• 23 Luglio 2024 0:48

Accompagnare i bambini davanti alla morte

DiElena Buccoliero

Mag 18, 2023

Affrontare il decesso di una persona cara è una voragine. Mi viene ricordato che Aldo Capitini vedeva nel rifiuto della morte uno dei fondamenti della ribellione nonviolenta alla realtà com’è. Nell’infanzia subire un lutto è confrontarsi con un dato che per i più piccoli è impensabile. Mi commuove ancora il ricordo di una bimba che, sulla tomba di una zia amata, le parlava, “Come sei bella, vieni a giocare con me”.

Per tutti i bambini (ma non anche per gli adulti?) il lutto provoca incertezze, lacerazioni, discontinuità. Assenze difficili da metabolizzare e che aprono mille interrogativi. Fanno scoprire nel modo più ruvido e irrevocabile che “il bel gioco dura poco”, anche quello della vita.

Non lasciare soli i bambini dinanzi a questa consapevolezza è un impegno che gli adulti hanno anche quando non lo vorrebbero, o non trovano le parole, o non sanno come dirle. Di certo non serve fare finta di niente. Non è vero che i bambini non se ne accorgono, o credono a qualsiasi bugia (“la mamma è partita…”). Quando sentono che gli adulti sono troppo deboli, o distratti, o presi dal loro dolore per dargli parola, ragionano tra sé e provano a darsi le risposte necessarie. Non sempre sono giuste. Qualche volta si fondano su sensi di colpa immotivati o comunque li fanno stare male, inutilmente e aldilà del dolore inevitabile legato alla perdita.

Renata Cavallari, insegnante di religione nella scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “C. Govoni” di Ferrara, da oltre dieci anni intrattiene corrispondenze personali con i suoi alunni – consegna s.p.m., sue proprie mani – e anche sulla morte ha ricevuto confidenze. Prendevano spunto dai notiziari in tv o da fatti molto prossimi, spesso legati agli animali, ma ci sono anche bambini che vivono la perdita di una persona cara o vi assistono, quando riguarda un amico.

Debora, 7 anni: “Da quando mi è morta la nonna sono tutti tristi e sono triste pure io. Cosa posso fare per farli diventare di nuovo felici e con la gioia?”. Elena, 10 anni: “Una sera il nonno ci ha chiamati e ci ha detto che Gina, la sua fidanzata, era morta. Mi sono sentita malissimo e ancora mi manca”. Barbara, 10 anni, chiede consigli per “dimenticare il nonno ma non del tutto”: vorrebbe conservare il ricordo smorzando la sofferenza. La mancanza diventa concreta in momenti particolari, come scrive Lucia, 10 anni: “Sono un po’ triste perché a Natale c’era sempre il nonno con me”. Anita, classe quarta, scrive all’insegnante: “Voglio chiedere a papà se mi dà la fotografia dello zio. La metto in camera mia, così alla notte mi sembra di averlo vicino e proverò a sognare com’era quando era ancora qui”.

È particolare la mancanza avvertita da Laura, 9 anni, relativa a un fratello morto prima della sua nascita. “Mi manca sempre di più anche se non l’ho conosciuto. M’immagino come sarebbe, come giocheremmo insieme. Ma quando penso a lui divento triste. Il Signore certe volte è cattivo? Porta via le persone, anche le più piccole come mio fratello. Mi manca. Mi aiuti a togliere questo difetto?”.

Domande grandi davvero, che appartengono a tanti bambini. Marina, 7 anni: “Ho paura che la morte colpisca troppo presto i miei genitori, come posso fare?”. Lorenzo, 10 anni, sembra l’unico a rendersi conto che un giorno la sua vita finirà. “Vorrei tanto che il destino mi venisse detto da Dio e non vorrei morire giovane ma vorrei morire di vecchiaia”. E Primo, 9 anni: “Perché non possiamo vivere all’infinito? Perché Dio ha creato anche le cose pericolose come le malattie?”.

