L’Editoriale di Mao Valpiana
La festa dell’infanzia che cambia il mondo
Vita e pace, diritti dei bambini
La Convenzione Onu sui Diritti dell’infanzia, in vigore da 30 anni, rappresenta un testo giuridico di eccezionale importanza poiché riconosce tutti i bambini e tutte le bambine del mondo come titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici. Le conseguenze pratiche di questa nuova visione sono fondamentali: – nessun minore può essere discriminato per nazionalità, sesso, lingua, religione, opinione personale o dei genitori; – in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata, l’interesse del bambino deve avere la priorità; – gli Stati devono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini; – i bambini devono essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e gli adulti devono tenerne in considerazione le opinioni.
Per il diritto internazionale questa è una conquista recente ed importante, sancita nei codici, ma ancora lontana dall’essere applicata in tutto il suo potenziale rivoluzionario.
Ma per la nonviolenza il rispetto e l’attenzione ai minori, agli ultimi, ai più piccoli, è un fatto costitutivo originale. Mi ha sempre colpito la durezza che il Vangelo riserva a chi fa del male al mondo dell’infanzia. Gesù arriva addirittura ad augurare la morte a chi fa violenza ad un bambino. “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare”. Una sentenza impietosa, una condanna capitale e senza appello. Parole che fanno da contraltare alla dolcezza riservata ai bambini: “Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro appartiene il Regno di Dio”. E poi: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli. Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me”. Ed infine: “Chi si fa piccolo come questo bambino, quello è il più importante nel Regno di Dio”.
Questa benevolenza verso il mondo dell’infanzia, la ritroviamo ugualmente nello sviluppo del pensiero filosofico e pedagogico di Aldo Capitini, che pone i fanciulli al centro del processo di liberazione nonviolenta: “il bambino è il figlio della festa; ogni data di nascita è un natale che non è soltanto un incremento della compresenza, ma è anche una prova del portare al massimo il nostro impegno al valore, al quale segue qualche cosa della realtà liberata“.
La nonviolenza rovescia i ruoli. Gli adulti non hanno il compito di educare i bambini, ma devono invece portare il mondo all’altezza del fanciullo, cioè rendere il mondo degno dei bambini e della festa che solo loro sanno celebrare in pienezza: “Non c’è cosa più ingannevole dell’accettazione abitudinaria di un ritmo immutabile; mentre fin ai fanciulli bisogna mostrare che questo tempo è quello dell’intensificarsi del ritmo degl’impegni straordinari alle aperture e alle aggiunte: credo che per millenni si siano perdute le occasioni di liberazione dell’uomo che i fanciulli portavano, appunto per aver imposto loro come assoluto e immodificabile quel ritmo che era lo schema di un’età adulta, chiusa, meccanica e presuntuosa. Da qui lo sforzo di Gesù di rendere tutti come fanciulli”.
E dunque, se saranno i piccoli a liberare l’uomo, se il mondo deve diventare degno della festa che i fanciulli sanno fare, il grande ostacolo da rimuovere è quello della guerra: là dove c’è guerra muoiono i diritti delle bambine e dei bambini. Il primo diritto è quello alla vita. Il secondo diritto è quello ad un futuro amico. Ma oggi questi diritti vengono loro negati: un mondo inquinato, la crisi ambientale, l’emergenza climatica, gli oceani invasi dalla plastica, scandalizzano i bambini. Per gli adulti che hanno compiuto questi crimini tremendi, che hanno rovinato il mondo dei bimbi, meglio sarebbe fosse loro appesa al collo una macina girata da asino, e fossero gettati negli abissi del mare.
IL DIRETTORE
Azione nonviolenta, 5 – 2019 (Anno 56, n. 635)
Numero monografico sulla “Diritti dell’infanzia”
In questo numero:
Editoriale di Mao Valpiana: La festa dell’infanzia che cambia il mondo
Trent’anni d’infanzia:i diritti della Convenzione ONU, di Martina Lucia Lanza; L’Autorità Garante dell’Infanzia e Adolescenza, a cura della Redazione; La violenza sessuale sui minori abusati, a cura del CISMAI; La scuola dev’essere pubblica, creare comunità e convivenza, intervista a Franco Lorenzoni; Un diritto fondamentale, avere la testa tra le nuvole, di Mauro Presini; Far conoscere ai ragazzi la nostra Costituzione, intervista a Chiara Bergonzini; Insegnare l’amore per il futuro con l’italiano per migranti, di Eraldo Affinati; Tutelare l’infanzia anche dalla famiglia, intervista a Liviana Marelli; Genitori che danno la vita e poi la tolgono con violenza, di Elena Buccoliero; C’è posta per Re, una corrispondenza speciale, intervista a Renata Cavallari; Diritti dell’infanzia e violenza sui minori, intervista a Vincenzo Taurino; Ci avete rubato i sogni e l’infanzia; Viaggi disperati di minori migranti; Bambine e bambini ci insegnano l’umanità, a cura della Redazione; Luciano Capitini, manovale della nonviolenza, di Giuseppe Moscati; I Centri di Orientamento Sociale, una palestra di democrazia, di Luciano Capitini
Rubrica
Lettere dal futuro/5
Contro ogni ipocrita rimozione, per il diritto alla vita dei concepiti, di Alexander Langer, 1988
In copertina: Sui diritti inviolabili dell’infanzia
In seconda di copertina: Sommario
In settima: Biani alla settima. Senza parole
In quarta di copertina: Foto dipinta di Andrea Samaritani
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