di Alberto Bertone
Tale sentenza va a implementare in un’istanza che è già stata presentata alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
Ora che le autorità russe sono riuscite a liquidare gli enti legali dei Testimoni di Geova e a confiscare le loro proprietà, stanno cambiando i loro obiettivi, concentrandosi sulle persone e sulle loro attività. La polizia in almeno sette città della Russia ha fatto irruzione nelle case dei Testimoni, arrestando giovani e anziani per interrogarli. Lo scorso anno, le autorità avevano intentato almeno dieci cause penali a carico di altrettanti Testimoni, tra i quali Dennis Christensen, che è in custodia cautelare dal 25 maggio 2017. Un altro Testimone, il 69enne Arkadya Akopyan, è attualmente sotto processo nella Repubblica di Kabardino-Balkaria. Tutti potrebbero essere condannati a pene detentive da due a dieci anni solo per avere frequentato riunioni di studio biblico.
Oltre a queste sproporzionate azioni di polizia, le autorità russe hanno decretato che lo Stato può sequestrare figli dei testimoni di Geova per “risocializzarli”. Il 14 novembre 2017 il Plenum della Corte Suprema della Federazione Russa ha stabilito, con la risoluzione n. 44, che si può essere “privati della patria potestà da parte di un tribunale” se si coinvolgono i propri figli in un’organizzazione religiosa che è stata vietata come “estremista”.
I testimoni di Geova in Russia non possono più incontrarsi apertamente per leggere e studiare la Bibbia. Per evitare l’arresto e le azioni penali, devono riunirsi clandestinamente, come ai tempi dello stalinismo e all’era sovietica.
I Testimoni di Geova di tutto il mondo sono fortemente preoccupati per i loro compagni di fede in Russia. Il tema scelto per i loro congressi estivi 2018 è “Sii coraggioso!”. Indirizzato ai loro confratelli della Russia è particolarmente indicato. In Italia sono previsti settanta congressi, da giugno a settembre in varie località, che saranno seguiti da oltre 300mila delegati, di cui 20mila nella Sala delle Assemblee di Cameri NO.
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