi civili nazionali.

  • Rendere l’Europa una “Zona libera da armi nucleari” anche come traino per rendere il Medioriente (come già ipotizzato da accordi internazionali) anch’esso una regione mondiale liberata da queste armi di distruzione di massa.

  • Predisporre una proposta italiana per una coerenza globale delle azioni dell’UE nel campo degli armamenti. Attualmente sono evidenti i limiti degli attuali strumenti europei sia sul versante dell’armonizzazione che dell’export a paesi in stato di conflitto o caratterizzati da violazioni dei diritti umani. La presidenza italiana dell’Ue è l’occasione per presentare una proposta originale sul rafforzamento e armonizzazione della posizione comune sull’export con la direttiva sul mercato unico europeo degli armamenti, in modo da garantire trasparenza sui trasferimenti interni e internazionali, co-responsabilizzazione sulle esportazioni a paesi terzi e orientare il processo verso un’armonizzazione legislativa verso principi e regole più alti e stringenti.

  • Adottare una Politica Estera comune dell’Europa che rafforzi la componente civile della Politica di Sicurezza e Difesa comune, e costruisca in un’ottica di disarmo graduale il percorso verso l’unificazione dello strumento militare dell’Unione. Una scelta che potrebbe liberare fin da subito miliardi di euro con i quali rilanciare non solo l’economia ma anche la gestione civile delle crisi e la salvaguardia dei diritti di tutti i cittadini europei, con un approccio nonviolento al tema della difesa e della sicurezza

Giovedì 22 maggio 2014

Rete della Pace

www.retedellapace.org

Tavolo Interventi Civili di Pace

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Per contatti:

Segreteria Rete della Pace

Email: segreteria@retedellapace.it

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