Lo scorso 18 marzo il Beoc si è riunito a Bruxelles per la consueta assemblea generale primaverile.
Seppur diversi membri della rete non hanno potuto prenderne parte, la riunione si è svolta regolarmente e lo scambio di informazioni ne ha risentito solo in parte.
Non dovrebbe essere una novità il fatto che la Turchia non è un paese per obiettori. Ma peggio ancora, sta rapidamente diventando un paese in cui qualsiasi opposizione al governo non è più possibile. Per quanto l’Europa finga abilmente che si tratti di un paese terzo sicuro in cui rimandare richiedenti asilo.
Come ha affermato Semih Sapmaz, rappresentante della War Resisters’ international e diretto contatto del Beoc sulla situazione in Turchia: “Dopo il fallito colpo di stato del 2016, il governo ha dichiarato lo stato di emergenza. Di questo ne hanno risentito anche gli obiettori di coscienza, ma come tutte le altre opposizioni e i difensori dei diritti umani in generale”. Non c’è una discriminazione nella privazione di diritti: riguarda tutti.
Anche le notizie dalla Grecia non sono certo confortanti. La società civile si è fortemente ritirata: stante la forte crisi economica, le persone hanno come priorità quella di arrivare a fine mese, dimentiche di tutto il resto. Questo si riflette anche sull’associazione degli obiettori greci, la quale fa molta fatica a portare avanti le proprie azioni di lobby. Rispetto alla situazione greca, il Beoc è uscito dall’Assemblea Generale con un comunicato stampa che vuole ricordare al governo le promesse fatte rispetto ad un’imminente legislazione sull’obiezione di coscienza e reitera la propria offerta di collaborazione.
Da parte mia, ho aggiornato i miei colleghi sulla Campagna un’altra difesa e sull’imminente 25esimo congresso del Movimento nonviolento. La presenza internazionale del Beoc sarà assicurata grazie alla gentile presenza del vice presidente Sam Biesemans.
Infine, dal momento che il 22 marzo ricorre il primo anniversario dell’attacco terroristico a Bruxelles, ci siamo recati alla fermata della metropolitana di Maalbeek – molto vicina al cuore internazionale di Bruxelles –per un pensiero e per lasciare un fiore. Si può obiettare che mostrare il proprio dolore e omaggiare le vittime del vile attentato possa recare orgoglio alle reti terroristiche. Orgoglio come risposata al nostro cordoglio. Ma l’alternativa qual è? Evitare qualsiasi commemorazione, solo perché qualcuno nella propria stanzetta di radicalismo può gioire per ogni fiore deposto?
La prossima Assemblea Generale del Beoc si svolgerà a Nicosia (Cipro), ospiti dell’associazione locale di obiettori di coscienza. La riflessione partirà proprio dalla situazione di quest’isola contesa e fortemente militarizzata.
e Brava Martina,in qualche riga hai ben riprodotto lo spirito e l’essenza di quello che ci anima al Beoc. grazie anche per l’ottimo lavoro che svolgi in seno allo YOUTH FORUM. Un impegno cuotidiano, il tuo, per la pace e la non vioelnza