Dopo il lancio da parte del Ministro Crosetto del Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della cultura della Difesa, si sono levate voci che chiedono la riapertura del Comitato per la Difesa Civile e Nonviolenta, come embrione di quel Dipartimento della Difesa Civile non armata e Nonviolenta che è obiettivo della Campagna comune “Un’altra difesa è possibile”. Ospitiamo qui l’intervento di Claudio Tosi (rete di enti di Servizio Civile romani “Le vie della Nonviolenza”) che si inserisce in questo dibattito.
Nel momento in cui sempre più voci si alzano per richiedere che la Pace sia rimessa in campo come vera alternativa alle guerre che continuano a mietere vittime civili nei conflitti in tutto il mondo, il nostro Governo esce con questo articolo, apparso (paradossalmente) l’otto marzo sul sito delle Forze armate, in cui, citando un comunicato stampa del 6 marzo in Primo Piano sul sito www.difesa.it si legge del Ministro Crosetto compiaciuto per aver dato vita a un Comitato di esperti chiamati a dare slancio a una rinnovata strategia di comunicazione sull’importanza e la centralità del “sistema Difesa”.
I compiti di questo Comitato sono illuminanti; nella prestigiosa sede di Palazzo Baracchini i 14 illustri volontari svolgeranno gratuitamente i seguenti compiti:
Sviluppare e valorizzare la cultura della Difesa;
Essere un luogo di ascolto del “Sistema Difesa”;
Elaborare documenti, direttive, proposte di autoregolazione per supportare una visione innovativa nell’ambito della comunicazione e delle relazioni istituzionali;
Promuovere a livello nazionale un percorso di comunicazione che valorizzi al massimo le capacità della Difesa.
Sul sito delle Forze armate l’articolo inizia con entusiasmo “Grandi novità nelle Forze armate, ma questa volta nulla a che fare con nuove acquisizioni (vedi le nuove mitragliatrici) o aumenti di stipendio per il personale.”
Per capire cosa sia il sistema “Difesa” di cui parla il Ministro è interessante andare a vedere con cosa questa notizia non abbia “nulla a che fare” e cioè le nuove acquisizioni di mitragliatrici MINIMI che, portabilissime, sparano 680/800 colpi a bersagli distanti fino a un chilometro, il che ci chiarisce anche come mai la “società civile” di cui si contorna abbia al suo interno due esponenti dell’Aspen Institute e uno, più trasparentemente, della Leonardo.
E il comunicato, parlando dell’importanza del dare notizie, è esemplare, ci ricorda che la Difesa, o potremmo dire l’Industria delle armi e delle tecnologie di controllo, è un “formidabile volano” per la nostra economia e quindi, aggiunge il Ministro: “Occorre divulgare che gli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore risultano fecondi non solo per la Difesa sotto il duplice profilo dell’operatività dello strumento militare e dello sviluppo industriale, ma anche per il sistema Paese in termini di incremento dei livelli occupazionali, di sviluppo complessivo del sistema industriale, di leadership tecnologica, di incremento della crescita e dunque delle entrate”.
Insomma, come chiedere di limitare il comparto Militare quando è evidente che ci guadagniamo tutti a svilupparlo?
E non si tratta solo dei mezzi e degli armamenti, il Ministro incita a comunicare le grandi doti del personale stesso del “sistema Difesa”, che in buona misura noi conosciamo come Esercito militare, di cui va fatto conoscere “l’entusiasmo, la passione, e la dedizione – in sintesi i valori – che caratterizzano l’agire e l’essere del personale della Difesa”.
Non si preoccupi, Ministro, ci sono fin troppi segni di quanto questa cultura si faccia propaganda, prova ne sia l’appello preoccupato di Avvenire del 9 Marzo, che in questo articolo racconta la nascita, questa sì da parte della società civile, dell’“Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole”, per denunciare in modo documentato – sostengono i promotori – l’’intrusione crescente nelle scuole delle Forze armate, se non addirittura delle industrie militari che usano lo strumento dell’alternanza scuola lavoro (Asl), oggi rinominata Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) per «la propaganda di una cultura militarista e bellicista con l’obiettivo di promuovere l’arruolamento dei volontari».
Caserme e Aziende della Difesa unite, denuncia la deputata Elisabetta Piccolotti nella presentazione dell’Osservatorio alla Camera, ad offrire alle Scuole una fascinazione ben diversa dalla “didattica della nonviolenza e di una cultura per la risoluzione dei conflitti non militare, in sintonia con la nostra Costituzione che ripudia la guerra».
E l’articolo insiste riportando la dichiarazione di Rosa Siciliano, di uno degli enti che lanciano l’Osservatorio, Pax Christi, che ricorda “le “Linee guida sull’educazione alla pace e ai diritti umani”, firmate nel 2007 dall’allora ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni, in cui si afferma «l’importanza di acquisire conoscenze e tecniche per la comprensione, in tutti gli ambiti e a tutti i livelli, dei processi conflittuali in atto, delle relative cause e della individuazione delle soluzioni nonviolente potenzialmente disponibili». Linee guida che ribadiscono il compito della scuola di «contribuire a sviluppare la cultura della pace, della nonviolenza e dei diritti umani». Un documento che in molte scuole, evidentemente, è da tempo lasciato a far polvere su qualche scaffale.”
E allora, se davvero si vogliono offrire ai giovani “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” invitiamo i Ministri dell’Istruzione e della Difesa ad agire nel solco degli articoli 11 e 52 della Costituzione italiana a partire dai quali la Riforma del Terzo Settore con l’art. 8 della legge del 6 giugno 2016, n. 106, e il Decreto 40 con l’art 2 finalizza il Servizio Civile Universale alla difesa non armata e nonviolenta della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli, nonché alla promozione dei valori fondativi della Repubblica”
Riuniti nella rete Le Vie della Nonviolenza, nella nostra veste di Amici della Nonviolenza, Operatori di pace, Obiettori di coscienza al servizio militare e Operatori volontari del Servizio Civile Universale chiediamo con forza, il ripristino del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta, istituto dalla legge 230/98 nel 2004 e soppresso sette anni dopo durante il governo di Mario Monti.
Per la Pari dignità alla Difesa Civile Non armata e nonviolenta invitiamo tutte e tutti a chiedere insieme il ripristino immediato del “Comitato di consulenza per la difesa civile non armata e nonviolenta” quale primo passo verso la costituzione di un Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta così come è nelle attese di larga parte dell’opinione pubblica e della società civile.
La rete romana di servizio civile “Le Vie della Nonviolenza”