COMUNICATO STAMPA Roma, 2 marzo 2015 – Ieri, nella giornata in cui si celebrava il XV anniversario dell’entrata in vigore della Convenzione Internazionale sulla Messa al Bando delle mine antipersona la Campagna Italiana (CICM), ha lanciato una petizione per chiedere al Parlamento di riprendere, nel più breve tempo possibile, l’iter di discussione del DDL per vietare investimenti finanziari su ordigni proibiti da convenzioni internazionali sottoscritte e ratificate dal nostro Paese.
Fermo da 2 anni presso le Commissioni Finanze di Camera e Senato, il disegno di legge è indirizzato ad impedire il finanziamento ed il sostegno delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e sub-munizioni cluster da parte delle banche, delle SIM, delle società di gestione del risparmio, delle SICAV, dei fondi pensione, delle Fondazioni bancarie e, comunque, di tutti gli intermediari finanziari. La Campagna Italiana Contro le Mine ne chiede l’immediata ripresa dell’iter.
Il DDL aveva già superato definitivamente l’esame della Commissione Finanze nella precedente legislatura (XVI) Ripresentato nell’ attuale legislatura nel marzo 2013 (S.57 al Senato e C. 119 alla Camera), anziché beneficiare della precedente deliberazione positiva che si basava anche sui pareri positivi di 6 commissioni (Affari Costituzionali, Esteri , Difesa Bilancio, Giustizia ed attività Produttive) per ottenere una calendarizzazione più rapida, è oggi impantanato tra l’indifferenza totale in tutti e due i rami del Parlamento.
“Coerente agli obblighi sottoscritti con l’adesione a delle Convenzioni internazionali di disarmo umanitario– dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine – questa proposta di legge sancisce che l’incoraggiamento ed il supporto a produzioni di armi messe al bando non può dipendere dalle singole policy sulla responsabilità delle banche (…)” “ …Crediamo – continua Schiavello- che la vera e gravissima anomalia sia considerare lecito finanziare, direttamente od indirettamente, la produzione di ordigni banditi dal proprio Paese con un atto di impegno internazionale, questo è in maggior misura vero ed inspiegabile dal momento che, il nostro Paese ha ritenuto di indicare anche il supporto finanziario come comportamento da sanzionare penalmente nella sua legge di ratifica (95/2011) art. 7 comma 1.”
“L’obiettivo della petizione, lanciata simbolicamente, nel giorno in cui si celebra l’entrata in vigore della Convenzione di Ottawa è quella di raccogliere nel più breve tempo possibile 10.000 adesioni da presentare al Presidente del Senato Sen. Pietro Grasso ed alla Presidente della Camera On. Le Laura Boldrini proprio per chiedere che questo DDL non venga abbandonato” – aggiunge Santina Bianchini Presidente della Campagna Italiana – “il mondo dell’associazionismo impegnato nella difesa dei diritti umani, del disarmo umanitario e della cooperazione sostiene la bontà di questa iniziativa e crediamo che lo faranno anche i nostri parlamentari, conclude Bianchini”
Sono 151 gli istituti finanziari nel mondo che hanno investito dal 2011 al 2014 circa 27 miliardi di dollari in compagnie produttrici di Munizioni Cluster. La notizia è presente nel report “Worldwide Investments in Cluster Munitions: a shared responsibility,” redatto oggi dall’Associazione PAX membro della Cluster Munition Coalition (CMC) . Il report, dettaglia la portata degli investimenti nelle compagnie produttrici di Munizioni Cluster da parte non solo di banche, ma anche di fondi pensionistici ed altri istituti finanziari a livello mondiale. http://www.stopexplosiveinvestments.org/report
Per sottoscrivere la petizione: http://lnx.campagnamine.org/campagne/petizione/
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