Accogliere chi non vuole combattere e fugge per rifiutare una guerra con minaccia nucleare. Il comunicato della War Resisters’ International, di cui il Movimento Nonviolento è la sezione italiana.
Come Internazionale dei Resistenti alla Guerra (WRI), sottolineiamo che non sosteniamo nessun tipo di guerra e, allo stesso tempo, ci battiamo per la rimozione di tutte le cause di guerra.
Vogliamo esprimere il nostro sostegno e la nostra solidarietà a coloro che resistono in modo nonviolento alla guerra in Ucraina. In particolare, vogliamo riconoscere il coraggio di coloro che sono stati arrestati recentemente in Russia.
La natura della guerra in Ucraina è chiaramente quella di un’invasione militare esterna che viene affrontata con una resistenza sia armata che nonviolenta. La War Resisters’ International chiede la fine immediata di tutte le azioni militari in Ucraina, e l’immediata ritirata di tutte le truppe russe in Russia.
Condanniamo fermamente qualsiasi attività di guerra, specialmente quelle che sono dirette contro i civili in tutta l’Ucraina, comprese quelle contro i civili nella regione del Donbass controllata dalla Russia.
Sosteniamo coloro che hanno deciso di resistere in modo nonviolento alle attività militari in Ucraina, così come coloro che in Russia hanno preso posizione contro la guerra e si oppongono apertamente all’intervento militare russo in Ucraina. Siamo lieti di vedere che alcuni membri dell’esercito russo e bielorusso hanno rifiutato di combattere, o hanno ostacolato la loro possibilità di farlo.
Chiediamo ai governi del mondo di aprire le loro frontiere a chiunque si rifiuti di partecipare alla guerra in Ucraina. Il diritto d’asilo dovrebbe essere concesso a chiunque la cui coscienza non gli permetta di uccidere un’altra persona, indipendentemente da quale parte di un conflitto si trovi.
Lo stesso diritto dovrebbe essere concesso a chiunque rischi la persecuzione per aver sostenuto e/o lavorato contro le politiche militari dei propri governi in Ucraina, Russia, paesi NATO e altrove.
Il diritto all’obiezione di coscienza – in tutti i paesi, ma in particolare in quelli in stato di guerra – deve essere protetto e sostenuto, e nessuno Stato dovrebbe ricorrere alla coscrizione come mezzo per rafforzare le proprie forze.
Crediamo che le cause della guerra in Ucraina siano molto più oggetto di dibattito rispetto alla natura stessa del conflitto. L’attuale guerra che vediamo ora è radicata in una storia molto più lunga e altamente militarizzata.
Sfortunatamente, i media mainstream si rifiutano di organizzare e mantenere un dibattito serio su come siamo arrivati qui in un primo momento, e su cosa dovrebbe essere fatto al fine di attenuare il conflitto il più presto possibile.
Nessuno dovrebbe essere escluso con la forza dal dibattito perché dubita delle politiche e delle azioni dei propri governi verso la guerra in Ucraina. L’assenza di tale dibattito è una caratteristica della logica binaria della guerra. Stiamo parlando di una possibile minaccia nucleare e la gente ha il diritto di conoscere tutti gli aspetti e le posizioni verso la situazione in Ucraina.
Coloro che criticano le politiche NATO di espansione verso Est o coloro che criticano la spedizione degli aiuti militari NATO in Ucraina, sostenendo che tale azione aggiunga benzina al fuoco, hanno il diritto di parlare e di essere ascoltati.
Invitiamo le persone di tutto il mondo a esprimere la loro opposizione alla guerra in qualsiasi modo lo ritengano possibile. Da un singolo post sui social media o una piccola azione simbolica, all’organizzazione o alla partecipazione a una protesta contro la guerra, ogni azione crea un mosaico di resistenza alla guerra in tutto il mondo.
FERMIAMO L’INVASIONE RUSSA IN UCRAINA!
FERMIAMO L’ESPANSIONE DELLA NATO!
FERMIAMO TUTTE LE GUERRE, LE INVASIONI E LE OCCUPAZIONI NEL MONDO!
Londra, 11 marzo 2022
La situazione di chi intende esercitare, anche sulla base del diritto penale di guerra, il diritto di obiezione di coscienza è molto difficile sia in Ucraina che soprattutto in Russia. Per quanto riguarda l’Ucraina, ecco un link ad un articolo su Meltingpot dove si cita una sentenza del tribunale di Perugia del periodo post-annessione Donbass che potrebbe dare una spinta all’idea di diserzione da parte dei militari o riservisti ucraini.
Per i soldati russi la situazione è molto più complicata. https://www.meltingpot.org/2017/06/ucraina-disobbedisce-alla-coscrizione-di-guerra-status-di-rifugiato-al-richiedente/