Pubblichiamo in anteprima l’editoriale del direttore, Mao Valpiana.
Disabilità e nonviolenza
per andare oltre la realtà
Vincere i pregiudizi con l’amore
Storpi, ciechi, zoppi, sordomuti, paralitici, infermi, indemoniati, lebbrosi, sono i personaggi principali di quel racconto antico e senza tempo che è la Buona Novella, il Vangelo della nonviolenza. Gesù li incontra, si avvicina a loro, da invisibili che erano per la società, li rende visibili, li trasforma in protagonisti della sua storia. Li rende persone, dandogli un nome.
Per guarirli, li tocca. Esprime, cioè, vicinanza, reciprocità, relazione. Compie atti intimi, usa la sua saliva per impastare la terra e spalmarla sul corpo dell’altro: tocca gli occhi, e vedono; tocca la lingua, e parla. Fa udire i sordi e fa parlare i muti. Li chiamano miracoli, ma sono gesti per rompere i muri dell’isolamento, pratiche di cura per vincere le malattie, azioni terapeutiche basate sull’amore e l’inclusione, comportamenti per superare il pregiudizio.
È una visione completamente nuova. I deboli, gli esclusi, i reietti, non sono più una realtà da emarginare, da nascondere, da eliminare, ma diventano il centro dell’azione, il metro di giudizio.
Duemila anni dopo, siamo ancora ad interrogarci sullo stesso tema, che oggi chiamiamo disabilità.
In una società competitiva, sempre più di fretta, dove chi non ha successo viene scartato, che posto hanno i disabili? Forse anche a questo pensava Alexander Langer quando ha proposto il lentius, profundius, suavius al posto del citius, altius, fortius: i disabili sono lenti, vanno in profondità, cercano dolcezza.
Il tema è quello del valore. Si vale solo in quanto si è produttori di beni (materiali o intellettuali)? O la persona è un valore in sè? Chi non produce nulla, chi non può fare niente ma ha solo bisogno di cure e servizi, che posto occupa nel giudizio sociale?
Domande che si era posto anche Aldo Capitini, dando risposte che possono apparire provocatorie:
“Il valore è di tutti, e tutto spetta a tutti; e siccome non possiamo dare le cose del mondo ai morti, ecco che le daremo a chi assomiglia a loro, ai malati, agli stroncati, ai pallidi, a quelli che quasi non sono, rivolgendo particolari cure e facendo loro affluire le cose più ancora che a chi lavora e opera visibilmente nella produzione (…) Ho sofferto acutamente nel vedere, proprio al centro della mia attenzione, che c’è chi è colpito dalla realtà com’è ora: l’ammalato, l’esaurito, lo stolto, il morto, e mi sono messo in rapporto – attraverso il tu a quell’infelice – con una realtà che non lo escluda e lo tenga unito con altri esseri che sono nati (realtà di tutti), e lo renda uguale e lo compensi sviluppandosi anche lui infinitamente nella cooperazione ai valori, come chi è sano, vigoroso, vivente (Compresenza)“.
Sollecitati da un nostro lettore abbonato, Pietro Moretti, abbiamo voluto affrontare, con questo numero monografico, il tema “disabilità e nonviolenza”. Senza nessuna pretesa di esaustività e completezza, abbiamo cercato di raccogliere soprattutto esperienze concrete di singole persone, o gruppi, o realtà istituzionali, che affrontano la questione della disabilità con il metodo della nonviolenza. Con questo primo approccio, vogliamo anche sollecitare altre realtà che vanno in questa direzione a mettersi in rete e comunicarci pratiche e conoscenze. Nella storia e nella tradizione dei movimenti e delle lotte nonviolente, le persone con disabilità sono spesso state protagoniste e al centro. La pratica della violenza, della sopraffazione, richiede forza muscolare, ricchezza di strumenti, scaltrezza, velocità, superiorità fisica. La nonviolenza, al contrario, va al passo del più lento, valorizza il debole, entra in empatia con chi è stanco, include l’emarginato.
Gli articoli raccolti sono illustrati con fotografie che costituiscono un percorso visivo. Le prime, a colori, sono il risultato di un’attività riabilitativa condotta con l’Arteterapia di Chiara Sambugaro. Tutte le altre foto, in bianco e nero, fanno parte di un progetto di fotogiornalismo di Caroline Groszer.
IL DIRETTORE
Sommario:
Azione nonviolenta, 4 – 2020 (Anno 57, n. 640)
Numero monografico su “Disabilità e nonviolenza”
Editoriale di Mao Valpiana, Disabilità e nonviolenza per andare oltre la realtà
In questo numero:
Da vittime di violenza a protagoniste del cambiamento, di Max Guitarrini; Le campagne nonviolente USA per i diritti dei disabili, di Regina Weiss; Nelle comunità gandhiane, disabili al centro dell’azione, di Zan Thornton; L’azione nonviolenta ha bisogno della disabilità, di Brian Martin e Wendy Varney; Affidarsi all’altro nella relazione quotidiana, di Pietro Moretti; La nonviolenza attiva nelle persone con disabilità, di Pietro Moretti; Riconoscere la dignità di tutti andando oltre la pratica di cura, di Chiara Sambugaro; Quando la magia della musica riesce a rompere le barriere, di Chiara Sambugaro; Uno sciopero della fame per i diritti dei disabili, di Elena Buccoliero che intervista Maurizio Bolognetti; Speranze negate, diritti calpestati, Costituzione assassinata, di 500 cittadini della Basilicata; Al Maestro Ezio Bosso, innamorato di musica e libertà, di Elena Buccoliero.
Rubrica: RODARIANA/4
Storia curiosa di filastrocche musicali per riscoprire la realtà in forme nuove, di Enrico de Angelis
In copertina: Siamo tutti abili e disabili
In seconda di copertina: Sommario
In terza di copertina: 2020
In quarta di copertina: L’ultima di Biani
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