Sarebbe una vera rivoluzione.
La più gentile delle rivoluzioni, ma sempre una rivoluzione.
Mi fermo – sono di corsa, serve specificarlo? – in tabaccheria perché ho bisogno di un attaccatutto.
Il tabaccaio me lo da e io, per scrupolo, chiedo consiglio: “Devo incollare plastica e legno. Lei pensa che questa colla vada bene?”.
Il tabaccaio prima mi rassicura, poi si ferma e dice: “Spéta, ch’an voi brìsa dir d’ill ssiùchezz”, e va a prendere la scatola con le specifiche tecniche del prodotto. Si infila gli occhiali da lettura e dopo un attimo mi rassicura: “Sì, qui c’è proprio scritto ‘legno su plastica’”.
Mi da la mia colla, pago e corro via non senza averlo salutato con un sorriso.
Non so quando ci sarà la rivoluzione del “Buongiorno” ma, intanto, abbiamo già pronto lo slogan: “Spéta, ch’an voi brìsa dir d’ill ssiùchezz!”.
L’urgenza di questa rivoluzione è confermata dall’attualità, se è vero che – di fronte al freddo tremendo che ha colpito gli Stati Uniti, il presidente Trump ha twittato che “In questo momento, non sarebbe male avere un po’ del buon vecchio riscaldamento globale”.
Anche se qualche anima pia ha già rimosso il tweet dal profilo di Trump, è evidente che chi usa in questo modo le parole in primo luogo non è consapevole del peso enorme che le parole possono avere, in secondo luogo non ha problemi ad offendere sia chi patisce il freddo artico, sia chi patisce gli effetti del riscaldamento globale.
E pensare che basterebbe ascoltare non dico Zavattini, ma almeno un tabaccaio di Ferrara che, quando lavora, non vuole dire sciocchezze.