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Azione nonviolenta, 3 – 2019 (Anno 56, n. 633 – maggio-giugno)

Diadmin

Lug 6, 2019

L’intreccio armi-politica

emana due leggi violente

Vincere la paura con l’umanità

Il Ministro che si fa fotografare con mitra in mano, si ispira in questo ai suoi maestri, da Trump a Putin, da Bolsonaro a Erdogan. Basta leggere un po’ di cifre di come la facile diffusione delle armi corrisponda ad un aumento della insicurezza. Stragi e morti per armi da fuoco sono in aumento vertiginoso negli Stati Uniti e in Brasile, mentre in Russia e in Turchia gli affari sporchi della politica sono sempre più intrecciati al mercato armiero.

Il guaio è che a guadagnarci sono i fabbricanti d’armi, ma a rimetterci sono i cittadini, sempre meno liberi e più a rischio con leggi liberticide e autoritarie.

Drogare l’opinione pubblica con la paura percepita di furti e rapine, e garantire l’impunità a chi spara per difendersi, è la diabolica manovra che ha portato all’approvazione del “Decreto sicurezza bis“. Una legge che ha un significato chiaro: lo Stato abdica al proprio ruolo di tutore della sicurezza, e abbandona i cittadini che devono difendersi da soli.

Un boomerang che si ritorcerà sul cittadino due volte vittima: della propria arma e della politica senza scrupoli. Se al momento ha vinto l’industria delle armi, la prima vittima è stata la democrazia.

Ancor prima è stato varato il “Decreto Sicurezza e Immigrazione”: già dal titolo si capisce che c’è qualcosa che non va. Vengono mescolate due cose diverse. Si vuole far intendere che la immigrazione è solo un problema di sicurezza. Questo decreto nega i principi di solidarietà e di uguaglianza che sono alla base della nostra Costituzione. Gli aspetti più negativi sono:

1) abolizione della protezione umanitaria per i migranti

2) raddoppio dei tempi di trattenimento nei Centri per il rimpatrio (Cpr)

3) smantellamento dei centri Sprar (Sistema per i richiedenti asilo e rifugiati)

4) soppressione dell’iscrizione anagrafica ( con esclusione dal servizio sanitario nazionale)

5) revoca di cittadinanza per reati gravi.

Tutto ciò è particolarmente grave, poichè nei principi fondamentali della nostra Carta costituzionale, l’articolo 10 prevede che lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica

Ma il Decreto sicurezza è una legge repressiva anche nei confronti di tutti i cittadini italiani.

1) Inasprisce le pene per il blocco stradale o ferroviario (reprime le manifestazioni);

2) reprime con sgomberi forzati le occupazioni di alloggi e immobili (case o centri sociali);

3) viene introdotto l’uso del taser – la pistola a impulsi elettrici – alle polizie municipali dei Comuni con più di centomila abitanti.

Sono tutti provvedimenti improntati ad una visione di autoritarismo nell’ordine pubblico.

L’informazione di massa e sui social riduce la complessità dei fenomeni migratori a qualche slogan, o tweet: “aiutiamoli a casa loro”, “fermiamo l’invasione degli immigrati”. La stessa politica governativa, con i media, sta montando una campagna di colpevolizzazione nei confronti degli immigrati, presentati come un problema per la sicurezza, e delle Ong che fanno azioni umanitarie. La campagna di disinformazione e denigrazione nei confronti degli immigrati ha avuto come logica conseguenza l’approvazione del Decreto Sicurezza ed è alla base di sempre più frequenti episodi di violenza fisica ai danni di persone colpevoli solo di essere stranieri, o italiani di colore, o rom.

A noi il compito di organizzare la resistenza nonviolenta contro leggi violente.

Oggi più che mai è urgente recuperare quei principi di umanità e di convivenza civile che sono alla base della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e che la retorica della paura sta cercando di smantellare. Ci accusano di essere “buonisti”, vorremmo semplicemente essere persone di buon senso e buon cuore.

IL DIRETTORE


Azione nonviolenta, 3 – 2019 (Anno 56, n. 633 – maggio-giugno)

Numero monografico sulla “Sicurezza”

In questo numero:

Editoriale di Mao Valpiana: L’intreccio armi-politica emana due leggi violente

Meno sicurezzacon la nuova riforma, di Giorgio Beretta; Decreto ssicurezza-bis: novità a profili critici, di Stefano Zirulia; Legittima difesa e nonviolenza attiva, di Matteo Soccio; Una pistola ha ucciso mio marito, non voglio più armi per nessuno, di Gabriella Neri; Da giovane desideravo una bella pistola P38, di Sergio Dall’Osto; Parliamo di sicurezza nel mondo dell’insicurezza, intervista a Mauro Cereghini e Michele Nardelli; Rifugiati e migranti nella Costituzione, di Daniele Lugli; Ignoranza, paura, violenza, per vincere le elezioni, di Pasquale Pugliese; DIMMI, un progetto di storie migranti, intervista a Ilaria Zambelli; Telecamere per spiare le scuole dell’infanzia, di Gabriella Falcicchio;

Rubrica

Lettere dal futuro/3

La lettera è blindata, lo spirito è leggero, di Alexander Langer, 1988

Sparare su chi scappa dall’Albania?, di Alexander Langer, 1991

In copertina: Sicurezza che genera insicurezza

In seconda di copertina: Sommario

In settima: Biani alla settima. Sicuri, Insicuri

In quarta di copertina: Foto dipinta di Andrea Samaritani

Direzione e amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803

(da lunedì a venerdì: ore 9-13 e 15-19) an@nonviolenti.org – www.azionenonviolenta.it

Per abbonarsi ad “Azione nonviolenta” inviare 32 euro sul ccp n. 18745455 intestato al Movimento

Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona (Iban: IT 35 U 07601 11700 000018745455).

Abbonamento solo in formato elettronico, 20 euro

E’ possibile chiedere una copia omaggio, inviando una email all’indirizzo an@nonviolenti.org scrivendo nell’oggetto “copia di ‘Azione nonviolenta’”.

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