È uscito il numero 4-2022 (luglio – agosto) di “Azione nonviolenta”, rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, bimestrale di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo, numero monografico su “Obiettori da mezzo secolo”
Editoriale di Mao Valpiana
Obiettiamo per la pace da cinquant’anni
Un movimento in cammino
Ci stiamo avvicinando ad una data importante: il 15 dicembre saranno cinquant’anni dall’approvazione per la prima volta in Italia della Legge che ha riconosciuto (seppur con molti limiti) il diritto di obiettare al servizio militare obbligatorio, sostituendolo con un servizio civile alternativo. Dal 1972 ad oggi sono avvenute molte trasformazioni. La coscrizione obbligatoria è stata sospesa; il servizio militare e il servizio civile sono divenuti facoltativi e sono stati aperti anche alla partecipazione femminile; il servizio civile da sostitutivo e alternativo, si è mutato in nazionale e poi universale, aperto anche agli stranieri e realizzabile anche all’estero; il legislatore ha introdotto la concezione del servizio civile come forma costituzionale di “difesa della Patria”. Tutti questi passaggi sono stati ottenuti con lotte specifiche per migliorare l’istituto del servizio civile, così come il diritto all’obiezione fu conquistato con la resistenza degli obiettori in carcere e un lungo digiuno per imporre al Parlamento la discussione. Per mezzo secolo l’impegno del movimento si è sviluppato mantenendo vivo e attuale il filo che lega la scelta dell’obiezione all’attuazione del servizio civile inteso come programma costruttivo per la pace.
Vogliamo prepararci bene all’appuntamento dei 50 anni, che non sarà una celebrazione nostalgica bensì un’occasione di rilancio degli impegni e degli obiettivi del movimento; cominciamo a farlo con questo numero monografico di Azione nonviolenta “Obiettori da mezzo secolo”, e proseguiremo fino al convegno internazionale che si terrà proprio il 14 e 15 dicembre a Roma, organizzato dal Movimento Nonviolento insieme alla Conferenza Nazionale degli Enti di Servizio Civile. La chiave di lettura che abbiamo scelto è il contributo particolare dato dal Movimento Nonviolento all’obiezione di coscienza nel nostro Paese (documentato dal nostro poderoso Archivio). Nelle pagine seguenti offriamo una visione storica dei precedenti che hanno portato alla soluzione legislativa: un salto di qualità della democrazia italiana e dell’attuazione costituzionale.
I pionieri, da Capitini a Pinna, da Baglietto a Balboni, hanno messo le basi dal primo dopoguerra fino al 1968; poi sono venuti gli anni degli obiettori dentro e fuori le carceri militari che hanno incarnato l’alternativa al militare; infine affrontiamo i problemi dell’oggi con i limiti del servizio civile universale, il ruolo particolare delle donne e del femminismo pacifista, e la difficilissima situazione degli obiettori di coscienza nella guerra in Ucraina. Presentiamo quindi due importanti iniziative che si tengono a Roma con il Festival del servizio civile e a Torino con il convegno Signornò. Concludiamo con un doveroso omaggio allo storico avvocato degli obiettori, Bruno Segre, che oggi ha 104 anni. Il numero è illustrato con una retrospettiva delle vignette dei due mitici illustratori di Azione nonviolenta, Mario Pizzola e Mauro Biani, che ringraziamo per il lavoro prezioso da loro svolto.
Cinquant’anni sono una parte importante di una vita.
Mi sia permessa una nota personale: avendo trascorso ininterrottamente i miei cinque decenni dai 17 ai 67 anni come attivista del movimento degli obiettori, lo conosco abbastanza bene e posso dire che ne hanno fatto parte e ne fanno parte persone che rappresentano il meglio di una società solidaristica per i diritti di tutti.
L’obiezione di coscienza al servizio militare consiste nella «opposizione a partecipare alla preparazione e all’esecuzione della guerra». Per Aldo Capitini «l’obbiezione di coscienza si fonda su due tipi di ragioni. Il primo tipo è di non riconoscere a nessuno e nemmeno allo Stato il diritto di costringere un uomo ad agire contro la propria coscienza. Il secondo tipo è di porre come superiore al potere dello Stato il rapporto amorevole con tutti gli esseri umani, nessuno escluso».
IL DIRETTORE
Azione nonviolenta, 4 – 2022 (Anno 59, n. 652)
Numero monografico su “Obiettori da mezzo secolo“
In questo numero:
Mezzo secolo di impegno per l’obiezione di coscienza, di Mao Valpiana; Il variegato arcipelago degli archivi sull’OdC, di Andrea Maori; Baglietto, Balboni, Pinna i primi passi in Italia, di Daniele Lugli; Prima della “Legge truffa” c’era un obiettore a Sulmona, di Mario Pizzola; Servizio Civile Universale, un legame con l’obiezione, intervista a Laura Milani; Signornò! Un progetto torinese sull’obiezione di coscienza, a cura del Centro Studi Sereno Regis; “Avrei ancora un’obiezione!” Progetti per le giovani generazioni, di Daniele Taurino; L’obiezione delle donne per sbrogliare la guerra, di Giancarla Codrignani; L’obiezione di coscienza nella guerra in Ucraina, di Yurii Sheliazhenko.
Rubrica: Preferirei di NO/4
L’obiezione di coscienza del laico laicista, di Pietro Polito
In copertina: Disegno di Mauro Biani
In seconda di copertina: Sommario
In terza di copertina: 2022
In quarta di copertina: Obietto al servizio (dell’uccisione) militare. Pietro Pinna, 1949
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