Definizione della nonviolenza
La nonviolenza che cos’è? Sentiamo questa definizione: un’apertura affettuosa all’esistenza, alla libertà, allo sviluppo di ogni essere. […] Se la nonviolenza è definita così, è evidente che si stabilisce immediatamente una distinzione tra ciò che è macchina, motore, e ciò che è essere vivente. Uno dei vantaggi che porta l’interesse per la nonviolenza è di mettere in primo piano assoluto la presenza e la compresenza degli esseri viventi. Non c’è bisogno di dire che la nonviolenza è positiva e che il termine è superficialmente negativo, che la nonviolenza è attiva. I veri nonviolenti esplicano una continua, intensa attività, quasi si direbbe per rimediare all’assenza di mezzi violenti che possano imporre la propria posizione. Non c’è bisogno anche di dire che è lottatrice, si potrebbero citare persone, affermazioni, per cui si vede che la nonviolenza ha bisogno di coraggio. Dice Gandhi: «io parlo di nonviolenza a chi è pronto a morire». Bisogna anche dire che la nonviolenza è creativa, cioè non è stata tutta realizzata, anzi in confronto ad altri campi, ad altre attività e altri atteggiamenti, si può dire che ancora è stata poco sviluppata. Per esempio, come metodo di lotta di grandi moltitudini, voi sapete, che è recente. È da pochi decenni che è cominciato. Essa anche è inesauribile ed è inattuabile tutta perfettamente. Per cui nessuno dirà a sé o agli altri «io sono un nonviolento», ma potrà dire «sono un amico della nonviolenza».
L’aggiunta della compresenza
La legge della compresenza è lo sviluppo del meglio, l’accrescersi del valore, non in una dialettica di mors tua vita mea, ma in un incremento: la compresenza è eterna perché crescente. Per questo la nascita di un nuovo essere è un atto della compresenza, che così si svolge ancor più verso il meglio, verso ulteriori creazioni. La compresenza ha gioia di essere in più, e ognuno può portare nella compresenza un suo contributo prezioso, singolo. Mentre vediamo che gli esseri vivono e spariscono, il mondo della compresenza concresce per ogni nascita e per lo svolgersi dei valori: così non accresce la sua «forza», ma la sua «gioia» di essere insieme, e questa è la forza della compresenza. Sicché, mentre nella realtà della vita, intesa come potenza, si è dato rilievo ad una legge di dialettica, di svolgimento attraverso contrasti, portando indebitamente questa osservazione in tutti i campi e facendone «legge della realtà»; dalla compresenza viene l’indicazione di un’altra legge, che è di incremento per aggiunta, legge che è per la nascita che non prende il posto di nessuna morte.
Invito alla Rivoluzione nonviolenta
La nostra rivoluzione è totale, perché vuole una totale liberazione di ogni angolo e aspetto e struttura della realtà e della società dal dolore, dalla morte, dal male morale e sociale; la nostra rivoluzione è corale, perché la facciamo in nome non di un gruppo, ma di tutti, e avendo tutti nel nostro intimo (come parenti, come compagni) anche quelli che ci stanno contro (ma possono cambiare), ed anche i morti, che sono uniti a noi e ci aiutano; la rivoluzione che vogliamo è aperta, perché fa e tenta tutte le trasformazioni che vede e può, ma, sapendo che non ha le forze per liberare totalmente dal dolore, dalla morte, dal male morale e sociale, ha la speranza e l’apertura, che se noi cominciamo bene, con mezzi eguali al fine e puri come il fine, il resto ci sarà aggiunto dal futuro, dalla storia, da Dio. Noi diamo la nostra buona fede, amorevolezza e apertura; e il futuro, la storia, Dio, aggiungeranno il completamento totale della liberazione: ci troveremo in una realtà liberata.
Un impegno da rinnovare
È chiaro che bisogna arrivare a moltitudini che rifiutino la guerra, che blocchino con le tecniche nonviolente il potere che voglia imporre la guerra. L’Europa ha sofferto per non aver avuto queste moltitudini di dissidenza assoluta, per es. riguardo al potere dei fascisti e dei nazisti.
L’omnicrazia deve prendere corpo anche in questo modo: nella capacità di impedire dal basso le oppressioni e gli sfruttamenti: ma questa capacità delle moltitudini ha il suo collaudo nel rifiuto della guerra, intimando un altro corso alla storia del mondo.
Selezione di testi di Aldo Capitini
a cura del Movimento Nonviolento
in occasione del 50° anniversario
1968-2018, 19 ottobre.
www.nonviolenti.org
www.azionenonviolenta.it