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Azione nonviolenta, 5 – 2018, l’editoriale di Mao Valpiana

Diadmin

Ott 25, 2018
AN 5 2018 copertina Alberto L'Abate

Alberto L’Abate, forte e delicato

come un ulivo e come la lavanda

Intellettuale e artigiano della nonviolenza

A un anno dalla sua morte terrena, dedichiamo ad Alberto L’Abate questo numero monografico della rivista. Senza nessuna pretesa di esaustività, raccontiamo soprattutto del suo impegno, durato una vita, nei movimenti nonviolenti, sia come ricercatore, sia come attivista.

Studiare e agire, queste le sue caratteristiche primarie, portate avanti fino all’ultimo giorno.

Sociologo, docente universitario, esperto di metodologia della ricerca sociale, era appassionato soprattutto di ricerca-azione.

Innumerevoli le lotte di cui è stato protagonista, grazie anche alle lezioni apprese dai suoi maestri cui è sempre stato riconoscente: Tullio Vinay, pastore valdese, fondatore del centro ecumenico di Agape, politico indipendente di sinistra; Aldo Capitini, che considerava il suo “padre spirituale”; Danilo Dolci, con il quale si formò anche sul piano della ricerca sociologica, della progettualità e dell’azione; don Lorenzo Milani, che incontrò più volte, proprio sul tema dell’obiezione di coscienza. Molti altri incontri, con maestri che lo stesso Alberto volle conoscere personalmente, contribuirono alla sua formazione: Jean Goss, André e Magda Trocmé, Abbé Pierre. Gli studi approfonditi e originali sui testi di Gandhi e di Gramsci, da allievo di tanti lo trasformano, negli anni, in maestro di tantissimi.

Oltre alle persone, nella vita di Alberto contano molto i luoghi nei quali mette in pratica la sua capacità di costruttore di pace, formatore, educatore, rivoluzionario nonviolento.

Per alcuni anni è l’animatore della Casa per la pace di San Gimignano, che diventa un centro per campi, seminari, incontri, sugli stili di vita alternativi, economia nonviolenta, educazione ambientale, ai quali partecipano giovani da tutta Italia. Attento osservatore dei movimenti sociali e della realtà internazionale, ha la vocazione a immergersi nei conflitti per studiarli e proporre soluzioni nonviolente. Così lo troviamo protagonista, tra i primissimi, a Montalto di Castro contro la costruzione di una centrale nucleare, e diventerà una delle figure di spicco a livello nazionale del movimento antinucleare e per un “nuovo modello di sviluppo”. Vinta quella battaglia, si sposta a Comiso, in Sicilia, contro l’installazione dei missili nucleari. Anche questa lotta sarà vincente, con il ritiro degli ordigni atomici. All’inizio degli anni ’90, durante la crisi del Golfo, si reca in Iraq, a Baghdad, con la missione Volontari di pace in Medio Oriente, per evitare la guerra e proporre un piano di pace. Qualche anno dopo, con la crisi nella ex Jugoslavia, è protagonista della Campagna per una soluzione nonviolenta in Kossovo; a Pristina apre una Ambasciata di pace, per prevenire il conflitto armato e sostenere le lotte nonviolente. Intellettualmente onesto, sapeva anche riconoscere i fallimenti, quando c’erano, pronto a riprendere il suo attivismo movimentista, con maggior entusiasmo avendo imparato dagli errori.

Impegnato nel Movimento Nonviolento e nel MIR, il suo rigore scientifico e la generosità nella militanza erano sempre mescolati con una trasparente dimensione umana, di fratellanza e apertura, che lo facevano ben volere ovunque andasse a mettere in atto i suoi progetti costruttivi.

Oltre alle dimensioni della teoria e della pratica della nonviolenza, in Alberto spiccava anche un senso domestico, la cura delle relazioni, con animo fine e sensibile. Amante della pianta di lavanda, che cresceva nel podere di San Gimignano, ne sapeva trarre l’olio essenziale, che amava regalare come ricordo. Era instancabile, Alberto, nei suoi tanti e continui viaggi, dalla Sicilia all’India. Era forte come un ulivo, che vive a lungo e continua a dare frutti. Dopo la sua morte, in Italia e in Palestina sono stati piantati degli ulivi in sua memoria, dedicati ad Alberto, “uomo di pace”.

IL DIRETTORE


Azione nonviolenta, 5 – 2018

(Anno 55, n. 629 – settembre-ottobre)

Numero monografico in memoria di Alberto L’Abate

In questo numero:

Editoriale di Mao Valpiana: Alberto L’Abate, forte e delicato come un ulivo e come la lavanda.

Una lunga vita per la ricerca, la formazione, l’azione nonviolenta, a cura di Matteo Soccio.

Una strategia della nonviolenza per il movimento pacifista, di Alberto L’Abate.

Rubriche

Canzoni d’autore

Edoardo Bennato sull’isola che non c’è, di Enrico de Angelis.

In copertina: Baghdad, Pristina, Comiso, San Gimignano

In seconda di copertina: Sommario

In settima: Biani alla settima. Senza parole.

In quarta di copertina: Alberto L’Abate e la strada della nonviolenza

Direzione e amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803

(da lunedì a venerdì: ore 9-13 e 15-19) an@nonviolenti.org – www.azionenonviolenta.it

Per abbonarsi ad “Azione nonviolenta” inviare 32 euro sul ccp n. 18745455 intestato al Movimento

Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona (Iban: IT 35 U 07601 11700 000018745455).

Abbonamento solo in formato elettronico, 20 euro

E’ possibile chiedere una copia omaggio, inviando una email all’indirizzo an@nonviolenti.org scrivendo nell’oggetto “copia di ‘Azione nonviolenta’”.

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