• 23 Dicembre 2024 21:21

Condannato per la prima volta dall’inizio della guerra un obiettore di coscienza ucraino

DiRedazione

Lug 1, 2022

Il movimento pacifista ucraino condanna la persecuzione di Dmytro Mykolayovych Kucherov, che si è rifiutato di uccidere. Il Movimento Nonviolento si unisce al loro appello ai difensori dei diritti umani di tutto il mondo per il riconoscimento del diritto d’obiezione anche durante il conflitto.

L’obiettore di coscienza ucraino Dmytro Mykolayovych Kucherov, 32 anni, è stato condannato a tre anni di reclusione dal Tribunale di Oleksandriia, nella regione di Kirovohrad, per avere apertamente rifiutato l’arruolamento militare.

La sentenza è stata pubblicata nel Registro unico statale del tribunale. In base agli artt. 75 e 76 del codice penale ucraino è tuttavia esonerato dallo scontare la pena se non commette un nuovo reato per un periodo di un anno, che si configura come una sorta di libertà vigilata, con lo svolgimento di compiti assegnati e rendendo conto dei suoi spostamenti per lavoro o per studio.
Quella di Dmytro è la prima condanna sotto la legge marziale per chi non accetta di arruolarsi. Il giovane è di religione cristiana ed è membro della chiesa evangelica “Sorgente di vita” che raccomanda ai giovani di svolgere un servizio alternativo a quello militare. Sentito direttamente, ha motivato la sua scelta affermando che non è disposto a imbracciare le armi.

Dmytro Kucherov non ha un avvocato di fiducia. Se avesse avuto questo sostegno, avrebbe potuto affermare il suo diritto – internazionalmente garantito – alla libertà di coscienza, che include l’obiezione di coscienza al servizio militare, e la sentenza sarebbe stata diversa.

Ricordiamo che il Commissario per i Diritti Umani della Verkhovna Rada, recentemente dimesso, ha indirizzato una lettera ufficiale al Movimento pacifista ucraino rilevando l’incoerenza nell’applicazione della Costituzione ucraina e degli standard internazionali in materia di diritti umani per quel che riguarda specificamente il diritto all’obiezione di coscienza al servizio miliare. Sul versante opposto i funzionari del Segretariato del Commissario hanno considerato fuori luogo sollevare la questione durante la guerra, cioè quando questo diritto ha particolarmente bisogno di protezione, riconosciuto il carattere inalienabile della libertà di coscienza, e ciò nonostante lo stesso presidente Zelenskyi nell’applicazione della legge marziale non abbia sospeso l’articolo 35 della Costituzione che riconosce il diritto alla libertà di coscienza.

Bisogna dire che l’Istituto ucraino del Commissariato per i Diritti Umani della Verkhovna Rada, secondo molti difensori dei diritti umani, è stato privato della sua indipendenza e trasformato in uno strumento per raggiungere obiettivi politici. A nostro avviso questa è una conseguenza prevedibile del militarismo in linea con le sue tendenze autoritarie.

Noi ci opponiamo alla militarizzazione dei diritti umani e consideriamo necessario ripristinare al più presto il legame storico tra i diritti umani e il movimento per la pace, per resistere alla guerra e al militarismo che violano brutalmente e massivamente i diritti umani, attraverso azioni comuni nonviolente da parte della società civile.

Condanniamo la repressione politica imposta dal militarismo contro coloro che intendono seguire il dettato della loro coscienza e adempiere al sacro comandamento “Non uccidere”.

Chiediamo a tutti i difensori dei diritti umani, e alle istituzioni, di assumere misure per proteggere il diritto di Dmytro Mykolayovych Kucherov a rifiutare il servizio militare per motivi di coscienza.

Chiediamo infine, agli avvocati ucraini che hanno a cuore i diritti umani, di mettersi in contatto con lui e di aiutarlo a fare appello.

1 commento su “Condannato per la prima volta dall’inizio della guerra un obiettore di coscienza ucraino”
  1. L’Ucraina democratica ed europea non si dispone a gestire il dopoguerra in coerenza di principi: il fatto che il processo avvenga mentre è in corso una guerra rende dubbia la scelta della nonviolenza in un dopoguerra difficile e contaminato dalle conseguenze dell’inimicizia e dell’odio.
    Giancarla Codrignani

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