• 22 Novembre 2024 20:49

Plastica e vetro: raccolta differenziata

DiDaniele Lugli

Lug 1, 2019

Ai frammenti di bottiglie di birra ho visto aggiungersi quelli di coppe eleganti. Ci fanno aperitivo (si dice così) e poi le infrangono. “Bastardi” dice il bagnino, raccogliendo i cocci.

Nel complesso però il vetro sembra diminuire. Cresce la plastica abbandonata o spiaggiata. Il mio amico infatti ora, passeggiando, raccoglie la platica fine. Incontro persone – non tante ma ci sono – che pure lo fanno.

Del vetro, anche in spiaggia, avevo accennato in un post di due anni fa Almeno i cocci sono tuoi 26 giugno 2017. Alla plastica non avevo pensato. Eppure è molto più insidiosa. Il vetro – dopo l’incontro con qualche calcagno – si smussa e col tempo potrà persino farsi sabbia. La plastica no. Quella che sbarca numerosa ci ricorda le isole che forma nell’oceano e anche nei nostri mari, mentre inquina e fa morire i pesci e le tartarughe, che la TV ci invita ad adottare. “Non lo mette in una busta?” chiede la signora al pescivendolo. “No, ce l’ha già dentro”.

Una prima sensibilizzazione mi è venuta da due giovani signore che trainavano pesantissimi carichi di plastica, raccolta su una spiaggia proclamata riserva integrale, nella quale muoversi con la massima attenzione. È stato in una fredda giornata del mese scorso. Ho dato il cambio per un breve tratto e sono stato documentato, anche con mia moglie, attiva pure lei, e una delle due volontarie.

Raccogliere va bene, ma bisognerebbe non buttarla la plastica nel mare, che stiamo uccidendo. Noi siamo nelle condizioni di rendercene conto più degli altri, perché l’Italia ha più coste di tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Siamo pure nelle condizioni di dare un grande contributo. Siamo infatti il maggior produttore di oggetti in plastica e, se non il primo, il secondo produttore di tali rifiuti, secondo il WWF.

Di Daniele Lugli

Daniele Lugli (Suzzara, 1941, Lido di Spina 2023), amico e collaboratore di Aldo Capitini, dal 1962 lo affianca nella costituzione del Movimento Nonviolento di cui sarà nella segreteria dal 1997 per divenirne presidente, con l’adozione del nuovo Statuto, come Associazione di promozione sociale, e con Pietro Pinna è nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali - argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni - e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente. Nel 2017 pubblica con CSA Editore il suo studio su Silvano Balboni, giovane antifascista e nonviolento di Ferrara, collaboratore fidato di Aldo Capitini, scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948

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