• 21 Novembre 2024 22:14

Appello dalla Colombia contro le violenze: la solidarietà della WRI

DiMartina Lucia Lanza

Mag 7, 2021

Come riporta Internazionale dal 28 aprile decine di migliaia di persone hanno cominciato a protestare in molte città del paese contro la riforma fiscale annunciata dal governo del presidente di centrodestra Iván Duque. Il 2 maggio Duque ha fatto marcia indietro annunciando il ritiro del progetto, che secondo i critici avrebbe colpito soprattutto la classe media e le fasce più povere della popolazione già provate da una grave crisi economica. Poi si è dimesso il ministro dell’economia, Alberto Carrasquilla, ma le proteste non si sono fermate. Anzi, si sono allargate trasformandosi in una critica radicale al governo e alla sua gestione della pandemia di covid-19. La Colombia è nel pieno della terza ondata , con le terapie intensive degli ospedali di quasi tutto il paese al collasso.

“Non ci arrendiamo, questo è il motivo per cui stiamo chiedendo aiuto all’estero”: nello spirito di solidarietà internazionale promossa tra i suoi membri dalla War Resisters’ International, anche il Movimento Nonviolento rilancia l’appello del movimento antimilitarista colombiano a partire da questo venerdì 7 maggio per protestare di fronte alle ambasciate o ai consolati colombiani in ogni paese del mondo. Qui di seguito la traduzione della lettera che si richiede di indirizzare alle ambasciate e consolati colombiani anche in Italia. Le richieste sono chiare: smantellare le squadre antisommossa (ESMAD) e fermare la repressione contro il popolo colombiano. Partecipa anche tu: #ContagioAntimilitarista.

A TUTTE LE AMBASCIATE E CONSOLATI COLOMBIANI NEL MONDO

(Data)

(Informazioni del consolato o ambasciata)

(Paese)

Oggetto: La difficile situazione per i diritti umani in Colombia

Tenendo in considerazione gli eventi che hanno preso luogo in Colombia dal 28 aprile a causa delle legittime proteste nelle differenti città, condanniamo gli atti di violazione dei diritti umani, l’eccessivo uso della forza e gli abusi di potere da parte dello Stato rappresentato dalle forze di polizia, le unità speciali e le squadre antisommossa colombiane.

Negli ultimi giorni, le azioni di queste istituzioni hanno attaccato la dignità della popolazione, il diritto di riunione pacifica, alla vita, alla libertà personale, l’integrità e la libertà sessuale dei cittadini colombiani che hanno partecipato alle manifestazioni pubbliche in opposizione alla Riforma delle Tasse e alla Riforma del Sistema Sanitario, alla cattiva gestione della pandemia causata dal Covid-19, contro l’impunità degli omicidi dei leader sociali e il governo di Ivan Duque; così come la violenza perpetrata dallo Stato durante le manifestazioni del 1 maggio, la giornata internazionale dei lavoratori.

Secondo i dati raccolti da molteplici organizzazioni per i diritti umani in Colombia, sistematizzati dalla piattaforma Grita, dal 28 di aprile (ore 6 del mattino) al 3 maggio (ore 10 del mattino) del 2021 in Colombia ci sono stati:

  • 1,181 casi di violenza dalla polizia,
  • 142 vittime di violenza fisica dalla Polizia Nazionale,
  • 26 vittime di violenza omicida dalla Polizia Nazionale,
  • 761 detenzioni arbitrarie di manifestanti,
  • 216 interventi violenti dalle forze pubbliche,
  • 17 vittime di ferite agli occhi,
  • 56 casi di colpi di arma da fuoco dalla Polizia Nazionale,
  • 9 vittime di violenza sessuale dalle forze pubbliche, e
  • 56 denunce di sparizione nel contesto delle mobilitazioni.

Questi dati sono più alti in accordo alle fonti locali e stanno crescendo a causa delle repressioni che continuano fino ad oggi.

Noi sottolineiamo che i difensori dei diritti umani che si sono occupati delle attività di monitoraggio sono stati soggetti ad aggressioni, minacce e intimidazioni con le armi dal personale della Polizia Nazionale: un problema di violenza strutturale che è stato già riportato dalle organizzazioni internazionali come l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) nel suo report  Situation of Human Rights in Colombia del 2020, dove è documentata la violenza sistematica e arbitraria usata dalle forza pubbliche e istituzioni come le squadre antisommossa (ESMAD), quando intervengono in proteste e dimostrazioni. È preoccupante che il 4 maggio, l’OHCHR abbia denunciato che alcuni membri del proprio staff siano stati minacciati e attaccati quando si sono occupati del monitoraggio della situazione dei diritti umani nella città di Cali.

Le azioni dello stato colombiano violano direttamente e deliberatamente gli standard interamericani e internazionali riguardanti la protezione dei diritti umani in relazione alle proteste sociali e le manifestazioni pubbliche. La Commissione Interamericana per i Diritti Umani evidenzia con enfasi che gli Stati devono agire sulle basi della legalità dei trattati internazionali e nei limiti dell’uso della forza per intervenire nelle proteste e ha stabilito che: “[…] il fatto che alcuni gruppi di individui usano la violenza nella manifestazioni, non rende, per sé, l’intera protesta violenta, non autorizza le forze di sicurezza a sciogliere la protesta attraverso l’uso di violenza o a praticare arresti di massa”.

Ciononostante, le squadre antisommossa (ESMAD) sono conosciute per le loro pratiche di abuso della forza che hanno causato più di 34 morti in atti di repressione nei suoi 21 anni di esistenza.

Allo stesso modo, a livello internazionale, la posizione sull’imperativo del non-intervento delle forze militari e armate nei contesti di proteste o dimostrazione pubbliche è stata ribadita e condannata. Questo tipo di interventi sono considerati come azioni incompatibili con i diritti umani, così come il delegare i compiti di ordine e sicurezza alle forze militari, persino nella promulgazione degli stati di eccezione per rispondere agli scenari di proteste sociali.

Sulla base dell’evidente inadempienza da parte dello Stato colombiano rispetto ai propri impegni nazionali e internazionali in tema di protezione dei Diritti Umani, domandiamo al Governo Nazionale Colombiano, guidato da Ivan Duque:

  • Di chiarire e rispondere alle denunce di violenza sessuale, abusi della polizia e sparizioni.
  • Di rispettare la democrazia e l’autonomia degli enti territoriali e di fermare immediatamente la militarizzazione dei territori, delle vite delle persone e delle comunità.
  • Di cessare le pratiche stigmatizzate contro coloro che stanno protestando per difendere i propri diritti. Di rispettare i diritti umani e garantire il diritto di protesta riconosciuto nella legge costituzionale colombiana.
  • Di smantellare gli ESMAD che rappresentano una forma concreta di ostruzione all’esercizio del diritto di manifestazione pacifica e dialogo popolare.

Traduzione italiana di Elena Petrucci, volontaria SCU MN 

 

 

 

Di Martina Lucia Lanza

Esperta in diritto internazionale dei diritti umani. Rappresentante del Movimento nonviolento presso l’European Bureau for Conscientious Objection (Ebco) e board member di quest'ultimo.

2 commenti su “Appello dalla Colombia contro le violenze: la solidarietà della WRI”
  1. La comunità internazionale deve agire subito contro la violazione dei diritti umani da parte del governo colombiano

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