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L’Ufficio europeo per l’obiezione di coscienza critica l’incapacità delle istituzioni europee di proteggere gli obiettori di coscienza al servizio militare

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Mag 15, 2019

15 maggio 2019 – In occasione della Giornata internazionale dell’obiezione di coscienza, l’Ufficio europeo per l’obiezione di coscienza (EBCO-BEOC) denuncia le discriminazioni multiple che gli obiettori di coscienza al servizio militare continuano a subire in Europa. Nel periodo precedente alle elezioni europee, EBCO punta il dito inoltre contro la persistente omissione delle istituzioni europee nell’agire contro la violazione del diritto umano all’obiezione di coscienza. “Mancata assistenza a

persone in pericolo: questa espressione riassume il continuo fallimento delle principali istituzioni europee nel sostenere coloro che, nonostante la massiccia discriminazione, fanno appello al diritto fondamentale dell’obiezione di coscienza al servizio militare” ha dichiarato durante la conferenza stampa di presentazione del report sull’obiezione di coscienza Friedhelm Schneider, presidente di EBCO-BEOC.

Nell’ultimo anno il tema dell’obiezione di coscienza al servizio militare è stato ancora una volta assente dall’agenda politica del Consiglio d’Europa e dell’Unione europea. Questo è particolarmente fatale soprattutto in riferimento a Stati in cui da decenni gli obiettori sono perseguitati e maltrattati:

Per esempio, l’Azerbajgian promise al Consiglio d’Europa per l’adesione nel 2001 che avrebbe adottato una legge sul servizio alternativo in conformità con gli standard europei entro gennaio 2003. Non lo ha ancora fatto. E ancor oggi in Azerbaijan gli obiettori di coscienza sono imprigionati.

Per quanto riguarda la Turchia, la situazione è simile. La decisione storica pronunciata nel gennaio 2006 a favore dell’obiettore di coscienza Osman Murat Ülke dalla Corte europea dei diritti umani non è stata pienamente attuata fino ad oggi. Nonostante una dichiarazione congiunta presentata nel febbraio 2018 da EBCO, War Resisters’ International (WRI) e International Fellowship of Reconciliation (IFOR), il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa non ha ancora preso una decisione definitiva.

E l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) – in merito alla continua discriminazione contro gli obiettori di coscienza in Grecia – sostiene la sua incompetenza a tutela del diritto all’obiezione di coscienza di cui all’art. 10 (2) della Carta europea dei diritti fondamentali. Questo dibattito continua. Nel novembre 2018, il Forum europeo della gioventù (European Youth Forum) ha fatto un notevole eccezione a questa tendenza generale e ha adottato una risoluzione sul diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare in Europa, tra l’altro sollecitando i suoi membri a promuovere l’obiezione di coscienza come diritto dei giovani.

Nel complesso la lista nera degli stati europei che discriminano gli obiettori di coscienza rimane invariata rispetto all’anno scorso. Per citare solo alcuni significativi esempi, la repressione massiccia dei resistenti alla guerra in Turchia e Azerbajgian persiste. Il fatto che l’Ucraina sia stata temporaneamente sottoposta alla legge marziale dalla fine del novembre 2018 mina ulteriormente la già precaria situazione degli obiettori di coscienza in quella zona. La persecuzione dei Testimoni di Geova in Russia continua a smascherare il fasullo sistema di servizi alternativi di quel paese. Nonostante le critiche da parte di tutte le parti interessate, la legislazione discriminatoria sull’obiezione di coscienza in Grecia continua a essere in flagrante violazione delle norme internazionali sui diritti umani, anche dopo il recente emendamento dell’aprile 2019. In Svizzera il governo ha in programma dal giugno 2018 di introdurre all’interno della delle sul servizio alternativo un catalogo di misure discriminatorie volte ad accrescere l’accettazione del servizio militare e ridurre l’attrattiva del servizio alternativo.

Un barlume di speranza lo accende la recente pubblicazione di un progetto di emendamento alla legge sul servizio militare nella parte settentrionale di Cipro, occupata dai turchi. Sebbene non sia perfetto, il testo è sorprendentemente positivo e segna il primo riconoscimento dell’obiezione di coscienza in un contesto di influenza turca, a condizione che il processo parlamentare in corso porti a un risultato positivo.

L’obiezione di coscienza al servizio militare è un utile correttivo per la militarizzazione dell’Europa, e il rispetto del diritto umano all’obiezione di coscienza è un elemento essenziale dell’Europa come progetto di pace. Questo è il motivo per cui l’Ufficio europeo per l’obiezione di coscienza fa appello a tutti membri presenti e futuri delle istituzioni europee per sostenere costantemente l’attuazione del diritto fondamentale all’obiezione di coscienza”, ha concluso la conferenza stampa il presidente di EBCO Friedhelm Schneider.


NOTA: è possibile trovare ulteriori informazioni nella relazione annuale 2018 di EBCO sull’obiezione di coscienza al servizio militare in Europa (disponibile all’indirizzo
www.ebco-beoc.org/).

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