• 21 Novembre 2024 8:33

Banche armate, non vogliamo finanziare la guerra

Diadmin

Nov 14, 2024

L’Obiezione di coscienza ci chiede di non essere in alcun modo complici con il militarismo: rifiutando il servizio militare, l’uso delle armi, e anche rifiutando di finanziare l’industria bellica.
Sosteniamo gli obiettori, i disertori, i renitenti alla leva, e nel contempo vogliamo sostenere tutti quei cittadini che non vogliono che il proprio denaro vada a finire nella corsa al riarmo. Per questo il Movimento Nonviolento, dopo aver promosso la Campagna Obiezione alla guerra,  porta la propria aggiunta anche alla Campagna Banche Armate. Non si tratta di boicottare il sistema bancario, ma di controllare l’utilizzo del nostro denaro affidato alle banche. Vogliamo essere sicuri che il nostro istituto bancario non sia coinvolto nel meccanismo della guerra, che non favorisca il commercio internazionale della armi.
Siamo disposti a pagare per la pace, ma non per la guerra!

Mao Valpiana, Presidente Movimento Nonviolento

Campagna banche armate: perchè i nostri soldi non finanzino la guerra

La campagna di pressione alle banche armate, promossa nel 2000 dalle riviste Missione Oggi, Mosaico di pace e Nigrizia, aveva lo scopo di favorire il controllo attivo dei cittadini sulle operazioni di finanziamento all’industria militare e al commercio di armi. Nel luglio 2020 la campagna è stata riproposta dalle stesse riviste insieme ad Azione Nonviolenta, Osservatorio Diritti, Rete Italiana Pace e Disarmo.

La campagna si propone di sensibilizzare i cittadini sul coinvolgimento degli istituti di credito nella produzione ed esportazione di sistemi militari e di armi, per promuovere un cambiamento nella società, dando forza alla cittadinanza attiva e al consumo e risparmio critico e responsabile.

L’obiettivo fondamentale della campagna di pressione alle banche armate si esplicita nella richiesta agli istituti di credito di non finanziare la produzione e la commercializzazione di armamenti o quantomeno di non farlo verso i paesi in guerra o che violino i diritti umani (legge 185 del 1990). Infatti, benché l’attuale governo stia cercando di modificare questa legge, per renderla il più possibile opaca e inapplicabile, le cittadine e i cittadini mantengono il diritto di mettere i propri risparmi in una banca che garantisca loro trasparenza sui suoi investimenti.

Nel suo ultimo congresso (23-25 febbraio 2024), il Movimento Nonviolento ha accolto la mozione del gruppo territoriale della Sardegna, per lanciare la campagna, come impegno di obiezione alla guerra. Non si tratta di una guerra alle banche, ma di una campagna di pressione collettiva, che spinga gli istituti di credito a rivedere le proprie politiche e prassi etiche.

Il gruppo territoriale sardo ha dato vita, anche grazie alla collaborazione con l’Unione Sindacale di Base del sud Sardegna, al Comitato Sardo Campagna Banche Armate, che si sta impegnando nell’avvio della campagna e farà da apripista, con l’obiettivo di rilanciare poi la campagna anche in altre regioni.

E’ importante sottolineare che questa campagna è pienamente coerente con la campagna di obiezione alla guerra, in cui il Movimento Nonviolento è attualmente impegnato, anzi la completa, aggiungendo la critica economica a quella etico-politica.

Siamo consapevoli che non sarà facile, ma anche della forza nonviolenta di quest’azione. L’approccio dialogico e non aggressivo tende a mettere la banca davanti alle proprie responsabilità, sia di fronte ai propri correntisti che all’opinione pubblica. Ciò non significa essere arrendevoli, bensì essere disposti ad un dialogo aperto, pur mantenendo saldi i propri principi e gli obiettivi della pace e del disarmo.

Qualora la banca non rispondesse alla richiesta di interlocuzione del comitato promotore, o se la sua risposta fosse vaga ed aleatoria, si procederebbe alla fase pubblica della campagna. Un sit-in, con conferenza stampa, in cui possono essere previste dichiarazioni personali e collettive del ritiro del proprio conto dalla banca armata. Così come il consumatore ha il diritto democratico di poter scegliere in base all’etichettatura dei prodotti ed alla loro origine, il risparmiatore ha il diritto di scegliere un deposito eticamente adeguato per i propri soldi.

La scelta su quali banche avviare la campagna, andrà fatta localmente, in base alle rilevanze territoriali, alle criticità ravvisate e alle possibilità concrete di raggiungimento di un obiettivo prefissato.

Quest’azione nonviolenta può consentire a tutte e tutti di esercitare il proprio potere di clienti e di cittadini nei confronti degli istituti di credito. La macchina della guerra può essere ostacolata anche a partire dall’insaziabile fame di profitti che la muove: vogliamo che i nostri soldi non finanzino le armi!

I gruppi territoriali del Movimento Nonviolento che volessero partecipare attivamente alla campagna, possono nominare un proprio referente ed inviarne nome e recapiti a:

carlo.bellisai@gmail.com   3496488854  (Carlo)

lunes.t@gmail.com   3285328024  (Filippo)

Movimento Nonviolento Sardegna

(gruppo territoriale del Movimento Nonviolento)

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