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Allarghiamo la consapevolezza popolare contro la preparazione della guerra per la pace e il disarmo

DiCarlo Bellisai

Ott 20, 2015

La “Trident Juncture” è, a detta della NATO stessa, la più grande esercitazione militare congiunta degli ultimi 15 anni. Si svolgerà dal 21 ottobre al 6 novembre 2015 contemporaneamente il Italia, Spagna e Portogallo. Anche la Sardegna, con la presenza sul proprio territorio di oltre il 60% delle basi militari italiane, sarà coinvolta dalla guerra simulata. Il tutto mentre la guerra vera, con stragi fra i civili, distruzione della vita e conseguente fuga di profughi si susseguono ininterrottamente su vari scenari (Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, varie zone dell’Africa, Ucraina…) si complicano e si intensificano progressivamente, paventando lo spettro di una nuova guerra mondiale. Tra l’altro gli interventi militari NATO o di coalizioni occidentali da molti anni si sono sempre rivelati controproducenti, allargando le guerre e il disordine nelle aree colpite e servendo unicamente alla prosperità delle grandi industrie di armi.

Noi ci opponiamo alle scelte di guerra e a questa super-esercitazione che ne è espressione per diversi motivi, tra i quali vogliamo ricordare:
1. Siamo da sempre promotori della pace, della mediazione e della trasformazione nonviolenta dei conflitti e, quindi, strenui oppositori di ogni guerra e dell’uso stesso delle armi per la risoluzione delle controversie.
2. Desideriamo vivere in un’isola di pace, di armonia e naturalezza; per cui vogliamo ricordare che le esercitazioni militari, pur non uccidendo direttamente persone, inquinano e devastano il territorio con l’uso di ordigni pericolosi, con spesso gravi conseguenza per la salute degli abitanti.
3. Consideriamo inoltre un terribile sperpero di risorse economiche pubbliche l’utilizzo indiscriminato di armi distruttrici, mentre gran parte della popolazione vive in ristrettezze economiche e in difficoltà.

Come mostrare la nostra ferma opposizione agli armamenti e al loro uso? Vogliamo diffondere e condividere queste idee ed agire per evitare una nuova catastrofica guerra. Solo la mobilitazione del popolo, dei cittadini, delle donne può dare spinta al movimento per la pace ed il disarmo. Per questo vogliamo dichiarare che tutte le nostre azioni si ispireranno alla nonviolenza, ricordando che la strategia di trasformazione nonviolenta del conflitto passa attraverso la costruzione di azioni dirette nonviolente, che fondano la loro efficacia ed incisività proprio sulla capacità di comunicare a più persone le ragioni della propria iniziativa politica. Esse agiscono tanto sull’avversario, del quale si cerca il cambiamento, quanto su coloro che si considerano neutrali (inconsapevoli del proprio essere i servitori volontari del sistema) dei quali si cerca la simpatia, il consenso ed infine l’alleanza.

Non basta dire NO all’esistente, vogliamo dire SI al nuovo: ai Corpi civili di pace come strumenti di mediazione e di interposizione disarmata, a un Istituto per la pace ed il disarmo (come da legge di iniziativa popolare presentata in parlamento) , ad una cultura della pace e della nonviolenza che raggiunga l’umanità intera, persona per persona, attraverso tutti i canali: la scuola, l’università e i centri di aggregazione sociale, i social network, con la creatività e l’arte unite all’iniziativa politica.

Riducendo anche solo di un quarto il peso delle scelte armate, in un anno si sarebbero risparmiati oltre 2250 miliardi di dollari, una cifra capace da sola di coprire il Fondo di stabilità europeo per contrastare la crisi dei debiti dell’ Eurozona e, contemporaneamente, di garantire il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio elaborati dalle Nazioni Unite per combattere la povertà nel mondo. Questi dati confermano che l’impatto economico della pace e del disarmo è sostanziale.

Di Carlo Bellisai

Sono nato e vivo in Sardegna. Mi occupo dai primi anni Novanta di nonviolenza, insegno alla scuola primaria, scrivo poesie e racconti per bambini e raccolgo storie d’anziani. Sono fra i promotori delle attività della Casa per la pace di Ghilarza e del Movimento Nonviolento Sardegna.

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