Premetto che sono contrario alle censure in generale, ma ho voluto leggerlo per avere più elementi a disposizione. Il preside ha sbagliato. Dal suo punto di vista, probabilmente, no. Ma è proprio questo il punto: è la storia di una bambina di 12 anni che viene adottata da una coppia di genitori omosessuali. Uno dei due muore per un incidente e la bambina viene sottratta al compagno e affidata a dei parenti. Ma lei non vuole. E inizia un viaggio di nascosto per tornare dal padre rimasto in vita. Si parla di amore, di crescita, di adolescenza, di autenticità . Non c’è retorica, ostentazione, morbosità; si racconta una storia verosimile, evidenziando che è parte dell’attualità. Forse è questo che spaventa i ‘signori benpensanti’, come avrebbe chiosato De André, che non capiscono e accettano la realtà e vogliono nasconderla. Ma è impossibile: i processi di incontro tra gli esseri umani possono essere rallentati, ma non fermati. Se un sentimento è puro e vero, non si può bloccare. Mai. È importante parlarne e discuterne. Brava la Mazzucco che ci è riuscita così bene e male il ‘testone’ del preside che si è chiuso nelle sue ristrettezze mentali. Per una rubrica come questa, inserita in una rivista come Azione Nonviolenta, è un obbligo morale provare a contribuire alla diffusione di un testo che può aiutare alla lotta contro le discriminazioni di genere. Di ogni sorta. Certo: adatto a un’età che parte dai quindici anni in su. Ma utile e interessante anche per gli adulti. Perché, oltre a contenere un messaggio di libertà, è proprio una bella storia, raccontata bene, con personaggi veri e convincenti. Magari un po’ lenta nella prima parte, come ritmo, ma…non si può avere tutto.