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C’è speranza se questo accade a Serravalle d’Asti

DiDaniele Lugli

Dic 30, 2018

da Avvenire: Migranti, la lettera dei bambini ferma la Commissione rifugiati

All’inizio di dicembre bimbi di prima e seconda elementare della piccola frazione hanno scritto alla Commissione rifugiati del Ministero degli Interni e all’Ufficio migranti della Prefettura di Asti. «La nostra è una scuola bellissima, perché è una scuola di amicizia in mezzo alla natura. Paul, Baba, Lamin, Moussa, Balde, Ismail, Coulibaly, Hagie e Alì Bright sono qui perché scappano dalla povertà e dalla guerra. Abbiamo saputo che non avete dato il permesso a Paul e Lamin di restare qui al sicuro con noi. Così loro rischiano di andare in prigione o in guerra nei loro Paesi. Vi chiediamo, per favore, di farli restare qui insieme a noi, perché gli vogliamo moltissimo bene. Loro sono stati un regalo per noi. Non vogliamo perderli». 

Un buon esito c’è stato. A Natale la Commissione, che non aveva riconosciuto le condizioni per l’asilo, ha concesso tempo fino a luglio per una documentazione integrativa al fine di un riesame. Bravi i bambini, bravi i loro insegnanti, bravi gli operatori di Agathon, che gestiscono il vicino CAS. Si è stabilito un rapporto tra Agathon – Buono, non buonista, in greco – e scuola che ha permesso il tempo pieno e l’intervento di alcuni ospiti del Centro – giovani nigeriani – nelle lezioni di inglese. Bravi anche i componenti la Commissione rifugiati. Non hanno aggiunto sadismo burocratico, come spesso succede, al vigente sadismo legislativo. Vedremo quale sarà la conclusione.

Fratelli maggiori, giunti da lontano, fanno dunque da tutor dei piccoli astigiani nell’apprendimento dell’inglese e intanto approfondiscono la loro conoscenza dell’italiano. È cosa della massima importanza, è un esempio e uno stimolo per rispondere alla barbarie che ci minaccia e circonda. Lo sapeva e lo diceva bene Alex Langer concludendo così il suo “Tentativo di decalogo per una convivenza interetnica”:

10. Le piante pioniere della cultura della convivenza: gruppi misti inter-etnici.

Un valore inestimabile possono avere in situazioni di tensione, conflittualità o anche semplice coesistenza inter-etnica gruppi misti (per piccoli che possano essere). Essi possono sperimentare sulla propria pelle e come in un coraggioso laboratorio pionieristico i problemi, le difficoltà e le opportunità della convivenza inter-etnica. Gruppi inter-etnici possono avere il loro prezioso valore e svolgere la loro opera nei campi più diversi: dalla religione alla politica, dallo sport alla socialità del tempo libero, dal sindacalismo all’impegno culturale. Saranno in ogni caso il terreno più avanzato di sperimentazione della convivenza, e meritano pertanto ogni appoggio da parte di chi ha a cuore l’arte e la cultura della convivenza come unica alternativa realistica al riemergere di una generalizzata barbarie etnocentrica.

Di Daniele Lugli

Daniele Lugli (Suzzara, 1941, Lido di Spina 2023), amico e collaboratore di Aldo Capitini, dal 1962 lo affianca nella costituzione del Movimento Nonviolento di cui sarà nella segreteria dal 1997 per divenirne presidente, con l’adozione del nuovo Statuto, come Associazione di promozione sociale, e con Pietro Pinna è nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali - argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni - e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente. Nel 2017 pubblica con CSA Editore il suo studio su Silvano Balboni, giovane antifascista e nonviolento di Ferrara, collaboratore fidato di Aldo Capitini, scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948

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