È la festa più civile che si possa immaginare.
La Repubblica è figlia della resistenza antifascista e di un referendum popolare; davvero non si
capisce perchè il suo compleanno venga festeggiato con una parata militare, con il volo delle frecce
tricolori, con sfoggio di divise e armi. È un controsenso, un falso storico, in contrapposizione ai
fondamenti costituzionali, tra cui il ripudio della guerra e la difesa della patria affidata, appunto, “al
cittadino” (e non all’esercito). La Repubblica democratica è l’espressione massima di tutto ciò che è
civile, cioè lo “status del cittadino in contrapposizione a militare”.
Il 2 giugno sarebbe giusto e bello far sfilare, al posto dei soldati in alta uniforme o tuta mimetica, i
giovani disoccupati e i pensionati come rappresentanti del popolo italiano in sofferenza, e vedere i
rappresentanti delle istituzioni mettersi sull’attenti davanti a loro.
I militari facciano la parata in un’altra data; hanno già la loro festa, il 4 novembre, che ricorda
“l’inutile strage” della prima guerra mondiale. Ed anche la deposizione della corona al milite ignoto
andrebbe fatta in altro momento. La corona d’alloro il 2 giugno andrebbe deposta davanti alle tombe
dei morti sul lavoro.
Il primo articolo della Costituzione indica come la nostra Repubblica sia fondata sulla forza del
lavoro. Gli articoli successivi, dal 2 al 10, i principi fondamentali, contengono il richiamo ai diritti
inviolabili dell’uomo, l’uguaglianza e la pari dignità sociale di tutti, il diritto al lavoro, le autonomie
locali ed il decentramento amministrativo, la tutela delle minoranze linguistiche, l’indipendenza
dello Stato e della Chiesa, la libertà per tutte le confessioni religiose, lo sviluppo della cultura, la
ricerca scientifica, la tutela del paesaggio, del patrimonio artistico e monumentale, il
riconoscimento del diritto internazionale e il diritto d’asilo per lo straniero; infine vi è l’articolo 11,
il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali.
Tutto questo significa che i cittadini e i lavoratori devono costruire le condizioni economiche e
sociali per la dignità della vita di tutti coloro che vivono nel nostro paese, e che la guerra è l’unico
vero disvalore da espellere per sempre dal contesto civile.
Per questo riteniamo che i 25 miliardi di euro che saranno impiegati anche quest’anno per le spese
militari vadano contro la Costituzione e sperperino denaro sottratto alle tante necessità attuali
(lavoro, sanità, istruzione, cultura, ricerca, protezione civile, pensioni, ecc.).
Noi vogliamo festeggiare il 2 giugno con lo spirito civile di una festa di popolo, insieme alla forze
vive della Repubblica: i lavoratori, le categorie delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori,
gli immigrati, i bambini, i giovani del servizio civile, i disoccupati che lavoro non trovano, tutti
coloro, cioè, che in diversi modi attuano i primi 12 articoli della Costituzione.
Per tutto questo noi celebreremo in modo civile e disarmato il 2 giugno. Saremo in alcune piazze
italiane dove innalzeremo le bandiere della pace e i cartelli con l’articolo 11 della Costituzione.
Venite a Bologna!
PIAZZA NETTUNO, ore 17.30-21.00
L’altro 2 giugno: Festa dell’Italia che RIPUDIA la guerra
Con noi: ELLY SCHLEIN, DON RENATO SACCO, MEDITERRANEA SAVING HUMANS
Giusto! Abbiamo estremo bisogno di controinformazione verso messaggi che sono di propaganda, nemici immaginari, scarti ed esclusi….che valori stiamo trasmettendo ai nostri figli, nipoti…?