A chi si sente smarrito dinanzi a un compito così impegnativo suggerisco due materiali realizzati da autori che stimo. Si tratta del cofanetto “Accompagnare le perdite” curato da Paola Bastianoni e Marco d’Alessandro, e del libro “Parole e gesti per dirsi addio” di Marco Maggi e Bruna Aragno.

Il cofanetto “Accompagnare le perdite” (meridiana, 2023) raccoglie cinque storie realizzate da studenti e studentesse del corso di laurea in Scienze filosofiche e dell’educazione dell’Università di Ferrara in seno a “Uno sguardo al cielo”, laboratorio di ricerca e intervento sulle tematiche del morire, del lutto e delle perdite istituito presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara. Il laboratorio è attivo dall’anno accademico 2012/12 nell’ambito del Master Tutela, diritti e protezione dei minori, diretto dalla professoressa Bastianoni, e da allora continua a proporre iniziative di formazione, ricerca, documentazione, consulenza psicologica sia a livello universitario sia rivolte alla cittadinanza.

Le storie di questo cofanetto, che apre la collana editoriale perMano diretta proprio da Paola, sono pensate per bambini dai 3 ai 6 anni. Brillantina e il Bruco, Dove sei Pina?, Un’impronta nel cuore, Come una crisalide, Oltre le stelle sono i titoli dei racconti illustrati da Marco d’Alessandro che parlano di trasformazioni, perdite, memoria, elaborazione del lutto, di legami che rimangono nonostante l’assenza. Una breve presentazione in rete è presente a questo link.

Il libro “Parole e gesti per dirsi addio” (FrancoAngeli, 2020) è un manuale per insegnanti, operatori sociosanitari, educatori, formatori… che lavorano con bambini, adolescenti o anche adulti chiamati ad affrontare la perdita di una persona cara. Non a caso è edito nel 2020: l’anno del primo lockdown, l’anno in cui Marco e Bruna, educatori, si sono trovati ad affiancare classi e singoli bambini che la morte la conoscevano da vicino (Marco è piacentino, per l’Emilia-Romagna la provincia più colpita dal coronavirus). Nel volume hanno sistematizzato il meglio di ciò che hanno sperimentato negli ultimi decenni (ricordo l’impegno generoso di Marco nel modenese dopo il terremoto in Emilia nel 2012, e prima ancora il suo lavoro di educatore con giovani ammalati di aids in fase terminale).

 

La prima parte, teorica, introduce tre temi di sfondo: vulnerabilità e forza nell’affrontare i cambiamenti e le avversità della vita; perdite, morte e lutto; strategie e strumenti per aiutare e sostenere l’elaborazione del lutto. Segue un corposo manuale operativo che apre con giochi di conoscenza per la costruzione di un buon clima di lavoro all’interno del gruppo e prosegue con attivazioni, giochi, proposte filmografiche, canzoni o altro per parlare di ciclo della vita, resilienza, autostima, alfabetizzazione emotiva, fino alle perdite, la morte e il morire, l’elaborazione del lutto, come aiutare e sostenere chi ha subito un lutto, e attività conclusive di verifica e valutazione.

Di Elena Buccoliero

Faccio parte del Movimento Nonviolento dalla fine degli anni Novanta e collaboro con la rivista Azione nonviolenta. La mia formazione sta tra la sociologia e la psicologia. Mi occupo da molti anni di bullismo scolastico, di violenza intrafamiliare e più in generale di diritti e tutela dei minori. Su questi temi svolgo attività di formazione, ricerca, divulgazione. Passione e professione sono strettamente intrecciate nell'ascoltare e raccontare storie. Sui temi che frequento maggiormente preparo racconti, fumetti o video didattici per i ragazzi, laboratori narrativi e letture teatrali per gli adulti. Ho prestato servizio come giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna dal 2008 al 2019 e come direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati dal 2014 al 2021. Svolgo una borsa di ricerca presso l’Università di Ferrara sulla storia del Movimento Nonviolento e collaboro come docente a contratto con l’Università di Parma, sulla violenza di genere e sulla gestione nonviolenta dei conflitti.