Celebrato da “Italia, ripensaci” il primo Anniversario dell’approvazione del Trattato ONU contro le armi nucleari con la consegna simbolica (davanti a Palazzi Chigi, a Palazzo Montecitorio e a Palazzo Madama) delle cartoline di sostegno raccolte in questi mesi. La campagna promossa da Senzatomica e Rete Disarmo – alla quale aderisce il Movimento Nonviolento – aveva ufficialmente chiesto nei giorni scorsi di poter incontrare il Presidente del Consiglio Conte o un esponente del Governo, non ricevendo finora alcun riscontro.
La mobilitazione “Italia, ripensaci” promossa da Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo ha festeggiato oggi a Roma il primo Anniversario dell’adozione (avvenuta a New York il 7 luglio 2017) del Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW). Per rendere visibile il forte sostegno popolare all’idea di disarmo nucleare (evidenziato dai risultati del recente sondaggio promosso da ICAN: il 72% di italiani a favore del Trattato, il 65% per la rimozione delle testate statunitensi dal nostro territorio) gli attivisti della campagna hanno effettuato una “consegna simbolica” delle cartoline di sostegno raccolte.
Davanti alla sede del Governo e alle due sedi del Parlamento si è sottolineato come oltre 31.000 cittadini abbiano sottoscritto ed indirizzato al Governo le cartoline con la richiesta di un cambio di rotta: il desiderio di un’Italia che diventi leader internazionale per il disarmo nucleare.
Nei giorni scorsi la campagna aveva inviato richiesta formale di incontro al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Esteri, non ricevendo finora alcun riscontro.
Così commenta don Albino Bizzotto, Presidente di ‘Beati i costruttori di pace’ associazione che ha coordinato la distribuzione e la raccolta: “L’esperienza delle cartoline è stata per noi molto interessante. Là dove qualcuno si è impegnato ci sono state risposte molto belle, disponibilità a partecipare, di singoli e di amministratori locali. C’è una posizione chiara della popolazione contro le armi nucleari, anche se l’attenzione della società è orientata verso altre preoccupazioni. E le mozioni presentate nei Consigli Comunali sono state quasi tutte approvate all’unanimità perché contro le bombe nucleari le nostre comunità sono unite”.
Sono infatti ormai almeno 150 gli Enti Locali che hanno approvato mozioni a sostegno del Trattato di proibizione delle armi nucleari, sia nella fase di negoziazione (in particolare sostenendo un testo promosso con le Mostre Senzatomica) sia dopo il voto di un anno fa a New York. Tra le approvazioni più recenti vanno sicuramente ricordate le città di Torino, Padova, Milano, Ivrea, Bergamo, Cagliari, Cervia, Alba, Faenza e Senigallia oltre al Consiglio Regionale del Piemonte e alla Provincia di Brescia nella quale oltre 40 Comuni hanno promosso iniziative congiunte per diffondere i contenuti di “Italia, ripensaci” contestualmente ai voti di approvazione dei documenti ufficiali.
Il Trattato TPNW ottenuto l’anno scorso è nato dal riconoscimento che le armi nucleari rappresentano un rischio umanitario inaccettabile: una detonazione su una città causerebbe una devastazione ben oltre la nostra capacità di far fronte agli impatti sui civili. Per tale ragione non solo le organizzazioni che si occupano di disarmo hanno partecipato alla mobilitazione internazionale per il Trattato, ma anche entità umanitarie come la Croce Rossa e Mezzaluna Rossa internazionale. “Questo è il motivo per cui non ci fermeremo finché il mondo non sarà privo di armi nucleari!” ha dichiarato Beatrice Fihn, coordinatrice della Campagna ICAN insignita del Premio Nobel 2017.
Ed è anche il motivo del grande successo della mobilitazione promossa da “Italia, ripensaci”, con un riscontro positivo in molti territori e un crescente sostegno alla richiesta di un’adesione italiana al Trattato: “Alla distribuzione e raccolta delle cartoline hanno collaborato tanti volontari delle nostre associazioni, che a loro volta hanno coinvolto parenti e amici – commenta Sandra Murgia, coordinatrice dell’azione delle cartoline – E’ stata quindi anche un’ottima opportunità per incontrare di nuovo persone con le quali avevamo collaborato in precedenti campagne per la pace e il disarmo”.