• 3 Luglio 2024 13:35

Daniele Lugli

Daniele Lugli (Suzzara, 1941, Lido di Spina 2923), amico e collaboratore di Aldo Capitini, dal 1962 lo affianca nella costituzione del Movimento Nonviolento di cui sarà nella segreteria dal 1997 per divenirne presidente, con l’adozione del nuovo Statuto, come Associazione di promozione sociale, e con Pietro Pinna è nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali - argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni - e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente. Nel 2017 pubblica con CSA Editore il suo studio su Silvano Balboni, giovane antifascista e nonviolento di Ferrara, collaboratore fidato di Aldo Capitini, scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948
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Colonnello non voglio il pane

Dall’Eritrea, già colonia italiana dal 1890 al 1941, arrivano moltissimi giovani in cerca di rifugio. Fuggono fame e violenza estreme: esecuzioni senza processo, sparizioni, torture, lavori forzati, prigioni disumane.

Ma quale verità d’Egitto?

Giulio Regeni è stato ucciso all’inizio dello scorso anno al Cairo. Sappiamo che è stato torturato per estorcere chissà quali notizie da un giovane, capace e appassionato ricercatore, dottorando dell'Università…

Per chi suona l’arpa birmana

L’arpa birmana, film prediletto da Capitini è per me un ricordo del cineforum liceale. Non è difficile ritrovare il film su internet.

Una speranza c’è

In Italia vigili del fuoco incendiano e poi spengono. Fare cose apparentemente inconciliabili è prassi diffusa. In Libia fedelissimi del nostro “amico” presidente Serraj vendono immigranti ai contrabbandieri.